La commovente storia in un libro

L'infermiera che curò una donna senza rivelarle di essere sua figlia

L'infermiera che curò una donna senza rivelarle di essere sua figlia
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Phyllis Whitsell è un’infermiera inglese vicina alla soglia dei sessant’anni. La sua è una di quelle storie che vale la pena di raccontare. Quando era ancora una bambina, ma già abbastanza cresciuta per avere discernimento, i suoi genitori le hanno rivelato che era stata adottata e che la sua madre biologica, Bridget Ryan, era morta di tubercolosi. Le hanno detto di non parlare mai dell’adozione e per molto tempo Whitsell ha pensato che fosse qualcosa di cui vergognarsi. Non ha mai creduto, però, che Bridget fosse morta. In qualche modo sapeva che era viva e che un giorno l’avrebbe ritrovata. Per venticinque anni Phyllis non ha mai reso pubblica la sua vicenda. L’insistenza di un’amica giornalista, Barbara Fisher, l’ha però convinta a scrivere un libro, Finding Tipperary Mary, che uscirà nel Regno Unito il 28 novembre.

 

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[L'infermiera Phyllis Whitsell]

 

Alla ricerca di Bridget. Phyllis è cresciuta a Birmingham insieme a due fratelli e a una sorella. Si è diplomata infermiera, ha cominciato a lavorare e ha messo su famiglia. Quando si è resa conto che, ormai, non dipendeva più da nessuno, quando si è accorta di essere diventata una donna adulta e indipendente, madre a sua volta, ha ritenuto che fosse venuto il momento giusto per mettersi sulle tracce di Bridget Ryan, la mamma scomparsa su cui tante volte aveva fantasticato da piccola. Per prima cosa si è rivolta a un operatore sociale, il quale l’ha messa in guardia su ciò che avrebbe scoperto e le ha fornito il suo certificato di nascita. Poi è andata al Somerset House, l’orfanotrofio in cui è vissuta fino a quattro anni, quando è stata adottata dalla coppia che l’avrebbe poi cresciuta: «Con mia grande meraviglia, c’era una donna, un membro dello staff, che lavorava lì da quando ero stata ammessa nella struttura, a otto mesi», ha raccontato Phyllis al Daily Mail. La donna le ha confermato che era stata abbandonata quando aveva solo otto mesi. Ma non è stato per niente facile convincere la dipendente dell’orfanotrofio a dire la verità sulla madre biologica: «Era riluttante a darmi molte informazioni su mia madre, era chiaro che disapprovava». Su un dato, tuttavia, non c’era nessun dubbio: Phyllis non si era sbagliata, sua madre era viva. Si trattava solo di cercarla e di trovarla.

 

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[Bridget Ryan, detta Tipperary Mary, madre di Phyllis]

 

«Non potevo voltarle le spalle». Con molta pazienza, e dopo avere bussato a molte porte, Phyllis alla fine è riuscita nel suo intento. Ha trovato la donna che rispondeva al nome di Bridget Ryan, un’alcolizzata cronica con problemi di instabilità mentale. Vedere le condizioni in cui viveva sua madre, nota per avere condotto un’esistenza sregolata e per questo soprannominata “Tipperary Mary”, ha quasi spezzato il cuore a Phyllis: «Nonostante il mio cuore fosse quasi scoppiato davanti alla donna ferita che si è rivelata essere mia mamma, sapevo che non le avrei mai potuto permettere di minare la serenità della mia famiglia». Il passato non poteva essere cambiato e non doveva stravolgere il presente di Phyllis. «Ma non potevo nemmeno voltarle le spalle. Non era la figura da fiaba che avevo immaginato, ma era sempre mia madre », ha aggiunto l’infermiera.

 

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[Phyllis con l'amica giornalista Barbara Fisher, che l'ha convinta a scrivere il libro]

 

Da figlia a infermiera. Phyllis Whitsell doveva fare qualcosa per sua madre. Voleva prendersi cura di lei, curarla, ma non poteva farlo come figlia. Avrebbe spezzato degli equilibri costruiti con fatica nel corso di molti anni. Così, ha deciso di assistere Bridget Ryan nelle vesti dell’infermiera di quartiere. Ha aggiunto il nome di sua madre alla lista dei pazienti abituali e ha cominciato ad andare da lei ogni giorno. Ha pulito i suoi vestiti e le sue ferite: «Il mio lavoro mi ha protetto. La mia uniforme mi ha protetto. Il mio addestramento mi ha reso comprensiva nei confronti della sua vulnerabilità e e mi ha permesso di nascondermi dietro al mio ruolo», ha affermato Phyllis. Si è presa cura della madre per quasi dieci anni, dal 1981 fino al 1990, quando Bridget è morta, all’età di 74 anni. Non le ha mai detto di essere sua figlia. È però riuscita a farla parlare dei cinque figli che ha avuto e che ha abbandonato. Il giorno in cui l’anziana signora ha parlato della piccola Phyllis, con affetto e tenerezza, la maschera professionale di infermiera ha faticato a nascondere la commozione: «È stato il giorno più bello e insieme più tragico di tutta la mia vita».

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