Parola di Renzi

Il Ponte sullo Stretto si farà (ed è una gran bella notizia)

Il Ponte sullo Stretto si farà (ed è una gran bella notizia)
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Il Ponte sullo Stretto si farà. Lo ha detto senza timori Matteo Renzi parlando a Bruno Vespa nel libro di prossima uscita. Renzi si allinea dunque a Berlusconi e rilancia progetto che l’Italia sta inseguendo sin dal lontano 1969 quando venne lanciato il primo concorso internazionale di idee. In realtà il sogno del Ponte ha radici molto più lontane, visto che anche i romani, una civiltà che quanto a infrastrutture non è stata seconda a nessun’altra, ci avevano pensato. Ne riferisce Plinio il Vecchio raccontando del progetto del console Lucio Cecilio Metello, anno 251 avanti Cristo!, di fare un ponte di barche e botti, per portare in continente i 140 elefanti catturati ad Annibale. Naturalmente la soluzione aveva un limite grave: non avrebbe permesso alle navi di passare per lo Stretto.

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Tutti, da Carlo Magno ai Normanni sino ai Borbone hanno covato il sogno di superare quel tratto di mare e di legare la Sicilia alla Terraferma. Ma i problemi tecnici erano sempre sovrastanti. Ora i problema tecnici sono invece tutti sotto controllo: come venne dimostrato il 12 febbraio 2010 quando al Palacultura di Messina venne presentato il progetto cui il governo Berlusconi aveva dato il via. Un progetto di grande valore tecnologico, che avrebbe fatto del Ponte il più lungo ponte sospeso del mondo, con una campata unica di 3,3 chilometri, contro gli 1,9 del ponte di Akashi Kaikyo, in Giappone, che oggi detiene il record. Oltre al ponte il progetto prevedeva 40 km di svincoli. Il tutto sotto la revisione estetica di Daniel Liebskind, l’architetto polacco che ha costruito i nuovi grattacieli al posto delle Twin Tower. In tutto il progetto del Ponte aveva impegnato oltre 100 ingegneri italiani ed esteri e 12 istituti universitari. Insomma un progetto ad altissima tecnologia.

 

 

Ovviamente il progetto aveva il difetto di costare (3,88 miliardi di euro alla società che aveva vinto la gara di appalto, la società temporanea di imprese Eurolink). E così quando al governo Berlusconi lasciò il posto a Mario Monti, con puntiglio da contabile il professore bocconiano decise per la rinuncia. E mise nella legge di Stabilità (del 2012) 300 milioni di euro per pagare tutte le penali conseguenti alla rinuncia. Con una serie di drammatiche conseguenze a catena. Alcune delle quali sono fatti di cronaca attualissima: le frane e la mancanza d’acqua a Messina. Infatti tra le opere collaterali del Ponte c’erano dei monitoraggio già in essere per tenere sotto controllo movimenti e infiltrazioni sulle due sponde. Il sistema di monitoraggio già attivato è stato sospeso (e anche smontato con costi non indifferenti) perché nessuna delle amministrazioni ha voluto prendersene carico, come ha raccontato Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.

Paradosso vuole che nel frattempo i lavori sulla Salerno Reggio Calabria hanno avuto un’accelerata. Quest’estate è stato aperta la grande variante che ha portato il percorso all’interno eliminando i grandi viadotti sulla costa calabrese di Scilla. E il percorso si chiude con un grande e moderno svincolo per Villa S
an Giovanni dove le auto si mettono tristemente in fila aspettando il turno al traghetto. Il Ponte avrebbe infatti una capacità sino a 9mila veicoli all’ora e di 200 treni al giorno. Che oggi invece se ne stanno pazientemente in attesa per attraversare quel bindello di mare.

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