Studswar, le scarpe per fashionisti nascono in quel di Castelli Calepio

[Giovanni Nembrini con i fashionisti Baro e Jessica di SNSD]
Letteralmente significa “guerra di borchie”. Il marchio Studswar nasce cinque anni fa da un'intuizione di Giovanni Nembrini, «merito di una serie di fattori, tra cui aver avuto la fortuna di avere un bagaglio importante d'esperienze e di aver incontrato sul mio percorso le persone giuste», precisa lui, di cui ben presto si svela l'anima umile e fatalista.
La storia di famiglia. Forte di un passato nell'azienda Omnere di Castelli Calepio, fondata da suo padre negli anni Sessanta, e specializzata in accessori metallici (dai bottoni, alle fibbie, fino alle borchie), negli anni Ottanta Giovanni inaugura la Metalfashion, una ditta che si occupa sempre di accessori, ma in chiave decisamente più modaiola, operando con materiali differenti da quelli manipolati precedentemente (non solo metallo). «La zona che va da Palazzago a Castelli Calepio ha alle spalle una forte tradizione in questo campo. I primi bottonifici sono nati a inizio Novecento». E questo è il primo tassello di un quadro che va via via delineandosi nel corso della sua vita.












Un incontro fortunato. Tassello numero 2: «Ho avuto la fortuna di conoscere Maurice Ohayon a Parigi: lui è il patron del marchio francese Notify. Siamo diventati subito amici e ci siamo messi in affari insieme: ho dato in affitto l'azienda di mio padre e mi sono lanciato nella moda, collaborando attivamente alla fase di studio, progettazione e realizzazione delle collezioni Notify». Una collaborazione iniziata oltre dieci anni fa che resiste al tempo (e alla crisi), che è stata anche il trampolino di lancio per una nuova scommessa: «Per inaugurare un brand occorre avere una forte motivazione, una profonda esperienza nel settore e una storia da raccontare», specifica Nembrini. E lui risponde a tutti e tre i requisiti (che, insieme, formano il tassello numero 3).
Studswar, scarpe capolavoro. Così nasce Studswar, una linea di scarpe dalla forte personalità, arricchite da una miriade di elementi, dalle applicazioni ai glitter, dalle decorazioni fatte a mano alle illustrazioni d'arte. «Non chiamatemi stilista - si schernisce - ho un mio gusto personale e mi limito a osservare le persone. Il resto vien da sé». In ufficio stile, al suo fianco, ci sono sette persone fisse più un turn over di interinali che lo aiutano a realizzare i suoi piccoli capolavori. «Sono pezzi unici, dipinti a mano da giovani artigiani. Nessuna delle persone che collabora con me ha più di 30 anni». Conscio che tutti possono sbagliare, ma al contempo meritano una grande occasione, si avvale della mano e dell'estro creativo di giovani diplomati, a cui, dopo aver spiegato filosofia del marchio e ispirazione della collezione, lascia carta bianca (anzi, sneaker bianca). Il risultato è un pezzo unico da indossare, alla cifra di 180 euro. Neanche tanto se si pensa che sono opere d'arte uniche.












Lo stile e le novità. «Vuoi sapere cosa amo fare sopra ogni cosa? Prendere dei vecchi modelli di scarpe e rivisitarli» conclude Giovanni, classe 1953, da 62 anni in costante fermento estetico. Studswar è proprio come lui: destinata a un target trasversale, senza limiti d'età, ottimista, solare e positivo. Un gran sognatore ma coi piedi ben piantati per terra (e in grande stile).
E così, protagonista all'88esima edizione del Pitti Uomo, per la primavera/estate 2016 si prevede un'esplosione di colore, ispirata ai graffiti metropolitani e a Pollock, alternata alla sempreverde bicromia bianco e nero. È moda, arte, ironia, allegria, cultura pop.
I numeri e i negozi. Attualmente Studswar conta 7 negozi monomarca (tutti in Corea del Sud), 60 punti vendita multibrand in Italia e circa altri 120 sparsi in Europa, Russia, Cina e Stati Uniti. A Milano, in un bellissimo stabile di via Carlo Poma 52, realizzato dall'architetto e amico Ron Arad, c'è lo showroom del brand, condiviso con Notify. La moda abita sotto lo stesso tetto.