1 milione e 200mila persone morte all'anno

Allarme rosso smog a Pechino Forse se ne sono accorti (era ora)

Allarme rosso smog a Pechino Forse se ne sono accorti (era ora)
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Allarme rosso a Pechino. Per la prima volta nella sua storia la megalopoli cinese da 21 milioni di abitanti si fermerà a causa dello smog. Infatti, dalle 7 di mercoledì 9 sino alle 12 di giovedì 10 dicembre le autorità locali hanno indetto la chiusura di tutti i cantieri all’aperto e delle fabbriche più inquinanti, mentre le auto circoleranno solo a targhe alterne. Poi, si spera, dovrebbe arrivare il vento a far diradare la nube di smog che avvolge la città e la situazione dovrebbe tornare alla normalità. Nel frattempo anche le scuole elementari e medie rimarranno chiuse e a tutti i cittadini è stato chiesto di non uscire di casa se non è strettamente necessario.

 

China Smog

 

La misura estrema si è resa necessaria per cercare di arginare una situazione divenuta insopportabile. È notizia di qualche giorno fa che la concentrazione di polveri sottili nell’aria era arrivata a 1.157 microgrammi al metro cubo (μg/m³), cioè 58 volte sopra il limite di 20 μg/m³ considerato «preoccupante» dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Le conseguenze per l’organismo umano sono, ovviamente, deleterie. In Cina ogni anno 1 milione e 200mila persone muoiono a causa di malattie derivanti dallo smog e in vent’anni la speranza di vita media nel Nord del Paese è scesa del 5,5 percento. Si è stimato che respirare l’aria inquinata di Pechino equivalga a fumare 1,5 sigarette all’ora (circa due pacchetti di sigarette al giorno).

China Smog
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(AP Photo/Ng Han Guan)

China Forecasting Smog
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(AP Photo/Ng Han Guan)

China Pollution
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(AP Photo/Andy Wong)

China Face Mask Fashion Photo Package
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(AP Photo/Andy Wong)

All’origine del problema vi è l’uso smodato di carbone da parte della Cina. Il carbone è la fonte di energia fossile più vecchia nonché più inquinante al mondo. Più vecchia perché il suo utilizzo risale alla rivoluzione industriale e più inquinante perché attualmente rappresenta il 44 percento delle emissioni di CO2 provocate da combustibili. In Europa e in America, proprio a causa del suo fattore inquinante, il carbone è ormai poco utilizzato, ma in Paesi come India e Cina è ancora alla base del sistema energetico. Infatti, nel 2014, la Cina ha utilizzato la metà della produzione mondiale di carbone e l’India il 9,3 percento (ma la domanda è cresciuta del 100 percento in un anno). Come se ciò non bastasse, il sistema di riscaldamento del Nord della Cina è alimentato a carbone, rendendo la stagione invernale la più “pericolosa”.

 

China Smog AlertThe Week That Was In Asia Photo Gallery

 

Tutto questo a pochi giorni dalla conferenza sul clima di Parigi dove la delegazione cinese ha promesso il taglio delle emissioni di gas serra del 60 percento entro il 2030, assicurando la creazione di un fondo di solidarietà alle nazioni meno sviluppate di 1,3 miliardi di dollari. Una rinnovata sensibilità del governo di Pechino basata, anche, sulla consapevolezza della classe media cinese, che, come dicono i sondaggi, percepisce l’inquinamento come il primo problema del Paese.

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