Nell'atrio di Ubi Banca

Veduta di Colle Aperto ad Art Up Il fascino enigmatico di Montanari

Veduta di Colle Aperto ad Art Up Il fascino enigmatico di Montanari
Pubblicato:
Aggiornato:

Il progetto Art Up, dedicato ai capolavori della Collezione della Banca Popolare di Bergamo, ci ha abituati in questi mesi di esposizione a spaziare fra dipinti e fotografie, fra opere contemporanee e tele di inizio '900, regalandoci così una sorta di confronto, di gioco di rimandi, fra artisti di ieri e di oggi. L'opera di luglio, esposta nell'atrio della sede di Piazza Vittorio Veneto, è datata 1925 e ci porta nuovamente a fare un passo indietro verso quel secolo che abbiamo chiuso 15 anni fa e che ha ricevuto grandi doni dalla pittura italiana.

 

image002

 

Per farlo il curatore del progetto, Enrico De Pascale, ha estratto dalla collezione dell'istituto un quadro di Dante Montanari che ben si inserisce nella tradizione vedutista italiana del Novecento, ma con un titolo in grado di catturare l'attenzione di ogni bergamasco: Veduta di Colle Aperto a Bergamo. Possibile? Ebbene sì. Seppur diverso da come è oggi, questo scorcio è proprio ciò che si presentava alla vista dell'artista, in piedi davanti al suo cavalletto, lungo la salita a sud, dove la strada fa un dosso prima di scendere verso la pianura. Una tela suggestiva non solo per la fragranza della pittura e la qualità della ricerca luministica ma anche per il suo valore documentario. L’inquadratura consente infatti di vedere uno scorcio di Colle Aperto a Bergamo prima della costruzione del Seminario.

Un marchigiano a Bergamo. Dante Montanari è originario di Porto San'Elpidio, in provincia di Fermo. A Bergamo ci arriva con la moglie Pia, nel 1918, alla fine della Prima Guerra Mondiale. Nella nostra città inizia la sua carriera artistica, condividendo lo studio con il fratello Giuseppe e inserendosi attivamente nella vita artistica orobica. Sono gli anni in cui Montanari collabora come vignettista a Il Gazzettino Bergamasco e La Penna, realizza scenografie e costumi per gli spettacoli di Gianandrea Gavazzeni e frequenta gli amici Giacomo Manzù e Alberto Vitali.

In città Montanari ci rimane fino al 1939, quando decise di trasferirsi a Milano. Questo secondo periodo della sua vita lo vede artista affermato, conosciuto in Italia e apprezzato all'estero, vincitore di premi e ospitato da importanti istituzioni dell'arte, ma sempre meno avvezzo a quella vita mondana e a quel fermento artistico che aveva condiviso con partecipazione in terra bergamasca.

1324045308b
Foto 1 di 4
big_Montanari Dante Contadini_
Foto 2 di 4
big_Montanari Dante_Bimbi_
Foto 3 di 4
big_Montanari Dante_Cascinale_
Foto 4 di 4

Un orgoglio di Bergamo. Molte sono ancora oggi le opere che Montanari ha lasciato nelle case dei collezionisti bergamaschi e nelle gallerie locali. Nel 2005, al Teatro Sociale, Bergamo gli ha dedicato una mostra antologica, considerandolo fra gli artisti più importanti della città. La sua opera è caratterizzata principalmente dai paesaggi, le vedute dei colli e gli scorci che riprendono i caratteri tipici di un certo modo di concepire il paesaggio pittorico in Italia nella prima metà del '900. Luoghi che nei dipinti diventano fisicamente ingombranti, solidi e pieni, ma allo stesso modo ripresi in una dimensione sospesa, inquadrati dagli artisti in una frazione temporale indefinita. Sia i paesaggi che le scene contadine e di vita quotidiana di Montanari sono molto dolci e naturali, anche se i colori non hanno mai quella brillantezza gioiosa. Mai, però, la cupezza è tale da caratterizzarli in negativo. Un'atmosfera in bilico, un sottilissimo equilibrio, che permette ancora oggi di ammirare queste opere lasciandosi catturare dal loro fascino enigmatico.

Seguici sui nostri canali