Il fantastico lavoro del rumorista che ricrea nei film i suoni della vita
All’interno della realizzazione di un film, nel vasto è articolato ramo del cosiddetto “suono”, c’è un ruolo di cui si parla poco o nulla, che sta nelle retrovie, invisibile agli occhi dello spettatore, ma senza il quale non sarebbe possibile creare qualcosa di bello: stiamo parlando del ruolo del rumorista. Quando una donna si spazzola i capelli, quando viene su il caffè, quando scende l’acqua della doccia, quando un personaggio sale una rampa di scale: tutti dettagli pressoché irrilevanti in un film, ma dietro ai quali si cela un lavoro ormai considerato alla stregua di una vera e propria arte, quello del rumorista appunto, che crea una sorta di colonna sonora parallela a quella tradizionale e senza la quale ogni scena perderebbe tutto il suo realismo.
The Foley Artist. All’ultimo Berlin Fashion Film Festival, il premio per la miglior colonna sonora e la miglior produzione è stato vinto da un cortometraggio intitolato The Foley Artist, "l’artista del rumore", in cui in poco più di 3 minuti viene presentato, in tutta la sua genialità, il mestiere del rumorista. Nel video un professionista del suono mostra i trucchi del mestiere mentre riproduce tutti i rumori di una ragazza che si sveglia e si prepara per uscire. La sveglia che suona, i passi sul parquet, la doccia, la scelta degli abiti: dietro a questi minuscoli aspetti di una scena cinematografica c’è l’universo del rumorista, fatto di strumenti impensabili e trovate geniali per riprodurre suoni quotidiani e a cui, solitamente, non si dà il minimo peso. Avreste mai pensato, per esempio, che per riprodurre il gorgogliare della moka c’è un uomo che soffia con una cannuccia in un bicchiere? O che il fruscio dei vestiti tirati fuori dall’armadio è realizzato grazie a dei ventagli? Sono solo alcune piccole chicche che i rumoristi pensano per dare pieno realismo alle scene dei film.
Un’arte vera e propria. A partire dal dopoguerra, ovvero con la nascita del doppiaggio, il mestiere del rumorista ha assunto un ruolo di sempre maggior rilievo all’interno dell’industria cinematografica, con la nascita di apposite scuole e corsi che hanno portato gli operatori del settore a considerare quella del “fare rumori” una scienza prossima, se non ormai compatibile, al concetto di arte. Purtroppo, per il momento, l’ufficiale riconoscimento artistico non è ancora arrivato, e per esempio in Italia, attraverso l’Associazione Creatori di Suoni, i rumoristi nostrani stanno lottando per vedersi garantiti i diritti d’autore connessi al loro lavoro e alle loro straordinarie intuizioni. Ma anche in assenza dell’investitura istituzionale, nulla è tolto alla genialità di una professione che richiede studio, dedizione e tantissima creatività.
Il mestiere del rumorista. Prima di iniziare la lavorazione, il rumorista vede il film insieme al regista, ascoltando la colonna guida in modo da ricreare suoni i più possibili simili all’originale e che corrispondano alle esigenze del regista. Si passa poi alla registrazione dei rumori, che viene realizzata in una sala d'incisione con l’aiuto di un fonico, il quale ha il compito di controllare la qualità e il livello di registrazione dell’audio. Il tempo di lavorazione per preparare una cosiddetta “colonna rumori scena” dipende dal tipo di film ma soprattutto dall’esperienza e dalla fantasia del rumorista. Si tratta di un lavoro certamente faticoso, poiché necessita di restare chiusi per molte ore al giorno in una stanza e fare e rifare tutti i movimenti dei personaggi del film (passi, fruscii di stoffa, versamenti…) il più possibile sincronizzati con le immagini che passano sullo schermo. Ma anche un lavoro divertente, perché immaginate la sala di un rumorista, dove si possono trovare campanelli, ghiaia o terra, decine di paia di scarpe diverse, carrelli, finestre, vari tipi di pedane e pavimenti in marmo, legno e metallo, e tutto quanto la fantasia del rumorista possa partorire. Nel video che segue, il professionista Edmondo Gintili spiega come prepara i rumori di una scena.