Da Gene Krupa a...

10 indimenticabili riff di batteria (E il ritmo corre dritto nelle vene)

10 indimenticabili riff di batteria (E il ritmo corre dritto nelle vene)
Pubblicato:
Aggiornato:

Bacchette alzate e piede sulla cassa. I batteristi in fondo ce li ricordiamo tutti così, mentre chiamano il pubblico nella migliore tradizione rock. Basso e batteria sono la base ritmica di ogni buon brano che amiamo ascoltare a ripetizione e, se i chitarristi ci fanno dondolare la testa, la batteria è ciò che ci smuove, col ritmo che corre. La lista dei batteristi indimenticabili è lunga e variegata e spazia fra diversi generi musicali ma ci sono alcuni riff che sono entrati nella leggenda, non solo per chi ama il rock. Il groove parte lì dietro, da colui che vive nascosto dalle casse e dai piatti e che riesce con i suoi assoli a zittire tutti e rimescolare le carte. Per parlare di casse, piatti e rullanti, abbiamo scelto 10 brani (non in ordine d'importanza).

 

1) Sunday Bloody Sunday (1982) – U2

Sunday Bloody Sunday è una delle canzoni contro la violenza e la guerra fra le più rappresentative. La marcia tenuta dalla batteria di Larry Mullen è la cifra stilistica di questo brano che racconta la - Bloody Sunday, domenica di sangue - del 30 gennaio 1972. Quel giorno, nella città nordirlandese di Derry l'esercito del Regno Unito sparò sui partecipanti a una manifestazione. uccidendo quattordici civili disarmati e ferendone altrettante. Il brano consacrò ancor di più il carattere “politicamente impegnato” della band.

 

2) Murder by numbers (1983) – The Police

https://www.youtube.com/watch?v=pTCWswuJKQE

Stewart Copeland, il batterista dei Police, è il figlio di un ex agente della C.I.A. che ha studiato percussioni a Beirut, e già questo basta a creare un affascinante alone di mistero attorno alla sua figura. Se poi si aggiunge che fu lui a contattare Sting per formare il gruppo con Andy Summers e che i suoi fratelli maggiori furono manager non solo dei Police ma anche dei R.E.M. e dei Cure, il quadro si completa in una famiglia decisamente stravagante.

 

3) Where Eagles Dare (1983) –  Iron Maiden

https://www.youtube.com/watch?v=46TKmvPDGGs

La cosa bella nel parlare di un unico strumento è che ti porta a toccare generi e periodi diversissimi fra loro permettendo di fare quasi una piccola storia della musica. Capita quindi che parlando di batteria non si possa non parlare di metal. Gli Iron Maiden hanno dominato le classifiche per anni, caratterizzando un periodo ma il loro batterista Nicko McBrain deve il suo soprannome all’orsacchiotto di peluche dal quale non si separava mai. Incredibile a dirsi.

 

4) London Calling (1979) – The Clash

Concepire un album doppio per una punk band non era cosa assolutamente abituale. Ma nemmeno i Clash lo erano, e London Calling quando uscì fu letteralmente un successo. Merito di questo successo sta anche nelle bacchette di Nich “Topper” Headon, che all’album diede un impulso decisivo, così come alla storia della band, scrivendo la musica di un altro dei suoi brani più celebri: Rock the Casbah.

 

5) Good times bad times (1969) – Led Zeppelin

A John Henry Bonham - batterista dei Led Zeppelin - Jimi Hendrix disse: «Ragazzo, il tuo piede destro è più veloce di quello di un coniglio!». Un modo come un altro per complimentarsi con uno dei batteristi più influenti della storia del rock. Nel 2011, un sondaggio dei lettori di Rolling Stone lo ha insignito del titolo di "Miglior batterista di tutti i tempi”. Sicuramente lo era per i Led Zeppelin, che in seguito alla sua morte nel 1980 hanno deciso di sciogliere per sempre il gruppo. Bonham lo ricordiamo in Good Times Bad Times, il singolo di debutto della band, ma per capire meglio le sue qualità virtuose consigliamo l’ascolto del suo assolo in Moby Dick durante il concerto alla Royal Albert Hall.

 

6) Toad (1966) – Cream

Dopo aver militato in diverse jazz band, Ginger Baker incontra Eric Clapton e Jack Bruce e con loro fonda i Cream, uno dei fenomeni musicali e culturali degli anni Sessanta. I tre musicisti della band sono uno più bravo dell’altro, ma la convivenza di così tanti galli in un solo pollaio risuta impossibile e i Cream si sciolgono già nel ’68. Toad rimane uno dei pezzi migliori per ascoltare “il rosso” Ginger Baker.

 

7) Soul Sacrifice (1969) – Santana

https://www.youtube.com/watch?v=AqZceAQSJvc

Soul Sacrifice fu suonata durante il festival di Woodstock. Parte con un ritmo di percussioni irrefrenabile, mantenuto dal batterista Michael Shrieve, che poi si lancia in un assolo passato alla storia. A consacrare Shrieve anche il fatto che a quel concerto avesse solo vent’anni, e un ritmo indiavolato in corpo. E poi, fu a lungo il batterista dei Santana.

 

8) Tomorrow Never Knows (1966) – The Beatles

https://www.youtube.com/watch?v=Ah2ckzXgrx4

Tomorrow Never Knows fu composta da John Lennon su ispirazione di un libro dedicato all'esperienza psichedelica. In effetti, l’intero brano propone un viaggio dimensionale verso l’altrove, guidato dal ritmo ipnotico della batteria di Ringo Starr, che ne definì anche il titolo.

 

9) Look Ka Py Py (1969) – The Meters

Con Look Ka Py Py non siamo solo nel funk, ma in uno dei 500 album più belli di sempre. I Meters vennero fondati nel 1966 e presentavano una delle più celebri linee ritmiche della musica nera, ovvero il batterista Joseph "Ziggy" Modeliste e il bassista George Porter.

 

10) Sing sing sing (1936) – New Orleans Gang

Il vero padre di tanti di questi batteristi nonché punto di riferimento assoluto è Gene Krupa, che ha letteralmente rivoluzionato il ruolo della batteria, grazie al suo carisma da showman e alla sua capacità di trasformare lo strumento sulla base delle sue esigenze. Collaborò con l’azienda di piatti Zildjian e con la fabbrica di batterie Slingerland, scrisse un metodo che fosse alla portata di tutti e cambiò per sempre il modo di vivere l’assolo di batteria.

Seguici sui nostri canali