Il Nobel dell'architettura ad Aravena (Direttore della prossima Biennale)
Il Pritzker Prize, meglio noto come il Nobel dell’architettura, è stato creato nel 1979 da Jay Pritzker e dalla moglie Cindy per riconoscere e sostenere il lavoro dei migliori architetti del mondo. Quest’anno il premio è stato assegnato a Alejandro Aravena, nato a Santiago del Cile nel 1967. Secondo la giuria, «Alejandro Aravena rappresenta il ritorno di un’architettura socialmente impegnata, specialmente in lavori a lungo termine che affrontano la crisi globale delle case e che combattono a favore in un migliore ambiente urbano. Aravena comprende a fondo sia l’architettura che la società civile, come si nota nei suoi scritti, nel suo attivismo e nei suoi progetti. Il ruolo dell’architetto è ora chiamato a servire bisogni di maggior impegno sociale e umanitario e Aravena ha risposto a questa sfida chiaramente, generosamente e completamente».
[Alejandro Aravena]
Dirigerà la Biennale di Venezia. Aravena è il primo architetto cileno a ricevere il premio ed è il quarto dell’America Latina – prima di lui, infatti, ci sono stati Luis Barragán (1980), Oscar Niemeyer (1988) e Paulo Mendes de Rocha (2006). Lo scorso luglio, inoltre, il progettista è stato nominato direttore del Settore Architettura alla Biennale di Venezia 2016, che si svolgerà dal 28 maggio al 27 novembre 2016. La direzione della prestigiosa mostra, del resto, è solo l’ultima di una serie di nomine importanti che hanno costellato la carriera di Aravena. Dal 2009 al 2015 ha fatto parte della giuria dello stesso Priztker Prize; nel 2010 è stato nominato International Fellow del Royal Institute of British Architects ed è stato inserito tra i venti nuovi “eroi” del mondo dalla rivista Monocle. Come se non bastasse, è anche membro della Swiss Holcim Foundation, fondatore del Chilean Public Policies Society ed è alla guida dell’Helsinki Design Lab per il fondo d’innovazione del governo finlandese. Ed è pure uno dei cento uomini che hanno contribuito al +20 Global Summit di Rio, nel 2012.
[La Scuola di Matematica dell'Università Cattolica di Santiago del Cile.]
La Scuola di Matematica dell'Università Cattolica di Santiago del Cile, disegnata da Alejandro Aravena. (Tadeuz Jalocha/ELEMENTAL via AP)
La Scuola di Matematica dell'Università Cattolica di Santiago del Cile, disegnata da Alejandro Aravena. (Tadeuz Jalocha/ELEMENTAL via AP)
La Scuola di Matematica dell'Università Cattolica di Santiago del Cile, disegnata da Alejandro Aravena. (Tadeuz Jalocha/ELEMENTAL via AP)
La Scuola di Matematica dell'Università Cattolica di Santiago del Cile, disegnata da Alejandro Aravena. (Tadeuz Jalocha/ELEMENTAL via AP)
Il lavoro di ELEMENTAL. Alejandro Aravena ha manifestato presto il suo talento. Nel 1991, mentre era ancora uno studente, ha partecipato alla Mostra di Architettura della Biennale di Venezia. Dopo avere ottenuto la laurea all’Universidad Católica de Chile nel 1992, ha aperto un’attività in proprio, l’Alejandro Aravena Architects. I suoi progetti erano così interessanti che nel 2000 l’Università di Harvard gli ha offerto una cattedra d’insegnamento, che Aravena ha tenuto fino al 2005. In questo periodo, ha conosciuto l’ingegnere Andres Iacobelli, insieme al quale ha fondato ELEMENTAL, un Do Tank che si occupa soprattutto di progetti di interesse pubblico e di impatto sociale. Il gruppo di ELEMENTAL, guidato da Aravena, comprende gli architetti Gonzalo Arteaga, Juan Cerda, Victor Oddó e Diego Torres. Uno degli scopi dello studio è quello si sviluppare piani urbani che servano per risolvere conflitti sociali e politici; per questo motivo, i progettisti dello studio lavorano sempre a stretto contatto con il pubblico e con gli utilizzatori finali. ELEMENTAL ha costruito edifici negli Stati Uniti, in Messico, in Cina, in Svizzera e in Cile, dove è stato incaricato di ricostruire la città di Constitución, dopo il terremoto del 2010.
[Le torri siamesi a Santiago del Cile.]
La Torri Siameti al San Joaquin Campus all'Università Cattolica di Santiago del Cile, disegnate da Alejandro Aravena. (AP Photo/Luis Hidalgo)
La Torri Siameti al San Joaquin Campus all'Università Cattolica di Santiago del Cile, disegnate da Alejandro Aravena. (AP Photo/Luis Hidalgo)
La Torri Siameti al San Joaquin Campus all'Università Cattolica di Santiago del Cile, disegnate da Alejandro Aravena. (AP Photo/Luis Hidalgo)
La Torri Siameti al San Joaquin Campus all'Università Cattolica di Santiago del Cile, disegnate da Alejandro Aravena. (AP Photo/Luis Hidalgo)
Alcuni progetti. Nel 2005 ELEMENTAL ha realizzato le Torri siamesi a Santiago del Cile. Inizialmente agli architetti è stato chiesto di progettare delle torri di vetro, nonostante questo materiale non sia adatto al clima locale, perché genera un forte effetto serra. Il gruppo ha quindi pensato di usare il vetro solo per l’esterno e di costruire un altro edificio, all’interno dello scheletro trasparente, con un rendimento energetico ecosostenibile e con un passaggio di aria tra le due strutture. Nel 2008, invece, ELEMENTAL si è spostato a Milano, dove ha partecipato alla mostra Case per Tutti alla Triennale della città. Il team di Aravena ha proposto una casa prefabbricata costituita da soli 10 pannelli e edificabile in un solo giorno. Nello stesso anno, lo studio ha collaborato anche alla creazione dei dormitori per l’università di Saint Edward, nel Texas. La struttura finale avrebbe dovuto ospitare 300 letti, delle aree comuni e alcuni servizi per l’intero campus. Gli architetti hanno disposto i servizi comuni a piano terra, mentre nel cuore dell’edificio hanno inserito le aree comuni. Il perimetro dei dormitori è stato articolato il più possibile, aumentando la superficie delle facciate per permettere alla luce di entrare in tutte le stanze. Per garantire un sufficiente isolamento termico, inoltre, le pareti sono state costruite usando strati di materiali diversi, più duri e resistenti all’esterno e più delicati verso l’interno (Tutti i progetti sono consultabili qui).
[Sottotitoli italiani attivabili nel video.]
Il pensiero di Aravena. Creatività e attenzione per il contesto sociale e ambientale distinguono il lavoro di Aravena. Il suo lavoro è frutto della consapevolezza dei cambiamenti in atto. In un articolo che l’architetto che scritto per il Guardian, ha espresso con chiarezza la sua posizione: «Come architetti, viviamo in un tempo di paradigmi in cambiamento. Nel passato, la scala dei nostri progetti era grande, ma con quante persone avevano realmente a che fare? Oggi, comprendiamo meglio la complessità delle questioni in gioco quando disegniamo e programmiamo edifici, quartieri e persino intere città». Per Aravena occorre fare tesoro del poco spazio disponibile, sfruttare strumenti poveri e pensare, in primo luogo, al benessere delle comunità.