Così cambia la Guerra Santa

Generazione Erasmus (del terrore) I 4mila giovani jihadisti in Europa

Generazione Erasmus (del terrore) I 4mila giovani jihadisti in Europa
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È una sorta di Erasmus del terrore quello che sta interessando molti giovani che tornano in Europa dopo un soggiorno in Iraq e in Siria, dove combattono tra le fila del jihad e vengono addestrati a una nuova visione del mondo in chiave terroristica. A loro è dedicato un lungo articolo di Politico Europe. Sono i nuovi jihadisti nostrani, quelli che seminano il panico in Europa. Lupi solitari, che non puntano alla messa in atto di attacchi complessi e coordinati come invece accadeva ai tempi di Al Qaeda, ma si accontentano di essere protagonisti di attentati relativamente semplici, che sfruttano le falle nei sistemi di sicurezza più elementari, e soprattutto l’effetto sorpresa. Perché sono persone all’apparenza come tante. Gli stessi vertici dello Stato Islamico esercitano un controllo quasi nullo su quanti tornano in Europa dopo un training, ma attraverso i messaggi di propaganda si appellano a loro affinché agiscano in nome del jihad.

 

ayoub_thalys

 

Chi sono i lupi solitari del jihad. Sono giovani, poco più che ventenni, già noti alle intelligence di mezza Europa che faticano a monitorarli. Europei a tutti gli effetti, e quindi liberi di girare per il Vecchio continente senza controlli, costituiscono la nuove generazione del terrore. Perché grazie alla loro esperienza sul campo di battaglia mantengono rapporti con i militanti del sedicente Stato Islamico e con i rami più fondamentalisti e violenti dell’islam. Il più recente è l’attentatore del treno Thalys, che a Bruxelles è salito a bordo con bombe e kalashnikov e ha seminato panico e terrore, prima di essere bloccato da alcuni passeggeri. Ma come lui e prima di lui ci sono stati i fratelli Koulibaly. Spesso sono disorganizzati, e il web è il terreno dove pianificano i loro attacchi. Spesso preceduti da messaggi postati sui social network. Le loro sono azioni spontanee oppure risposte agli appelli all’attivismo violento lanciati dai gruppi fondamentalisti, che vengono adattati al proprio ambiente, alle proprie capacità e possibilità.

 

France Train Attack

 

Numeri preoccupanti. I subdoli attacchi di cui questi lupi solitari si sono resi protagonisti hanno acceso i riflettori su di un fenomeno i cui numeri stanno crescendo in modo preoccupante. Si stima siano circa 20mila i volontari che hanno aderito ai gruppi sunniti militanti in Siria e in Iraq. Un quinto di loro vive in un Paese europeo, soprattutto in Francia, che sembra essere lo Stato più bersagliato finora dai terroristi. Ma il Paese che ha la più alta concentrazione di potenziali lupi solitari è il Belgio: 440 su una popolazione totale di poco più di 11 milioni di persone. L’Italia è all’ultimo posto della classifica, con solo 80 sospetti. Secondo gli studiosi del fenomeno ciascuno di questi potenziali terroristi cerca di reclutare complici o adepti che sposino la causa jihadista, creando un fenomeno in continua espansione. La facilità di movimento tra gli Stati, poi, fa il resto.

Le accuse a Shengen. Il Primo ministro belga Charles Michel punta il dito contro la zona Schengen dell'Unione Europea che, consentendo ai viaggiatori di muoversi abbastanza liberamente tra 26 Stati, rappresenta una parte del problema. Servirebbero quindi maggiori controlli, soprattutto quelli incrociati tra i servizi di intelligence dei vari Paesi.

 

France Train Attack

 

L’attentatore del treno. Ayoub al Khazani è il nome del ragazzo del treno Thalys, colui che per poco ha mancato l’obiettivo di fare una strage sui convogli che da Amsterdam vanno a Parigi. Lo hanno fermato alcuni passeggeri, oggi eroi per caso insigniti della Legione d’onore francese. È in carcere con l’accusa di terrorismo e tentata strage Al Khazani, e solo adesso gli investigatori stanno analizzando i suoi movimenti e l’esistenza di eventuali complici. Il suo peregrinare per l’Europa si è tradotto con un soggiorno di sette anni in Spagna, tra Madrid e Algeciras, a cui è seguito il trasferimento in Francia nel 2014. Ma nell’ultimo anno e mezzo si è recato spesso in Siria, entrando dalla Turchia, tenendo come base Bruxelles. È la pista belga quella sui cui si sta indagando, perché si suppone che Khazani fosse legato alla cellula di origine cecena con sede a Verviers, che a gennaio è stata smantellata mentre preparava attacchi contro le forze dell’ordine. L’operazione antiterrorismo è arrivata una settimana dopo gli attacchi a Charlie Hebdo e ha scoperto che questo gruppo era composto da persone che erano da poco tornate dalla Siria.

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