Tra Paesi e sapori

I 20 piatti migliori a Expo

I 20 piatti migliori a Expo
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Ne abbiamo sentito parlare così tanto che oramai ci siamo abituati alla sua straordinaria presenza. E invece, tra circa 15 giorni, Expo Milano 2015 finirà, lasciandosi alle spalle le sue code, le sue meraviglie nascoste, i suoi padiglioni, profumi e colori. Ma, soprattutto, i suoi sapori. Perché Expo è soprattutto un’enorme, grandissima e ricchissima fiera del gusto. Con 149 Paesi partecipanti (e rispettivi ristoranti) e il tema comune incentrato sulla nutrizione del pianeta, era scontato che il cibo avrebbe presto preso il sopravvento su tutto.

Chi ci è stato più di una volta ha potuto, oltre che godersi le bellezze (architettoniche e culturali, s’intende) sparse tra Decumano e Cardo, provare e assaggiare le prelibatezze offerte da alcuni dei 150 tra ristoranti, bar e chioschi che animano l’Expo. Tra questi assidui frequentatori c’è stato anche Federico Bona, che in questi 6 mesi s’è occupato appositamente di cibo all’Esposizione Universale per il noto settimanale Vanity Fair. E che, pochi giorni fa, ha pensato bene di stilare una lista dei 20 piatti che non potete assolutamente perdervi se decidete di andare o tornare nell’enorme area di Rho. Noi, da grandi buongustai, non potevamo che riproporvela, escludendo però da questo speciale ranking quello che, a nostro parere, li batte tutti: il risotto alla milanese del grande chef Davide Oldani in vendita per soli 10 euro. Ma ora iniziamo questo speciale viaggio all’Expo. Che le pance vostre si facciano capanna: buona lettura e, soprattutto, buon appetito.

 

Parmentier d’anatra – Francia

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Benvenuti al Café de Chefs, il ristorante del padiglione francese nelle cui cucine si sono alternati alcuni dei migliori chef d'Oltralpe. E nel ricchissimo menù del locale la scelta è ricaduta su questo secondo: parmentier d’anatra confit all’arancia con patata dolce. Si tratta di un piatto della tradizione francese, rinvenibile in qualsiasi brasserie, la cui ricetta risale al 1700. In questo caso il classico tortino di patate è stato rivisitato con l’anatra all’arancia e usando, invece che le classiche patate, quelle dolci. Il tocco di classe è dato dagli spicchi di arancia fresca e la salsa gatrique. Prezzo: 18 euro.

 

Shakshuka – Israele

Shakshuka

Il piatto perfetto per trasformare delle semplici uova in un piatto gourmet ricchissimo, con pomodori, peperoni, spezie e, nel caso del ristorante presente nel padiglione israeliano, anche melanzane e feta. La ricetta, esposta proprio dallo chef israeliano, la potete trovare QUI. Noi ci limitiamo a sottolineare come rappresenti il piatto perfetto per un pranzo gustoso ma veloce. Prezzo: 13 euro.

 

Ceviche de camarones – Ecuador

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L’emblema. Di più, l’icona. Come descrivere diversamente il ceviche, piatto tipico dei Paesi sudamericani che si affacciano sull’Oceano Pacifico? Semplicemente stiamo parlando di una marinatura preparata con limone, lime o arancio, cui possono aggiungersi coriandolo e peperoncino e utilizzata soprattutto per il pesce crudo, ma non solo. Questa, però, è solo base, dalla quale poi possono nascere milioni di varianti. A Expo è consigliatissima quella dell’Ecuador, frutto della passione del giovane chef Sebastian Navas. Al centro di questo piatto due eccellenze del suo Paese: i gamberi e le rose. La ricetta la potete trovare QUI. Prezzo: 12,50 euro.

 

Terrina ai tre salmoni – Gran Bretagna

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Se pensate che la cucina britannica abbia ben poco da offrire, fate un giro al padiglione UK a Expo e ricredetevi. Si tratta infatti di uno dei padiglioni che offre uno dei menù più spettacolari di tutta la manifestazione. Merito delle ricette pensate da Anton, chef del Mosimann's, ristorante londinese tra i più apprezzati e a cui è stata data l’occasione di presenziare a Expo. Tra le portate di questo padiglione (tutte a prezzi accettabilissimi), una spicca su tutte: la terrina ai tre salmoni scozzesi (affumicato, al vapore e marinato), con spinaci e cream cheese. Un piatto fresco, sano e buonissimo, identico addirittura a una delle portate preparate dallo stesso staff del Mosimann’s per il matrimonio di William e Kate. Prezzo: 8 euro.

 

Insalata Olivier – Russia

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Sì, un po’ banale, ma è così: in Russia vi consigliamo niente meno che… un’insalata russa. Come ricorda Vanity Fair, la storia di questo comunissimo piatto è tra le meno chiare e le più nebulose. Nel padiglione russo sposano la versione che a inventarla, nell’Ottocento, fu un cuoco di origini francesi, tale Lucien Olivier, che la serviva a Mosca come piatto ricercatissimo, fatto di ingredienti costosi come il caviale o l’aragosta o gli uccelli di cacciagione. Non per nulla nel menù pensato e ideato da Andrey Makhov, chef a capo di uno tra i migliori ristoranti di Mosca, il Cafè Pushkin, la potete trovare indicata come “Insalata Olivier”. La sua ricetta la trovate QUI. Prezzo: 9 euro.

 

Machboos di pesce – Oman

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Da noi la chiamiamo paella, in Oman la chiamano machboos. Si tratta della versione locale del tipico piatto iberico, importato nel Paese arabo nel XVI secolo dai portoghesi. Non poteva però mancare un tocco tipicamente mediorientale in questo, già di per sé, buonissimo piatto: gli omaniti hanno infatti pensato bene di aggiungere il limoo amani, il lime tipico dell’Oman, disidratato. Oltre che un po’ di loro spezie naturalmente. Il risultato è un’esplosione di profumi che poi, nella bocca, danno vita a una delicata danza di sapori. La ricetta la trovate QUI. Prezzo: 17,40 euro.

 

New England lobster roll – Food Truck Usa

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Trovare dove fanno questo tipico esempio di street food gourmet non è semplicissimo. Vi dovrete infatti affidare alla vostra cartina che vi porterà ai Food Truck degli Usa, ovvero quei baracchini che offrono di tutto e di più da mangiare nei pressi del padiglione americano. Su tutte le prelibatezze presenti, spicca questo panino all’astice, fatto proprio con la materia prima considerata di maggior qualità: l’astice del New England. Prezzo: 15 euro.

 

Pizza dell’Alce Nero Berberè – Biodiversity Park

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Lontano dal traffico di Cardo e Decumano, un po’ nascosto dai percorsi più battuti, trovate il Biodiversity Park, una sorta di oasi naturale nell’oasi di Expo. E, proprio qui, potrete godere del piacere di assaggiare una delle pizze più buone che abbiate mai mangiato. Stiamo parlando della pizza dell'Alce Nero Berberè, fatta esclusivamente con ingredienti bio. Farine macinate a pietra e fermentazione lenta, da lievito madre, le donano una pasta scura leggerissima e una crosta croccante al punto giusto. Prezzo: 8 euro.

 

Hummus – Libano

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A Expo potete trovarne tanti di hummus. Ma il più buono è quello del Libano, perché ha i sapori più equilibrati. Stiamo parlando, naturalmente, della salsa a base di ceci molto diffusa in tutta l’area mediterranea orientale. La versione libanese vince perché ha un equilibrio perfetto tra ceci, succo di limone e tahina. E in più è senza aglio, cosa che aiuta talvolta. A raccontare i segreti di questo piatto (QUI) è stato lo chef Jad Simionides. Prezzo: 4 euro da solo, 14 o 16 euro se inserito in una meze con 6 assaggi, vegetariana o con carne.

 

Bibimbap – Corea del Sud

Bibimbap

L’armonia in un piatto. Armonia di sapori, ma anche bellezza e salute. Tutto racchiuso nel bibimbap, tipica insalata di riso, verdure e salsa piccante della tradizione sudcoreana. Un piatto che rispecchia i cinque elementi e l’ordine dell’Universo attraverso i cinque colori dei suoi ingredienti. A proporla a Expo è Sang Wook Wi, lo chef del Bibigo, il ristorante del padiglione della Corea del Sud. La sua esclusiva ricetta la potete consultare QUI. Prezzo: 15 euro.

 

Gelato al baobab – Angola

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Noi la chiamiamo baobab, mentre in Angola quella pianta è l’imbondeiro, che dà vita a un frutto particolare, dolce e delicato, la muqua. Lo chef Kitaba (che ha solo 30 anni), responsabile delle cucine del padiglione dell’Angola a Expo, ha pensato bene di offrire ai visitatori, nel suo menù, anche un gelato a base di questo particolare frutto. Un gelato che sa di tradizione, visto che è quello che le nonne offrono ai nipotini nel Paese africano. È facilissimo da fare (leggete QUI), ma è soprattutto buonissimo. Provare per credere. Prezzo: 2,50 euro a coppetta.

 

Arepa de huevo, queso y carne – Colombia

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È uno dei padiglioni più coinvolgenti, tanto che c’è sempre coda per entrarci. E la sua cucina non è da meno: la Colombia, infatti, sotto la guida di chef Ricardo Ramirez, ha un piatto che non potete perdervi, ovvero le arepas. Sono delle specie di panzerotti a base di mais, ripieno di uova, formaggio e carne. Basta un morso per volare in Sud America, soprattutto se lo accompagnate, da veri colombiani, con un fresco succo di frutta. QUI la ricetta. Prezzo: 10 euro.

 

Buffalo burger – Apecar di Italian Street Burger

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L’hamburger lo potete trovare un po’ dappertutto, ma come questo qui siamo certi che non ce n’è. Si tratta di un gustosissimo hamburger fatto con carne Fassona piemontese racchiusa tra due fette di pane fresco con mozzarella di bufala D.O.P., pesto di pomodori secchi, foglie di spinacio fresco a crudo e maionese leggera. Se volete potete provare anche quello veg o quello con la cotoletta. L’apecar di Italian Street Burger la troverete tra Decumano e Cascina Triulzia. Prezzo: 10 euro con patatine.

 

Pollo satay – Indonesia

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Se un piatto è buono, difficile resti confinato nel Paese che l’ha creato. Per questo il pollo satay, tipicamente indonesiano, è oggi diffusissimo in tutto l’Oriente. Ma quello di chef Reiky Alfaridzi, responsabile dei fornelli indonesiani, ha una marcia in più. Non è altro che del pollo con salsa alle arachidi ed è l’emblema del perfetto street food: buono, economico, gustoso, leggero e comodo perché servito a mo’ di spiedino. QUI tutti i suoi segreti. Prezzo: 5 euro.

 

Zereshk polo ba morgh – Iran

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Un piatto ricco di profumi, sapori e sensazioni, in grado di trasportarvi nel cuore dell’antica Persia. Si tratta di riso e pollo cucinati con zafferano, pistacchi, mandorle e spezie, servito con le rossissime bacche di Berberis. Un piatto veramente pieno (e abbondante), con un prezzo leggermente sopra la media: 17,50 euro.

 

Coscia di lepre con gnocchi di pane – Repubblica Ceca

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Dopo tanti sapori esotici, un piatto che ci porta a Nord, tra boschi e natura incontaminata. Questo piatto vede al suo centro la lepre, cotta a bassa temperatura e servita con dei gustosi gnocchi di pane. La sua forza è l’equilibrio dei sapori tra la carne “selvaggia” della lepre, la sua salsa di cottura e la dolcezza della salsa di mirtilli con la panna. Prezzo: 21 euro.

 

Syrne – Kazakistan

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Semplicemente uno stufato di agnello con patate e cipolle. Già, semplice, se non fosse che è un piatto kazako, e là di semplice non c’è niente. Lo conferma lo chef Azamat Aliakparov: «Di noi non si capisce niente: sembriamo cinesi, parliamo russo e siamo musulmani». Al di là delle battute, la forza del syrne sta anche nella sua preparazione: viene cotto sotto la sabbia, all’interno dello stomaco di una pecora. Un vero piatto da nomadi, che poi, solitamente, si lascia lì, in modo tale che possano goderne anche i nomadi che verranno. QUI la sua storia e la sua ricetta. Prezzo: 15 euro.

 

Kisir – Turchia

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Più che un piatto, l’aperitivo perfetto per una rimpatriata tra amici. Semplice, buono, veloce da gustare. A consigliarlo è Murat Tasdemir, chef del padiglione della Turchia a Expo. Si tratta di bulgur (di fatto del cous cous) con pomodoro e spezie. La menta usata nella preparazione offre un tocco rinfrescante veramente piacevole, ma è tutta un’esplosione di sapori. Cliccate QUI per saperne di più. Prezzo: 4 euro.

 

Tajine di pollo con olive e conserva di limoni – Marocco

Tajine di pollo con olive e conserva di limoni

Anche in questo caso la tradizione sopra tutto. Il tajine, infatti, non è altro che lo stufato tradizionale marocchino e in generale di tutto il Nordafrica. La cosa che più piace di questo piatto è la tenerezza della carne, che rimane anche molto “sugosa”, mentre il particolare tipo di cottura offre una vera e propria esplosione di sapori. Prezzo: 12 euro.

 

Paella – Spagna

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A differenza dei precedenti piatti, la paella la conoscono tutti. Farla buona, però, non è mica facile. I segreti li ha raccontati a Vanity Fair lo chef spagnolo Miquel Farin, responsabile delle cucine del padiglione iberico e del Celler de Can Roca di Girona, oggi considerato il miglior ristorante del mondo. La ricetta della sua paella la trovate QUI, mentre per assaggiarla non dovete fare altro che andare a Expo. Prezzo: 18 euro.

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