Il trenino più grande del mondo E il suo simpaticissimo costruttore

Bruce Williams Zaccagnino, un italo-americano di Flemington, New Jersey, ha cominciato a costruire un trenino in miniatura sedici anni fa. Per lui era un hobby, un piacevole hobby, ma col tempo è diventato qualcosa di più coinvolgente. Ha costruito a mano ogni cosa, con il prezioso aiuto della moglie Jean: carrozze, binari, paesaggio, edifici. Il 18 dicembre 1996 la coppia ha scelto di rendere pubblico il progetto e di ammettere i visitatori. Il “modellino” – che di piccolo non ha proprio nulla, ad eccezione della riduzione in scala – si chiama Northlandz, The Home of The Great American Railway. Comprende 100 treni, 400 ponti, alcuni dei quali sormontano dei grandi canyon, ha più di 14 chilometri di binari e 3mila edifici che formano città e piccoli paesi. E ci sono pure 50mila strade. Zaccagnino è giustamente fiero della sua creazione: «Non c’è nient’altro come questo. I visitatori escono dicendo che è una delle meraviglie del mondo», ha raccontato al Daily Mail.
Un modellino da guinness dei primati. La maggior parte degli scenari sono rappresentazioni di luoghi reali, come un paese svizzero oppure una grande città americana. «Una parte del modello mostra anche la storia delle ferrovie negli Stati Uniti attraverso i secoli – con scene famose, come la connessione della costa orientale con quella occidentale. Se potessi, vorrei tanto vedere tutto questo per la prima volta. La gente mi dice che è meglio del Grand Canyon – vorrei vederlo di persona», afferma l’ideatore del prodigio. Il suo lavoro è così singolare che il Guinnes World Records lo ha riconosciuto come il più grande modello del mondo, superiore anche al Miniatur Wunderland di Amburgo.
Il regno di Northlandz. La passione, la pazienza e la fatica profuse da Zaccagnino e dalla moglie sono veramente senza pari. L’estroso signore costruiva modellini di treni da molto tempo. Quando questi hanno cominciato a occupare troppo spazio, Bruce ha scavato una seconda cantina, poi una terza, una quarta e persino una quinta, assumendo alle sue dipendenze ben 81 operai. Già allora apriva la sua casa due volte all’anno, per mostrare le sue creazioni, e il ricavato della vendita dei biglietti veniva interamente devoluto in beneficenza.
Per il progetto di Northlandz, invece, ha scelto di comprare un pezzo di terra, sulla Route 202, e di costruirci un edificio di quasi 5mila metri quadrati – indebitandosi parecchio. Già pensava di fare le cose in grande - più in grande del solito. Ha lavorato quasi ininterrottamente, giorno e notte, per portare a termine Northlandz. Che, tra l’altro, include anche un casa delle bambole di 94 stanze, un museo delle bambole, un organo a canne e la riproduzione di un motore a vapore che trasporta i visitatori in un piacevole viaggio in mezzo ai boschi. Ovviamente, tutto è in scala.
L’intervista del New York Times nel 1996. L’apertura della casa-museo di Bruce fece così scalpore, all’epoca, che il New York Times andò a intervistare l’artigiano-artista, il 29 dicembre 1996. Al giornalista che gli chiedeva come mai avesse voluto realizzare un progetto così grande, Zaccagnino rispose: «Sono un artista. Questa è una fuga; è intrattenimento. Non mi appassiono ai treni in sé e per sé. In effetti, non sono mai stato su uno di questi». Sollecitato dalle domande dell’intervistatore, ha continuato: «Un ingegnere in pensione del New York Central è venuto in visita, l’altro giorno. Ha detto che è la cosa più straordinaria che abbia mai visto in tutta la sua vita. Anche le donne apprezzano questo posto. Osservano i dettagli. Gli uomini sono più interessati agli aspetti tecnici. Sono gli ingegneri contro i romantici».
Adulti accompagnati. Northlandz si dispiega stanza dopo stanza. I treni corrono quasi dal pavimento al soffitto, tra piccole città che ripropongono alla perfezione quelle reali, tra fattorie di campagna e metropoli. C’è persino la riproduzione di un disastro ferroviario: nel 1999 una bambina di 18 mesi era riuscita a arrampicarsi dentro il paesaggio e aveva distrutto un ponte. Zaccagnino aveva deciso di non riparare il danno e di lasciarlo come se fosse un vero incidente. Ha chiamato questo punto Lytle Gurly Gulch. C’è poi il Grandma’s Pit, una fattoria circondata da un fossato in cui vive un’anziana signora, che appare qualche volta mentre svolge delle faccende fuori casa. Nella stanza di controllo, si possono poi sorvegliare tutti i treni che corrono attraverso Northlandz. Appeso alla parete, però, c’è un cartello dal tono intimidatorio: «Per entrare nella torre di controllo, gli adulti devono essere accompagnati da un bambino».