Provate a indovinare qual è il Paese che produce il 90% degli euro falsi

La notizia sembra accordarsi a un certo immaginario che vuole gli italiani furbi, arraffoni, disposti a frodare lo Stato pur di arricchirsi: il 90 percento di tutti gli euro falsificati al mondo è stato prodotto in Italia. Ci vengono in mente i grandi della comicità amara del nostro cinema, da Sordi a Totò, passando per il ragioniere Ugo, mentre si prodigano goffamente in un qualche stanzone di una fabbrica abbandonata con macchinari, rulli e inchiostri vari (come Frank Abagnale/Leonardo Di Caprio in Prova a prendermi). Con le moderne filigrane e tecniche grafiche complesse, il falsario all’antica è diventato un personaggio un po’ obsoleto; ma in realtà proprio per la difficoltà della tecnica, chi riesce a produrre banconote false deve essere un mezzo genio.
Napoli domina insieme ai cinesi. La notizia è stata data un paio di giorni fa da Il Sole 24 Ore: il Nucleo Carabinieri Antifalsificazione monetaria ha reso noto che il 90 percento della moneta europea falsa sequestrata nel 2015 è di origine italiana, con il "Napoli Group" che predomina. Il totale degli euro falsi sequestrati nell’anno appena concluso è di 54 milioni: ciò significa che poco meno di cinquanta di questi sono marchiati col tricolore. Si parla di ben 248 persone arrestate e 882 indagate, distribuite in 4 stamperie clandestine. Tra i più attivi in ambito internazionale ci sono poi i cinesi: non è una novità il dialogo fitto tra Cina e Napoli in certi settori di illegalità, almeno dai tempi della pubblicazione di Gomorra.
Anche le monetine. La novità di quest’anno riguarda le monetine: la quantità sequestrata è aumentata del 12 percento, toccando quota 170mila pezzi in Europa. Insomma, l’immagine del falsario un po’ straccione non è così distante dalla verità: ormai anche i criminali fanno la fame e si trovano a dover cercare di rubare anche sui 2 euro. Viene in mente Mastro Adamo della Commedia dantesca, che toglieva 3 dei 24 carati d’oro da ciascuna moneta fiorentina, sostituendoli con metalli vili. Certo, è un lavoro che fa guadagnare poco per volta, ma se portato avanti con costanza per anni rende ricchi. Lo stesso vale per i falsari moderni. Tra le banconote, vanno per la maggiore quelle da 20 euro (55 percento) e da 50 (30 percento); tutte le altre insieme arrivano appena al 15 percento.
Il commento. Stando a quanto dice il colonnello Francesco Ferace, comandante della sezione dei Carabinieri anti-falsificazione, dopo un 2014 di grande espansione, questa pratica ha visto un netto calo nel 2015. «Purtroppo il 90 percento della moneta falsa arriva dal nostro Paese, in particolare grazie ai famigerati tecnici, disegnatori e falsari del "Napoli Group", storicamente residenti nelle province di Napoli e Caserta». Intanto, per combattere in modo capillare questa pratica criminale, i Carabinieri stanno portando avanti un’attività formativa, rivolta ai funzionari di banche e anche alle forze di polizia di paesi esteri, meno esperte delle nostre, all’interno del programma Pericles, varato dalla Commissione europea per rafforzare le difese nei confronti della nostra moneta unica. L’anno prossimo si terranno lezioni alle forze di polizia di Turchia, Serbia e Bulgaria.