L'app che ti ritrova le chiavi perse e altre 4 novità tecnologiche
Gli studi di ricerca universitari e le sempre più numerose startup sono in costante ricerca di invenzioni che migliorino la nostra vita, o la rendano anche semplicemente più comoda e meno faticosa. Ecco, quindi, le novità più interessanti presentate in questi giorni.
1 - G-Tag: un gadget per ritrovare gli oggetti grazie allo smartphone
https://youtu.be/Jvpum6s1jv8
La vita quotidiana è sempre più frenetica e per qualche strano motivo siamo sempre in ritardo rispetto alla nostra tabella di marcia. Perciò non è inusuale trovarsi ad uscire di casa di fretta e dover subito tornare indietro perché ci siamo dimenticati qualcosa di fondamentale. Una ricerca condotta dalla società assicurativa Esure ha rivelato che in media ogni persona perde almeno 15 minuti al giorno per cercare uno o più oggetti smarriti. Le chiavi dell'auto, il portafogli, le stesse chiavi di casa diventano introvabili proprio quando è meno opportuno, così c'è chi ha pensato ad un modo semplice ed intelligente per facilitare la ricerca, all'interno delle mura domestiche ma non solo. Si chiama G-Tag ed è prodotto dalla casa tedesca Gigaset. È un piccolo accessorio grande più o meno come un portachiavi, che emette un segnale Bluetooth rilevabile dal nostro smartphone. Grazie all'app abbinata è possibile trovare l'oggetto seguendo le indicazioni sul nostro telefono ma si può anche impostare un avviso quando determinati oggetti escono dal nostro raggio d'azione, impedendoci di lasciare a casa ciò che ci serve. Vi è mai capitato di dimenticare le chiavi dell'auto sul tavolo o sul bancone di un bar o di un ristorante? Con G-Tag verrete avvertiti appena usciti dal locale evitando ulteriori problemi. Ha un raggio d'azione garantito di 30 metri, ideale per gli ambienti interni, ma è provvisto anche una funzione gps, che permette ad esempio di ritrovare l'auto in un parcheggio, memorizzando la posizione al momento della sosta.
2 - Hudway Glass: un display proiettato sul parabrezza dell'auto
Le tecnologie che riguardano la realtà aumentata non stanno soltanto impegnando i produttori di dispositivi come Google Glass, ma da anni sono al centro degli investimenti e della ricerca delle maggiori case automobilistiche. Sono stati annunciati diversi modelli di auto di lusso forniti di parabrezza interattivo, in grado di mostrare informazioni durante la guida, come la schermata del navigatore, per evitare al guidatore di dover distogliere gli occhi dalla strada. Viene chiamato HUD o Head Up display, ma è una prerogativa di mezzi dal prezzo spesso inaccessibile ai più, e per questo motivo fino ad oggi non c'è stata una diffusione abbastanza vasta. Ma ora, forse, le cose cambiano: una startup californiana, la Hudway, ha presentato il suo progetto chiamato Hudway Glass, un dispositivo molto semplice da applicare alla base del parabrezza delle nostre auto e dal costo davvero interessante di appena 50 dollari. La campagna di raccolta fondi è iniziata su Kickstarter ed i 300mila dollari richiesti sono stati presto raggiunti e superati. Hudway Glass è composto da un supporto dal quale si apre un piccolo schermo trasparente, su cui vengono riflesse le immagini provenienti dal display del nostro smartphone, permettendoci di visualizzare tutte le informazioni direttamente dal nostro navigatore. Viene posizionato sulla plancia grazie a degli adesivi 3M che, assicurano i produttori, sono facilmente rimovibili e non causano danni alla superficie, ma sono abbastanza resistenti da aver superato una prova d'uso anche durante una gara di rally.
3 - La pelle artificiale in grado di "sentire"
Una professoressa di ingegneria chimica all'Università di Stanford, Zhenan Bao, ha passato circa dieci anni cercando di sviluppare un materiale che imitasse la capacità della pelle umana di piegarsi e rigenerarsi, ma che fosse anche in grado di inviare al cervello la sensazione del tatto, della temperatura e del dolore. Secondo quanto scritto su Science, il suo lavoro ha superato un nuovo traguardo, riuscendo a replicare una delle capacità del tatto, ovvero quella di distinguere la diversa pressione che viene applicata ad esempio tra una stretta di mano o una carezza. Il successo raggiunto dalla professoressa, aiutata dal suo team è notevole: «È la prima volta che un materiale flessibile, simile alla pelle, è in grado di rilevare la pressione e di trasmetterla al sistema nervoso», ha spiegato Zhenan Bao. Il team ha sviluppato dei componenti elettronici flessibili, grazie anche alla collaborazione dei ricercatori della Xerox, compagnia specializzata in tecnologie, che utilizzano una stampante per depositare circuiti flessibili in materiali plastici. Il prossimo passo sarà lo sviluppo di nuovi sensori per replicare ad esempio la capacità di distinguere il caldo dal freddo, ma saranno necessarie altre ricerche: il tatto infatti è composto da sei diversi meccanismi cerebrali e soltanto uno ha risposto positivamente negli esperimenti del team di Stanford.
4 - Lumen: la torcia che funziona con il calore umano
La ricerca di energie alternative è una delle prime preoccupazioni della scienza di oggi, e quando si tratta di dispositivi che necessitano di poca potenza è possibile trovare soluzioni alternative sfruttando ciò che abbiamo già a disposizione. Accadeva ad esempio con le vecchie dinamo sulle biciclette, usate per accendere una piccola luce che illuminasse la strada di sera, ed accade ora grazie ad un'altra geniale invenzione lanciata su Kickstarter. Lumen è una mini torcia pensata per essere usata ad esempio come portachiavi, in grado di funzionare senza l'ausilio di alcun tipo di batterie, ma sfruttando semplicemente il calore del nostro corpo. Funziona con una tecnologia chiamata TEG, composta da piccole barre ceramiche in grado ci produrre corrente elettrica grazie alla differenza di temperatura tra la parte superiore e quella inferiore. È sufficiente quindi che il sensore rilevi la differenza tra la temperatura ambientale e la temperatura della mano (36-37 gradi) per accendere la luce a led, e nel caso in cui venisse prodotta energia in eccesso il dispositivo è in grado di immagazzinarne una piccola scorta. L'investimento richiesto sulla pagina Kickstarter era modesto, appena 5000 dollari, ma in pochi giorni ne sono stati raccolti oltre 120mila, e la versione base che è venduta a 35 dollari è già andata a ruba. Esistono in tutto quattro versioni di Lumen, le differenze sono nel materiale utilizzato per il corpo, che può essere alluminio o nella versione più pregiata in titanio, e nella presenza di una barra fosforescente, utile per rendere visibile il piccolo dispositivo anche al buio.
5 - Pneumatici intelligenti grazie a sensori e algoritmi
Uno degli elementi soggetti maggiormente all'usura sulle nostre autovetture sono gli pneumatici, che spesso richiedono più manutenzione e controlli di altre parti meccaniche che paiono ben più complesse. Non è raro che qualcuno si dimentichi di controllare la pressione o l'usura delle proprie gomme, anche perché secondo gli esperti del settore bisognerebbe ricorrere ad un controllo almeno una o due volte ogni mese. Per evitare spiacevoli imprevisti un team di ricercatori della scuola superiore Sant'Anna di Pisa, uniti in un gruppo interdisciplinare dell'Istituto Tecnologie della Comunicazione, dell'Informazione, della Percezione, ha studiato una soluzione. SmartTyre, questo è il suo nome, è un pneumatico "intelligente" perché è in grado grazie alla presenza di sensori di raccogliere i dati sullo stato di usura dei pneumatici, facendo analisi e calcoli in tempo reale per comunicare al conducente eventuali problemi. È provvisto di un sistema d'allarme che si attiva in caso di rischio imminente: «Se la gomma è tagliata o deformata, per esempio - hanno spiegato i ricercatori - consiglia di fermarsi per evitare rischi e di sostituire il pneumatico». Anche le assicurazioni sono interessate a questi dispositivi, grazie ad essi infatti è possibile ridurre i rischi delle polizze, e perciò si può proporre a chi monta questa tecnologia un prezzo più vantaggioso.