Gli scontri che bloccano Kiev e la tregua per l'inizio delle scuole

«L’introduzione di una nuova Costituzione ucraina, concordata con i rappresentanti di Donetsk e Lugansk, dovrà entrare in vigore entro fine 2015 con una previsione di decentramento. Legislazione sulla status speciale delle regioni ribelli entro fine 2015». Così recita l’articolo 11 degli accordi di Minsk2 del 12 febbraio scorso, firmati per per porre fine alla crisi ucraina che ormai si è trasformata in guerra civile. La Rada, il parlamento ucraino, ieri ha votato a favore: 265 deputati contro 240 hanno deciso di approvare in prima lettura il disegno di legge sugli emendamenti costituzionali che prevedono maggiore decentramento e ulteriori poteri a Donetsk e Lugansk. Per passare, al disegno bastavano 226 voti, mentre alla seconda seduta, che si svolgerà probabilmente alla fine di ottobre, ce ne vorranno 300. L’esito è stato reso possibile grazie ai voti della maggioranza guidata dal presidente Poroshenko e dal premier Yatsenyuk, con i relativi partiti. Ma a votare "sì" è stato anche il Blocco d’Opposizione che vede nel decentramento il primo passo verso la pace.
La protesta dei nazionalisti. Immediata la protesta di piazza da parte degli ultranazionalisti del partito Svoboda (di estrema destra) e dei radicali. Entrambi i gruppi leggono la parola decentramento come una federalizzazione, principio su cui si è battuta Mosca fin da quando sono scoppiati i primi vagiti della crisi ucraina, e quindi una sorta di «realizzazione dei piani di Putin», come era scritto su molti striscioni apparsi in piazza. Quello che sostengono i partiti appoggiati dalla leader del Partito Patria, Yulia Timoshenko, è che gli emendamenti metterebbero a rischio l’unità nazionale e darebbero troppi poteri ai separatisti dell’est, che vedrebbero così legittimate le loro istanze di autonomia. Del resto, il rischio dell’istituzionalizzazione di un doppio centro di potere a livello regionale è concreto.

Ukrainian protesters clash with police after vote to give greater powers to the eastern regions of Ukraine, in front of the Parliament in Kiev, Ukraine, Monday, Aug. 31, 2015. The Ukrainian parliament has given preliminary approval to a controversial constitutional amendment that would provide greater powers to separatist regions in the east. (AP Photo/Efrem Lukatsky)

Ukrainian protesters clash with police after vote to give greater powers to the east in front of the Parliament in Kiev, Ukraine, Monday, Aug. 31, 2015. The Ukrainian parliament has given preliminary approval to a controversial constitutional amendment that would provide greater powers to separatist regions in the east. Hundreds of people gathered in front of the parliament to protest against the amendment. A policeman died and over 100 people were injured in clashes with protesters. (AP Photo/Efrem Lukatsky)

Ukrainian protesters clash with police after vote to give greater powers to the east in front of the Parliament in Kiev, Ukraine, Monday, Aug. 31, 2015. The Ukrainian parliament has given preliminary approval to a controversial constitutional amendment that would provide greater powers to separatist regions in the east. (AP Photo/Efrem Lukatsky)

A smoke grenade is thrown towards police during a clash between protesters and police after a vote to give greater powers to the east in front of the Parliament in Kiev, Ukraine, Monday, Aug. 31, 2015. The Ukrainian parliament has given preliminary approval to a controversial constitutional amendment that would provide greater powers to separatist regions in the east. Hundreds of people gathered in front of the parliament to protest against the amendment. (AP Photo/Efrem Lukatsky)

Ukrainian protesters clash with police after a vote to give greater powers to the east in front of the Parliament, Kiev, Ukraine, Monday, Aug. 31, 2015. The Ukrainian parliament has given preliminary approval to a controversial constitutional amendment that would provide greater powers to separatist regions in the east. Hundreds of people gathered in front of the parliament to protest against the amendment. (AP Photo/Efrem Lukatsky)

Police officers give medical aid to a colleague after a grenade blast during a clash between protesters and police after vote to give greater powers to the east, outside the Parliament, Kiev, Ukraine, Monday, Aug. 31, 2015. The Ukrainian parliament has given preliminary approval to a controversial constitutional amendment that would provide greater powers to separatist regions in the east. Hundreds of people gathered in front of the parliament to protest against the amendment. (AP Photo/Vladimir Donsov)

Ukrainian protesters, right, clash with police after lawmaker's vote to give greater powers to the eastern region of Ukraine in front of the Parliament in Kiev, Ukraine, Monday, Aug. 31, 2015. The Ukrainian parliament has given preliminary approval to a controversial constitutional amendment that would provide greater powers to separatist regions in the east. (AP Photo/Efrem Lukatsky)

Flags of the of nationalist Svoboda (Freedom) party seen in the background as police clash with protesters, after a vote to give greater powers to the east in front of the Parliament, in Kiev, Ukraine, Monday, Aug. 31, 2015. The Ukrainian parliament has given preliminary approval to a controversial constitutional amendment that would provide greater powers to separatist regions in the east. Hundreds of people gathered in front of the parliament to protest against the amendment. (AP Photo/Efrem Lukatsky)
Il bilancio degli scontri a Kiev. Gli scontri con la polizia, cui hanno partecipato circa mille manifestanti che urlavano insulti contro le forze dell’ordine, sono stati molto violenti e il loro bilancio è stato di due morti e centinaia di feriti, di cui almeno 11 in gravi condizioni. Tra loro molti militari e giornalisti. Una trentina gli arrestati. Pare che a un certo punto sia stata lanciata anche una granata da un nazionalista.
Stop ai cannoni. I fatti di Kiev sono arrivati un giorno prima dell’inizio della tregua che le autorità ucraine e i separatisti del Donbass si erano proposti di rispettare per non mettere in pericolo la vita di quanti il primo settembre ricominciavano l’anno scolastico. Ad annunciare l’accordo di Minsk è stato la scorsa settimana il rappresentante dell'Osce, Martin Saidik, e uno dei leader dei ribelli, Vladislav Deinego, alla fine di una riunione del Gruppo di contatto a cui partecipano Osce, Kiev, Mosca e i separatisti. L’esortazione a far tacere i cannoni era arrivata congiuntamente dal presidente russo Vladimir Putin, dal presidente francese Francois Hollande e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Gli spari davanti al Parlamento di Kiev, invece, sono arrivati dopo che nel Donbass da settimane si è ripreso a combattere di gran carriera. La speranza, a questo punto, è che la tregua in vista dell’inizio delle scuole regga e che il voto della Rada contribuisca a portare calma a Donetsk e Lugansk.
Il mistero dei soldati russi morti in Donbass. A surriscaldare ulteriormente gli animi ci si è messa anche la diffusione della notizia secondo cui dall’inizio della guerra fino al 1 febbraio scorso in Ucraina sarebbero morti 2mila militari russi. A dire quello che il Cremlino ha sempre negato, e cioè che in Donbass non c’erano militari e se c’erano erano lì in ferie o in congedo, è stata la rivista Forbes, che ha citato il sito russo Delovaya Zhizn, in cui è apparso un articolo intitolato «Incremento delle paghe per i militari russi nel 2015». Dal pezzo emerge che le famiglie dei militari di Mosca morti in Ucraina hanno ricevuto 3 milioni di rubli (38mila euro) mentre i feriti hanno avuto mezzo milione di rubli (12.800 euro). Attorno a questi numeri, però, si è creato un mistero, perché il sito russo ha immediatamente rettificato il testo togliendo i dettagli, e un’inchiesta effettuata dall’agenzia russa RT ha smontato quello che è stato definito uno scoop involontario.
Guerra (anche) di propaganda. Quella ucraina sembra essere ogni giorno di più una guerra che si combatte anche a colpi di propaganda. Perché oltre alla questione del numero dei militari russi morti – un giornale ucraino ha conservato una copia dell’articolo in originale – c’è anche quella delle truppe. Il sito Business insider nei giorni scorsi ha pubblicato una mappa diffusa via Twitter dall’ufficio di Poroshenko in cui vengono illustrati i movimenti delle truppe russe nel Donbass, con tanto di numeri di militari schierati, nomi di comandanti e generali che ufficialmente non sono in loco ma che di fatto guidano i combattenti, naturale estensione delle truppe di terra russe.
La pesante situazione economica. In tutto questo scenario si insinua anche una pesante crisi economica, che rischia di far andare in default l’Ucraina. Il debito è ormai fuori controllo (una cifra pari al 95 percento del pil nazionale), anche se a luglio il governo ha provveduto al pagamento di 110 milioni di euro dovuti ai creditori, scongiurando le peggiori conseguenze. All’Ucraina rimaneva del tempo, seppur poco, per negoziare una ristrutturazione del debito, prima di trovarsi di fronte a un nuovo pagamento di 500 milioni di euro in scadenza il 23 settembre. Tutti, a partire dell’FMI, appoggiavano Kiev e la sua richiesta di ristrutturazione del debito ai creditori. Dopo cinque mesi di trattative i creditori hanno raggiunto un accordo con Kiev e hanno concordato di tagliare i crediti del 20 percento,che permetterà di risparmiare circa 3,6 miliardi di dollari su un debito di 18. Inoltre è previsto un allungamento delle scadenze di 4 anni e un tasso d'interesse sui titoli di Stato al 7,75 percento. Condizioni di favore che tuttavia rischiano di non bastare, perché il peso di questo debito senza fondo che continua a crescere rischia di diventare insopportabile per governi e istituzioni finanziarie occidentali.