Uno studio olandese

Andate male in matematica? Date la colpa a vostra madre

Andate male in matematica? Date la colpa a vostra madre
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Se risolvere i problemi, proprio quelli matematici, o fare di conto sono la cosa più difficile di questo mondo, non prendetevela con voi stessi o con chi da bambini non vi ha fatto fare tanti esercizi con il pallottoliere. Alla base di questa incapacità ci sarebbe infatti una bizzarria della natura, ovvero la carenza di un ormone materno. Lo ha scoperto uno studio olandese condotto dal VU University Medical Center e pubblicato sulla rivista European Journal of Endocrinology.

 

 

Questione di ormoni. Stiamo parlando della tiroxina, un ormone tiroideo che trasformerebbe ogni lezione di matematica in un incubo con conseguenze dirette sui risultati dei compiti in classe, costantemente al di sotto delle aspettative nonostante le ore di impegno e studio. Pare infatti che se questo fatidico ormone, durante la gravidanza, è carente, il bimbo ancora nel pancione possa ereditare un cattivo rapporto con i numeri. Lo studio andrebbe a confermare precedenti ricerche, che già dimostravano come un indice basso di tiroxina nella madre potesse portare a una riduzione dello sviluppo cognitivo del feto. Strano ma vero, almeno secondo quanto emerso dalla ricerca olandese condotta tra quasi 2mila bambini, sani e monitorati dai ricercatori dalla nascita fino ai 5 anni di età, tenendo naturalmente come principale parametro di riferimento proprio i livelli della tiroxina della mamma, misurati a 12 settimane di gravidanza. Partendo da questo dato, il team ha poi raffrontato le capacità dei vari bimbi testati sia su abilità di linguaggio che su capacità matematiche.

 

 

Chiarito il mistero matematico. I risultati della ricerca attesterebbero che bimbi nati da mamme con poca tiroxina avrebbero il doppio delle probabilità rispetto agli altri scolari di prendere brutti voti nelle interrogazioni e nei compiti in classe di matematica. Rischio che si è lievemente ridotto quando i ricercatori hanno tenuto conto di alcune altre variabili come, ad esempio, lo status socio-economico familiare e le condizioni di salute alla nascita. Il problema "matematico", anche in questo caso, comunque resta, mentre l’ormone non influenzerebbe le abilità di linguaggio risultate inalterate nei due gruppi di bambini.

Che fare, dunque? Si sta tentando di capire se l’utilizzo di integratori ormonali durante la gravidanza possa aiutare lo sviluppo mentale dei piccoli ancora in utero, sebbene questa soluzione sia già stata tentata in passato senza grossi successi. La ricerca, intanto, punta in una seconda fase a valutare se questo problema possa permanere anche in età adulta o se invece, come molte situazioni, con il tempo possa passare. In attesa di risposte scientifiche certe non ci resta che allenare la mente con i dadi e abbandonare dunque calcolatrici e affini. Senza dimenticare che c'è sempre il sudoku.

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