L'incredibile casa per startupper nel cuore della Silicon Valley

Negli ultimi anni in California, soprattutto nella Silicon Valley, sono aumentate esponenzialmente le imprese che operano nel settore tecnologico. Molti imprenditori americani, ma non solo, decidono di creare la loro sede operativa in quella che è considerata universalmente la culla dell'alta tecnologia statunitense. Lavorare a pochi chilometri dai colossi del settore come Google o Apple, circondati da una grande densità di giovani con idee potenzialmente rivoluzionarie, è sicuramente una garanzia d'ispirazione per chiunque sogni di diventare il nuovo Steve Jobs.




Dove abitano i giovani geni della Silicon. Come conseguenza, si ha un aumento della richiesta per residenze in affitto, che, oltre a far lievitare i prezzi, ha spinto diversi proprietari a trovare nuove soluzioni per soddisfare il maggior numero possibile di domande.
La giornalista Ashley Gilbertson, di Bloomberg, ha raccontato l'esperienza di Jered Kenna, un ex-marine divenuto ricco grazie ad ottimi investimenti con i Bitcoin. Jered era alla ricerca di un posto dove vivere a San Francisco, quando venne a conoscenza di un ex-albergo grande oltre 1000 metri quadrati e composto di moltissime stanze singole. Decise di affittarlo e creare un posto dove programmatori ed artisti potessero vive fianco a fianco, condividendo risorse, pasti e faccende domestiche. All'inizio la struttura era molto spartana e lasciava un po' a desiderare in quanto a manutenzione, ma l'affitto era già allineato alle richieste della zona: «Sembrava una zona di guerra - racconta Adonis Gaitatzis, uno dei primi inquilini della residenza - non avevo mai visto nulla del genere in un paese civilizzato. Questo tizio alzò le mani al cielo con un grosso sorriso e disse: 1200 dollari al mese!».
Dopo tre anni l'ex-albergo, denominato 20Mission, va a gonfie vele. È composto di 41 stanze, praticamente sempre prenotate, e una piccola camera con bagno in comune, che costa almeno 1800 dollari al mese. La porta principale si apre con un tocco dal proprio smartphone, l'affitto è pagato in contanti, assegni o Bitcoin. Il router per internet occupa un intero armadio e nel seminterrato c'è uno studio televisivo, dove i residenti producono un programma trasmesso via web chiamato Money&Tech.
[Il reportage di Bloomberg, foto di Ashley Gilbertson]

In senso orario: Diana Brooks coltiva verdura sul tetto. Brad Kam, presidente di Talkable, una piattaforma per siti e-commerce, nel suo ufficio di San Franscisco (ha vissuto al 20Million per 2 anni). Adam Stones, mostra il suo Apple Watch. Bohlman, Seamus Calder e Jessica Vo nel set sotterraneo dello show.

Gaitatzis e Andrew Ward, che possiedono Kalamuna, accolgono un nuovo residente, il ballerino Brooklyn Schmitt.

Greenberg, un ingegnere dei software e fondatore della startup glowyshit.com, nella sua camera.

Kat Shreve tiene una sessione di yoga sul tetto.

Ozzie Gooen, un programmatore, si versa Soylent, un prodotto che rimpiazza l'assunzione di carne. A destra, il frigorifero comune.

Hugo Melo è venuto a San Francisco dopo l'hih school nel 2012, per imparare come creare codici.

Tylor Bohlman, Seamus Calder e Jessica Vo nel seminterrato, sede dello show "Money&Tech".

Ward, Brooks e Heidi Long festeggiano il compleanno di Ward in un bar vicino.
Gli incubatori. Oggi è ormai pratica comune per gli imprenditori della Silicon Valley trasformare le proprie residenze in quelli che vengono chiamati incubatori per startup. Ma cos'è quindi un incubatore? L'Associazione Nazionale degli Incubatori d'Impresa degli Stati Uniti li definisce come «delle organizzazioni che accelerano lo sviluppo delle imprese attraverso una serie di servizi e risorse di supporto al business organizzati e sviluppati dal management dell’incubatore e offerti sia nell’incubatore che attraverso la sua rete di contatti».
Non si tratta più quindi soltanto di trovare un modo di rispondere alle richieste di locazione, ma di creare una struttura ben organizzata che permetta a chi vive e lavora all'interno di usufruire di determinati servizi ed aiuti. L'obiettivo di queste organizzazioni è quello di promuovere lo sviluppo di nuove startup, mettendo in contatto vari talenti, condividendo le tecnologie e offrendo vere e proprie consulenze sugli aspetti pratici e burocratici che attendono chi si appresta ad avviare un'attività.
Ricostruendo la storia e l'evoluzione degli incubatori, si possono distinguere tre diverse generazioni: la prima, che contemplava solo una locazione con condivisione di attrezzature e servizi di base; la seconda, che ha introdotto lo sviluppo di servizi specialistici, quali consulenza e tutoraggio; e la terza, che ha visto nascere gli incubatori virtuali e quelli pubblici, legati alle università.