«Vogliamo incontrare il Papa» La richiesta dei ribelli colombiani

Quello che fino a pochi giorni fa era considerato un desiderio, è diventato una richiesta ufficiale: le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, fondate e operative dal 1964, hanno chiesto di incontrare Papa Francesco durante la sua visita a Cuba dal 19 al 22 settembre. A darne notizia sono state le stesse Farc, nella persona di Antonio Lozada, uno dei principali negoziatori della guerriglia nel Tavolo dell'Avana dove si tratta da oltre due anni la pace per la Colombia. Insieme all’incontro, le Farc chiedono al Pontefice l'integrazione nel Tavolo dei negoziati di un Delegato permanente della Santa Sede. Due richieste che sono state già trasmesse all'Episcopato della Colombia, il cui Presidente, l'arcivescovo Luis Castro Quiroga, ha fatto sapere che l’incontro «è una possibilità realizzabile», anche se le cosa non dipende dai vescovi ma riguarda il governo e la chiesa cubana. Tuttavia, prosegue monsignor Castro Quiroga, «il Papa è informato sui negoziati in corso e sicuramente per lui sarebbe utile avere notizie dirette dai protagonisti delle trattative: tutti vedono positivamente una partecipazione del Pontefice nel processo di pace in Colombia».
Le dichiarazioni delle Farc. Il vicecomandante delle Farc Ivan Marquez, meglio conosciuto come Luciano Marin Arango, nelle scorse settimane aveva dichiarato: «Per noi è un'aspirazione», e adesso che la richiesta è ufficiale dice che il commando colombiano vuole «salutare di cuore Papa Francesco, se ci offrirà questa opportunità. Noi abbiamo un atteggiamento positivo e vogliamo far progredire il processo di pace, in particolare con l'appoggio del mondo cattolico». Il numero due delle Farc aveva poi aggiunto: «Immaginiamo l’impatto che potrebbe avere il sostegno di Papa Francesco allo sforzo che stiamo facendo tutti noi colombiani per raggiungere la nostra riconciliazione dopo decenni di scontri».
Il desiderio di pace del Papa. E così a L’Avana Francesco potrebbe esprimere nuovamente il suo appoggio al processo della riconciliazione in Colombia, dopo mezzo secolo di scontri e guerra che hanno provocato la morte di almeno 220mila persone, di cui circa 170mila civili non combattenti, e obbligato sei milioni di abitanti ad abbandonare le proprie abitazioni, con danni materiali e psicologici impossibili da valutare. Recentemente, rispondendo all'invito del presidente colombiano Manuel Santos, ricevuto lo scorso giugno in Vaticano, il Papa ha detto di augurarsi che si firmi rapidamente l'accordo e di potersi recare in visita in Colombia per celebrare la pace.
L’incontro tra Farc e vescovi. Nei giorni scorsi una delegazione dell'episcopato colombiano, guidata da monsignor Castro Quiroga, si è riunita con le Farc nella capitale cubana. A margine dell’incontro, Ivan Marquez ha fatto sapere che durante l’incontro si è discusso di tutti i temi più scottanti: «Abbiamo discusso sul bisogno di verità totale, sulla giustizia e sulla riparazione. Abbiamo parlato anche sul cessate il fuoco bilaterale e definitivo. Infine, abbiamo informato i vescovi sull'avvio di una discussione sul fenomeno dei gruppi armati paramilitari di destra, poiché senza la fine di questo fenomeno in Colombia non vi sarà mai vera pace».
Nuova speranza per il popolo colombiano. Un incontro tra il Papa e le Farc potrebbe infondere una nuova speranza al popolo colombiano, che secondo l'arcivescovo Castro Quiroga è un po’ deluso per il protrarsi del processo di pace senza risultati tangibili. Sono infatti più di due anni che a L’Avana una delegazione del più alto livello delle Farc e una del governo colombiano del Presidente Manuel Santos stanno negoziando. Ora la decisione finale se incontrare o no i guerriglieri spetta solo a Papa Francesco.
Il precedente, con Paolo VI. Se Papa Francesco accettasse, non sarebbe il primo Pontefice a ricevere in udienza leader di movimenti armati. Già in passato, come sottolinea il sito Il Sismografo, Paolo VI fece qualcosa di simile quandi ricevette Ami'lcar Cabral, Agostinho Neto e Marcelino dos Santos. Era il 1970, e i tre uomini erano i leader dei movimenti armati contro Lisbona nelle allora colonie portoghese, il Paigc (Partido Africano da Independência da Guiné e Cabo Verde), il Mpla (Movimento Popular de Li-bertação de Angola) e il Frelimo (Frente de Libertação de Moçambique). L'incontro avvenne al termine della “Conferenza Internazionale di Solidarietà con i Popoli delle colonie portoghesi”, portando con sé un grande clamore mediatico e altrettante polemiche.