Piano industriale

Ubi Banca, duemila dipendenti e 175 filiali in meno entro il 2022

Cgil: «Numero di unità in uscita molto elevato»

Ubi Banca, duemila dipendenti e 175 filiali in meno entro il 2022
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È stato illustrato oggi, 17 febbraio, a Milano, il piano industriale di Ubi Banca: è stata annunciata una riduzione di circa il 10% del personale, cioè di oltre 2.000 persone, e la chiusura di circa 175 filiali. È prevista, inoltre, una massiccia riqualificazione per ulteriori 2.000 lavoratori anche in ottica di potenziamento delle strutture dedicate ai nuovi canali digitali. «Se per quanto riguarda gli aspetti economici del pano possiamo registrare una ragionevole prudenza anche nell’individuare i possibili margini di crescita, altrettanto non possiamo dire degli obiettivi di riduzione del personale che superano il 10%” dichiara Pierangelo Casanova, coordinatore Fisac-Cgil del Gruppo Ubi -. È vero che finora abbiamo gestito la gran parte delle fuoriuscite di personale attraverso accordi che sancivano la volontarietà ma, nel 2019, abbiamo anche assistito alla cessione di colleghi ad aziende estranee al Gruppo. Una vicenda governata dal buon accordo sindacale che ha prodotto adeguate garanzie occupazionali per i colleghi, ma che non vogliamo si ripeta».

Assemblee in corso. Il Piano arriva proprio mentre sono in corso le assemblee per l’approvazione del Contratto collettivo nazionale del credito la cui ipotesi di rinnovo è stata sottoscritta negli ultimi giorni del 2019 e che ha tra i suoi cardini il rafforzamento dell’area contrattuale. «La riduzione di personale prospettata esprime un numero di unità molto elevato che assume ancora più rilevanza se rapportato alle dichiarazioni sindacali unitarie di negoziare, nei piani industriali, un’assunzione ogni due fuoriuscite», afferma Mario Gentile, segretario nazionale della Fisac-Cgil, che precisa anche la necessità che i livelli occupazionali vadano salvaguardati così come il presidio del Gruppo nei territori, soprattutto quelli più svantaggiati del Paese.

«Serve trasparenza». Le ambizioni del Piano Industriale sull’innovazione digitale e il conseguente impegno nella riqualificazione del personale esigono, secondo la Fisac-Cgil, un ulteriore salto di qualità nelle relazioni sindacali del Gruppo Ubi, che sempre più dovranno improntarsi alla massima trasparenza e alla linearità dell’informativa: requisiti irrinunciabili anche alla luce di quanto stabilito nel recente rinnovo del Ccnl in Abi in tema di “Cabina di regia”, ovvero del luogo di confronto tra banche e sindacati sui processi di innovazione tecnologica.

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