Lei non intende dimettersi

La vicenda di Quarto, dall'inizio

La vicenda di Quarto, dall'inizio
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È la notizia politica del momento, talmente ridondante da oscurare persino l'approvazione da parte della Camera della tanto chiacchierata riforma costituzionale, avvenuta ieri: il M5S è nel mezzo di una bufera in cui turbinano presunte trattative concernenti scambi di voti-favori con un clan camorrista del Comune di Quarto, in provincia di Napoli. La vicenda è piuttosto complessa, ed è difficile stabilire dove stia la verità dei fatti, dal momento che media, Direttorio del M5S, procure e altre forze politiche sostengono tesi e versioni diametralmente opposte.

La versione condivisa. Le radici di tutto affondano in là con i mesi, allo scorso giugno, quando per il Comune di Quarto andarono in scena i ballottaggi per eleggere il nuovo sindaco. A fronteggiarsi, Gabriele Di Criscio, con una lista civica, e Rosa Capuozzo, del Movimento 5 Stelle. La vittoria di quest'ultima fu schiacciante, con più del 70 percento delle preferenze. Dopo alcuni mesi, per la precisione lo scorso 24 dicembre, saltarono fuori alcune intercettazioni che gettarono una densa ombra sullo svolgimento di quelle elezioni: stando a quanto dichiarato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, coordinata dall'ormai leggendario pm Woodcock, ci sarebbero state, pochi giorni prima del ballottaggio, alcune telefonate fra Alfonso Cesarano, imprenditore della zona e fortemente sospettato di legami con il clan camorrista dei Polverino, e il figlio, in cui discutevano della necessità di portare quanta più gente possibile alle urne a votare Capuozzo in cambio di determinati favori che la donna avrebbe loro erogato una volta divenuta sindaco.

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Il sindaco di Quarto (Napoli), Rosa Capuozzo, arriva al flash mob del M5s, organizzato per esprimerle solidarietà, Quarto, 10 gennaio 2016. Il primo cittadino è al centro di polemiche politiche su presunte infiltrazioni camorristiche nell'amministrazione comunale. ANSA/ CESARE ABBATE

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L'arrivo in Comune del sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, (Napoli), 12 Gennaio 2016. ANSA/ CESARE ABBATE

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L'arrivo in Comune del sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, (Napoli), 12 Gennaio 2016. ANSA/ CESARE ABBATE

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Rosa Capuozzo del Movimento 5 stelle eletta sindaco di Quarto (Napoli), 15 giungo 2015. ANSA /PRIMA PAGINA

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Il sindaco di Quarto (Napoli), Rosa Capuozzo piange in Consiglio comunale durante la seduta dell'8 gennaio 2016. ANSA /CIRO FUSCO

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Carabinieri entrano nel Municipio di Quarto dove stanno acquisendo documenti nell'ambito dell'inchiesta su presunti infiltrazioni della camorra nell'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Rosa Capuozzo (M5s). Il decreto è stato adottato dal pm della Dda di Napoli Woodcok e dai procuratori aggiunti Beatrice e Borrelli, Quarto, Napoli, 11 gennaio 2016. ANSA/ CIRO FUSCO

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L'assessore agli Affari legali del Comune di Quarto (Napoli), Donatella Alessi, rilascia dichiarazioni alla stampa davanti al Municipio, 11 gennaio 2016. ANSA/ CIRO FUSCO

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L'arrivo in Comune del sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, (Napoli), 12 Gennaio 2016. ANSA/ CESARE ABBATE

Lei non ha ceduto ai ricatti. Nella conversazione si faceva anche riferimento a un patto che sarebbe stato fatto con Giovanni De Robbio, fino allo scorso dicembre esponente del M5S nonché il consigliere comunale più votato delle ultime elezioni. De Robbio venne dunque iscritto nel registro degli indagati, per voto di scambio e per tentata estorsione ai danni proprio del sindaco Capuozzo. Già, “tentata”, perché a quanto pare la signora Rosa non avrebbe ceduto di un millimetro rispetto alle pressioni che, una volta eletta, ha dovuto subire fin dal primo giorno di mandato da parte di De Robbio per conto di Cesarano e quindi dei Polverino. Fino a qui, la situazione è chiara: un consigliere comunale colluso, un'organizzazione mafiosa che tenta di orientare l'attività amministrativa, e un sindaco dal grande coraggio che non cede ai ricatti.

L'inizio del caos. Ma negli scorsi giorni, su tutti i quotidiani, sono state pubblicate alcune intercettazioni che darebbero tutto un altro taglio a quanto accaduto; o meglio, che prevederebbero un coinvolgimento da parte dei gradi alti del M5S. Nello specifico, è stato pubblicato il contenuto di una telefonata risalente allo scorso 24 novembre fra Rosa Capuozzo e Concetta Aprile, consigliere grillina di Quarto. In questa conversazione la Capuozzo esprime tutta la sua preoccupazione per l'agire di De Robbio, parlando espressamente delle pressioni e dei ricatti compiuti da quest'ultimo nei suoi confronti. Il dialogo si snoda su questa direttrice, fino a che la Capuozzo non afferma di aver già avvertito Luigi Di Maio di tutto quanto stesse accadendo, in modo che dai vertici del Movimento potessero essere prese le giuste precauzioni. Un dettaglio che, però, apre un enorme interrogativo: perché, nonostante la chiara ammissione di essere sotto ricatto, né la Capuozzo né Di Maio e colleghi hanno denunciato l'accaduto alla magistratura?

La difesa del Direttorio e l'espulsione della Capuozzo. Tutto ciò emerso, il cammino del sindaco e del M5S cominciano a procedere su strade decisamente opposte. Dopo aver inizialmente difeso la propria esponente, Grillo e soci decidono di espellere la Capuozzo dal Movimento, poiché avrebbe dovuto denunciare i ricatti subito sia al partito che alla magistratura. Una posizione che chiaramente sottintende un altro elemento importante: né Di Maio né Fico, l'altro esponente grillino che teoricamente sarebbe dovuto essere informato dei fatti, sapevano un bel niente di quanto stava accadendo a Quarto. Ed è proprio quello che i due, insieme a Di Battista, spiegano in un video messo in rete nelle scorse ore, in cui viene data la versione ufficiale del Movimento:

 

https://youtu.be/B9-rIQVQbRU

 

Sulla Capuozzo, che, giova sottolinearlo, non è indagata al contrario di De Robbio, grava la domanda circa il motivo per cui non abbia denunciato i ricatti subito, al di là del partito, alle procure e alla magistratura. Per il momento resta un mistero; il sindaco, comunque, ha già fatto sapere che nonostante l'espulsione non intende minimamente dimettersi dalla carica di primo cittadino di Quarto (su questo, la Capuozzo ha ricevuto il plauso anche del Premier Renzi, che definendosi garantista convinto ha invitato la signora Rosa ad andare avanti con il proprio mandato). Tutto ciò spiegato, restano alcune domande importanti: la Capuozzo aveva davvero avvertito Di Maio e Fico dei ricatti subiti? E se il Direttorio del M5S ne era a conoscenza, perché nessuno ha denunciato il tutto? Secondo la maggior parte dei media, si tratta di un momento di profondo imbarazzo per una forza politica che ha fatto dell'onestà e della trasparenza i capisaldi del proprio credo; oltre ad una certa schizofrenia comportamentale: ad un'iniziale difesa della Capuozzo è seguita l'improvvisa espulsione. Come mai?

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