Il ricordo più emozionante è certamente legato alla gara di Atene contro l’Olympiacos. Era il 24 febbraio 2022, primo giorno dell’invasione russa in Ucraina. L’allora numero 18 della Dea, ucraino, scese in campo al Pireo e contribuì con la sua prima doppietta in maglia atalantina al successo per 3-0 che valse il passaggio del turno.
Quella sera, Ruslan Malinovskyi, chiese in mondovisione l’immediato stop della guerra mostrando una maglietta bianca con una scritta in pennarello nero. La mostrò tra il primo e il secondo gol realizzati.
Quella, però, è solo una fotografia. Analizzando l’esperienza di Malinovskyi a Bergamo si trovano tante altre partite importanti (ne ha giocate più di 140, realizzando 30 gol) e la consapevolezza che magari, visti i suoi mezzi tecnici, si poteva anche fare di più.
Dopo l’Atalanta, il ragazzo è andato a Marsiglia (solo 23 presenze) e ora è al Genoa, con cui sta lottando per rimanere in A dopo aver passato pessimi momenti in seguito al gravissimo infortunio alla caviglia con frattura del perone e lussazione articolare. Tornato in campo mesi dopo, il ragazzo di Zhytomyr s’è ripreso un posto importante nella squadra.
Il legame di Malinovskyi con Bergamo e l’Atalanta è comunque forte. In città, la moglie Roksana aveva aperto un negozio di confezioni sartoriali (Mali Atelier) in pieno centro e la famiglia aveva anche acquistato alcuni appartamenti dove oggi, nei ritagli di tempo, i coniugi (con prole) tornano sempre molto volentieri.