Tutto sul caso Ashley Madison e la mappa dell'infedeltà a Bergamo

A luglio un attacco hacker ha colpito il database di utenti delle piattaforme collegate alla società Avid Life Media. Il principale sito dell’azienda con sede a Toronto è Ashley Madison, portale di appuntamenti specializzato in relazioni extraconiugali. Ciò significa che la maggior parte degli iscritti al sito sono persone sposate, o comunque fidanzate, alla ricerca di avventure sessuali. Il furto ha riguardato i dati personali di circa 38 milioni di utenti registrati in tutto il mondo. Poche ore dopo l'attacco, il gruppo di hacker “The Impact Team” ha rivendicato l'azione e ha minacciato di diffondere i dati sensibili se non fossero stati chiusi due dei siti amministrati da Avid Life Media, Ashley Madison appunto ed Established Men, sito che si propone di offrire alle donne la possibilità di incontrare uomini ricchi. Per dimostrare la veridicità della loro minaccia avevano diffuso informazioni personali di 2.500 utenti. Com’era prevedibile, Avid Life Media s’è categoricamente rifiutata di sottostare alle richieste.
La diffusione dei dati. E così, il 18 agosto, in Internet sono stati diffusi 10 gigabyte di informazioni contenenti tutti i dati dei 38 milioni di iscritti. Si parla di mail personali, nomi, cognomi, talvolta anche indirizzi e dati sulle carte di credito, oltre che le preferenze sessuali dei singoli soggetti. Le ragioni per cui “The Impact Team” avrebbero rubato i dati sono due: innanzitutto perché, a loro parere, Avid Life Media mentirebbe agli utenti facendo credere che ci sia un rapporto sostanzialmente pari tra gli utenti uomini e le utenti donne, mentre gli uomini sarebbero circa il 90 percento degli iscritti; in secondo luogo perché se un utente vuole eliminare i suoi dati da Ashley Madison deve pagare circa 16 euro, senza tra l’altro avere la certezza che i suoi dati siano davvero cancellati. Meno “pubblicizzata”, ma comunque ricordata dagli hacker, anche la motivazione morale, ovvero che si tratta di traditori che meritano di essere sbugiardati in pubblica piazza, per imparare la lezione.
Le conseguenze. La cosa, più che sdegno, ha inizialmente strappato il sorriso a molti, come racconta Business Insider. Persone che però, in realtà, sottovalutano la portata dell’evento. Il furto di informazioni riservate degli utenti e soprattutto la loro diffusione rende milioni di soggetti ipotetiche vittime di frodi, furti di identità e, per quanto riguarda le informazioni sui gusti sessuali e la vita privata delle persone, anche ricatti. Tenendo conto che, inoltre, il sito Ashley Madison non prevedeva la verifica dell’indirizzo mail, molti soggetti che in realtà non si sono mai iscritti potrebbero diventare vittime di azioni illegali. Dunque la questione va ben oltre i 38 milioni di utenti del sito. A ciò si aggiunge un ulteriore problema, che è quello degli iscritti al sito residenti in Paesi in cui la legge o la religione vietano determinati comportamenti sessuali. Un ragazzo omosessuale che vive in Arabia Saudita, ad esempio, s’è detto molto preoccupato: durante gli anni di studio negli Usa, infatti, si era iscritto al sito, ma nel suo Paese l’omosessualità è fuori legge.
Già due suicidi. È ragionevole ipotizzare che casi come questo siano svariati. La conferma è arrivata il 24 agosto, durante una conferenza stampa sul caso, quando la polizia di Toronto ha reso noto che, solo in Canada, sono già due i casi di suicidi molto probabilmente legati al furto di informazioni da Ashley Madison, anche se le indagini sono ancora in corso. La Avid Life Media ha promesso una ricompensa di ben 500mila dollari a chiunque fornisse informazioni utili per risalire agli autori del furto. Bryce Evans, dirigente della società, ha chiesto alla «comunità hacker» di «fare la cosa giusta». E intanto iniziano a circolare per la rete le foto delle prime mail di ricatto inviate ad alcuni utenti, che richiedono un pagamento in Bitcoin (la moneta virtuale corrispondente a vero denaro, non tracciabile però) in cambio dell’eliminazione dei dati personali. Non stupisce che davanti a tutto questo due studi legali canadesi abbiano presentato una class-action da 578 milioni di dollari contro il gruppo che controlla il sito di incontri extraconiugali.
La mappa dell'infedeltà a Bergamo. Un caso che poteva sembrare una divertente storiella di imprenditori senza scrupoli, tradimenti e furfantelli si è trasformata in una questione dai risvolti internazionali. Siamo di fronte al più grande furto di informazioni riservate della storia, come hanno sottolineato gli inquirenti, e le conseguenze reali di quanto avvenuto non sono ancora valutabili nella sua totalità. Ma c’è chi, nel frattempo, ha deciso di sfruttare le informazioni liberate nel web dagli hacker per creare una “mappa interattiva dell’infedeltà”. È quella a cui ha dato vita la società spagnola Tecnilógica basandosi sui 10 gigabyte di dati personali rubati alla Avid Life Media. Da una prima occhiata si può notare la distribuzione degli iscritti in tutto il mondo. Poi, digitando invece il nome della città (o provincia) di interesse, si ottiene un focus locale.
Naturalmente noi lo abbiamo fatto con Bergamo: in città gli utenti iscritti sono (o erano fino al momento del furto) 2.906, per il 92,6 percento uomini. Ampliando il nostro sguardo su tutta la Provincia il numero di iscritti sale fino a circa 15mila soggetti, di cui l’89 percento uomini. In aprile gli iscritti bergamaschi erano 11.722: in pochi mesi sono cresciuti di oltre 3mila unità. Numeri perfettamente in linea con i dati degli accessi al sito fino al giorno del furto di informazioni, quando Ashley Madison si attestava come quello con gli accessi più in crescita al mondo, dietro solo a Facebook.
Cos’è e come funziona Ashley Madison. Lanciato nel 2001, è solo negli ultimi anni che il sito web ha avuto un vero e proprio boom, merito anche di una massiccia campagna pubblicitaria pensata dal gruppo che lo gestisce. Ashley Madison altro non è che un sito di incontri, una sorta di social, dove, una volta iscritti, si ha la possibilità di contattare, interagire e avere appuntamenti con altri utenti. Per come è stato ideato, l’obiettivo ultimo è il sesso: al momento dell’iscrizione, infatti, oltre a nome, cognome, indirizzo mail e altri dati personali (la maggior parte facoltativi), all’utente vengono chieste una serie di informazioni circa i suoi gusti sessuali.
Innanzitutto bisogna descrivere il proprio aspetto e poi indicare «cosa ti eccita», selezionando tra le varie opzioni disponibili; successivamente bisogna descrivere che tipo di uomo o donna ci piace. Fondamentale è anche il passaggio in cui viene chiesto cosa si sta cercando: una relazione extraconiugale, una notte di sesso senza complicazioni o una storia più profonda. I dati riscontrano come la maggior parte degli iscritti sia sposata o fidanzata. La fase di iscrizione continua con una serie di domande sui gusti strettamente sessuali dell’utente, fino a che il profilo non è pronto. A questo punto si può iniziare a interagire con gli altri iscritti. Ciò avviene attraverso una cartella di posta, collegata all’indirizzo mail degli utenti. Se c’è interesse tra due utenti, questi possono iniziare a approfondire la loro conoscenza, sbloccando anche sezioni del profilo volutamente tenute “segrete” (spesso in cui vengono caricate, dagli utenti stessi, foto un po’ più esplicite). C’è anche la possibilità di “recensire” gli utenti. Attualmente il sito è ancora in funzione, ma il traffico, che nel 2015 ha toccato quota 124 milioni di visualizzazioni di pagina medie (18esimo tra i siti per adulti), è notevolmente calato.