Non è una battuta

I cavalli sorridono proprio come noi Lo garantiscono gli scienziati

I cavalli sorridono proprio come noi Lo garantiscono gli scienziati
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Gli scimpanzé, si sa, sono i nostri papà, ma pare solo strutturali. Da loro cioè deriverebbe la nostra stazione eretta e il portamento. Mentre la nostra mimica facciale, ovvero tutte le espressioni del volto, sarebbe derivata dai cavalli. A sollevare questa ipotesi è un recentissimo studio di un gruppo di ricercatori inglesi del Sussex, dell'Università di Portsmouth e della Duquesne University, pubblicato su PlosOne.

Viso o muso. «Hai un muso imbronciato»: quante volte ce lo siamo sentiti dire da qualcuno in particolari circostanze della nostra vita. Forse, questa espressione in effetti scorretta (lo sappiamo, gli uomini hanno il volto/viso, non il muso animalesco) avrebbe proprio una ragione d’essere. Perché pare che alcune bestie, in particolare i cavalli, condividerebbero con noi umani alcune specifiche espressioni facciali. Soprattutto quelle che utilizzano i muscoli del viso dipendenti dalle narici (froge, per i cavalli), le labbra e gli occhi. Tutti organi utili a far variare la nostra mimica del volto, per esprimere qualcosa - sdegno, contentezza, amarezza, rassegnazione e mille altre sensazioni – suscitato dalle diverse situazioni sociali. Insomma, uomini e animali avrebbero un importante punto in comune: quello di utilizzare il viso/muso per comunicare, per riferire una emozione attraverso il cosiddetto linguaggio non verbale.

 

 

Il FAC System. Bisogna dire però che noi umani siamo più bravi a esprimere sentimenti e emozioni perché disponiamo di una più vasta gamma di muscoli facciali che ci vengono in soccorso. Lo hanno capito sempre i ricercatori inglesi che hanno elaborato l'Equine Facial Action Coding System, un particolare sistema in grado di identificare le unità d'azione (movimenti facciali). Questi animali ne avrebbero 17, noi umani invece nientemeno che 27, contro le sole 13 degli scimpanzé e le 16 dei cani. Dunque, non si potrà più prendere per pazzi quei proprietari di animali che tanto orgogliosamente affermano che il loro cane sorride o, addirittura, ride. Tutto sta a capire però che cosa prova l’animale nel momento in cui compie del determinato movimento del muso.

La ricerca prosegue. Infatti, proprio questo è il prossimo obiettivo dei ricercatori: arrivare a capire se le espressioni dei loro musi si riferiscano a determinati stati emotivi. Soprattutto nei cavalli, animali che usano prevalentemente gli occhi, come spesso facciamo anche noi umani, del resto. Infatti, gli equini pare abbiano una vista migliore dei gatti, eppure l’impiego degli occhi nella loro comunicazione facciale era sempre stato trascurato. Gli studiosi partiranno da qui: dal vasto repertorio di complessi movimenti facciali degli bulbi oculari, ma anche delle labbra, così simili nei cavalli e negli umani per arrivare a capire se dietro quegli occhi ci sta pure qualcosa di più del semplice sguardo all’orizzonte.

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