Liberati, intanto, 5 prigionieri Usa

Iran, la nuova vita senza sanzioni

Iran, la nuova vita senza sanzioni
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Per l’Iran si è aperta una nuova alba. Sabato 16 gennaio, infatti, sono state infatti tolte le sanzioni imposte sin dal 2006 al Paese degli Ayatollah da parte di Stati Uniti, Onu e Unione Europea per il suo programma nucleare. La revoca delle sanzioni è il risultato più concreto e importante scaturito dall’accordo firmato con i cosiddetti Paesi 5+1 (Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Gran Bretagna, ovvero chi ha diritto di veto all'Onu, più la Germania) a Vienna lo scorso mese di luglio. Teheran ha mantenuto fede a quanto sottoscritto nell’accordo e l’Aiea lo ha promosso, ricompensandolo con la revoca delle sanzioni. Il 16 gennaio 2015 verrà ricordato come l’”implementation day” di un percorso cominciato nel 2003.

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Mideast Iran Nuclear Deal Analysis

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Mideast Iran Nuclear Deal

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Mideast Iran Nuclear IAEA

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Iran Nuclear Deal Oil

 

L’affondo alle borse mediorientali. Teheran, in questo modo, è stata reintegrata nella Comunità Internazionale e a tutti gli effetti è tornata a essere un interlocutore importante sulle risorse energetiche, ponendosi sulla scena mondiale come competitor dei Paesi del Golfo, con i quali è in corso anche una guerra sul piano religioso per via delle differenze tra sunniti e sciiti. Non a caso, infatti i listini delle borse mediorientali si sono affossati, subendo pesantissimi tonfi: Riad -5,44% (toccando i minimi dal 2011), Dubai -4,64%, Abu Dhabi -4,2%, Qatar -7,2% e Kuwait -3,2%. Quello che temono le petromonarchie è che in una fase in cui il prezzo del petrolio è ai minimi storici e l’offerta abbonda, l’Iran con le sue riserve petrolifere (il 10% di quelle mondiali) sia un ulteriore ostacolo per le loro economie nazionali.

In cosa consiste la revoca. Nel dettaglio, con la revoca delle sanzioni l’Iran, oltre a ritornare sulla scena delle esportazioni petrolifere, potrà avere nuovamente accesso ai fondi congelati (100 miliardi di dollari), che rappresentano un terzo del Pil nazionale. Inoltre banche, assicurazioni, uomini d’affari saranno rimossi dalle black list mondiali e potranno tornare a operare, a viaggiare, a fare in modo che il Paese possa rinascere e rifiorire economicamente. Certo, la strada è ancora lunga e le diffidenze a livello internazionale non sono state ancora del tutto superate, e lo dimostra il fatto che, all'indomani della revoca, gli Stati Uniti hanno annunciato nuove sanzioni legate al programma di missili balistici dell'Iran. Ma i presupposti ci sono e sono buoni: l’Iran si appresta a diventare anche un interlocutore fondamentale per i processi di mediazione della crisi siriana, e di tutte le questioni aperte nell’area mediorientale.

Le reazioni nel mondo. Le reazioni, a livello internazionale, sono state quasi tutte positive, anche perché Teheran può tornare a essere un partner affidabile, con il quale dialogare. Dagli Stati Uniti all’Europa è stato un coro unanime di congratulazioni per la storica svolta. A guardare con sospetto alla riabilitazione della repubblica islamica è rimasto Israele, da sempre acerrimo nemico del Paese degli Ayatollah. E se il presidente iraniano Rohani ha dichiarato che «l’accordo è una vittoria per tutti», aggiungendo che «sono tutti felici, eccetto i sionisti e i guerrafondai, quelli che provocano le divisioni all’interno del mondo musulmano», il premier israeliano Netanyahu ha ribadito che «la comunità internazionale dovrebbe imporre pesanti sanzioni contro ogni tipo di violazione», perché il premier dello Stato Ebraico è convinto che «senza i nostri sforzi per le sanzioni contro il programma nucleare iraniano, Teheran avrebbe armi nucleari da molto tempo. La politica di Israele resta quella che era: non permettere all’Iran di sviluppare l’arma nucleare».

Via libera agli acquisti. L’Iran ha inoltre annunciato che è stato raggiunto un accordo per l’acquisto di 114 aerei di linea dalla Airbus, che andranno a rinnovare la flotta del Paese, antiquata per via delle sanzioni che dagli anni Settanta vietavano a Teheran di acquistare aerei occidentali. Per ora si tratta di un affare da circa 10 miliardi di dollari, ma secondo le stime degli esperti nei prossimi 10 anni l’Iran, per essere al passo coi tempi, dovrebbe dotarsi di almeno 400 aeromobili per rinnovare una flotta, che negli ultimi anni ha subito diversi incidenti. Inoltre va rinnovato il parco macchine del Paese, dove circolano circa 14 milioni di auto. Un aspetto di grande rilevanza per le case automobilistiche, che possono ambire a nuove partnership commerciali. Potranno essere importati anche armamenti pesanti, come navi, blindati e elicotteri.

 

[La liberazione degli ostaggi]
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Germany US Iran Prisoner Release

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Germany US Iran Prisoner Release

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Switzerland Iran Prisoner Release

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Switzerland Iran Prisoner Release

La liberazione dei prigionieri. Un altro fatto storico si è verificato sabato 16 gennaio: la liberazione di cinque cittadini statunitensi trattenuti da anni in Iran. L’annuncio della liberazione riguarda Jason Rezaian, 40 anni, capo dell’ufficio iraniano del Washington Post, arrestato il 22 luglio 2014 con la moglie Yeganeh Salehi, anche lei giornalista. Lei venne rilasciata dopo poche settimane, mentre il marito è rimasto in carcere per spionaggio e attività contro la Repubblica. Gli altri, tutti con doppia cittadinanza come Rezaian, sono Amir Hekmati, veterano dei Marine e accusato di spionaggio, il pastore protestante Saeed Abedini, accusato di proselitismo, Nosratollah Khosrawi, della Marina Usa, anche lui accusato di spionaggio, e lo studente Matthew Trevithick, che si trovava in Iran per un programma linguistico. All’appello manca Robert Levinson, ex agente dell’Fbi scomparso sull’isola di Kish, dove stava svolgendo un’operazione sotto copertura per conto della Cia. Washington, dal canto suo, si è impegnata a liberare sette iraniani, di cui sei con doppia cittadinanza, detenuti per violazione delle sanzioni americane a Teheran, e ritirerà le accuse verso altri 14 iraniani.

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