10 regole di sopravvivenza in tempi di calciomercato
Questo non è un pezzo sull’Atalanta, è un manuale di sopravvivenza. Gli arrivi di Gasperini e Paloschi hanno stupito tutti, qualcuno adesso si aspetta filotti inverosimili da qui a fine agosto. E allora ecco un bel decalogo contro lo stress da trattativa. Serve a chi è già in ansia da calciomercato (tenetevi forte, vi diremo cose che non vi aspettate di sentire) ma anche a chi è curioso e vuole un aiuto per gestire al meglio quel polveron mediatico che da adesso fino a settembre terrà tutti sulle spine. A proposito, una nota importante: ufficialmente il mercato inizia ai primi di luglio, quindi siamo a meno di un mese dalla partenza.
1) Il calciomercato non esiste. Iniziamo con una verità di cui è bene che ne siate consci. Il “calciomercato” non esiste: ripetiamolo come un mantra, aiuterà a vivere meglio questi mesi estivi. È semplicemente una definizione giornalistica del periodo di vacanza che va dalla fine della stagione precedente all’inizio di quella successiva. In questa fase non ci sono telenovele romantiche cui appassionarsi: comandano sempre e solo le motivazioni economiche o sportive che siano. Se un giocatore vuole andare a guadagnare di più, lo farà. Se una squadra vuole provare a vincere spenderà tanto per riuscirci. Se un presidente ha problemi di bilancio venderà, e se nessuno ha soldi per comprare i suoi giocatori sono cavoli amari. Il “calciomercato” è semplicemente un periodo di tantissimo fumo e poco arrosto dove ogni società cerca di sistemare la propria squadra, spesso con qualche scambio più che con acquisti faraonici. Certo, i colpi ad effetto e gli ingaggi milionari ci saranno e sono quelli che faranno esaltare i tifosi, ma per gran parte dell’estate il consiglio è: rilassatevi, godetevi il mare o la montagna o anche le nostre valli che sono bellissime. Non vale la pena di stare in ansia per ogni mezza voce.
2) Le notizie esclusive sono rarissime. Eccolo qui, il termine più abusato del mondo quando si parla di calcio nei mesi estivi. Da quando sul web è possibile trovare notizie ad ogni ora del giorno e della notte tutti hanno esclusive su esclusive. Dalla mattina alla sera. Ogni giorno. Ci sono portali che campano sulle indiscrezioni di mercato: quindi una notizia, la sua smentita, la contro smentita e il chiarimento con tanti dettagli spesso sono semplicemente il modo più veloce per “coprire” quattro giorni di lavoro. Una notizia può arrivare da tante fonti, quelle fidate sono pochissime e spesso sono i procuratori a mettere in giro voci assolutamente inventate. Esempio: se io ho la procura di un giocatore che vuole solo una società, metto in circolo la voce che su di lui ci sono altre 5 società e posso strappare o un ingaggio più alto o una chiusura più rapida. Le esclusive ci sono solo quando un giornalista ha una notizia che tutti gli altri non hanno e la pubblica prendendo il resto del mondo in contropiede. Avete presente il nostro pezzo su Calleri di qualche settimana fa? Più o meno si parla di quello. Certo, su internet è fin troppo facile giocare con l’anticipo: lo sapete che molti portali possono pubblicare articoli mettendo data e ora a piacimento facendo sembrare di essere arrivati per primi quando non è vero?
3) Un interesse non è né una trattativa né un’operazione conclusa. Durante la stagione, tutte le società hanno uomini in giro per il mondo a veder partite. L’Atalanta è ovviamente tra queste, ma il discorso vale sempre nei due sensi: in entrata ma anche in uscita. Si vedono tanti giocatori, si valutano profili e nelle centinaia di telefonate che vengono fatte capita sovente di manifestare l’interesse per questo o quel giocatore. Allo stesso tempo, tante società convocano i procuratori e dicono più o meno questo: ho bisogno di un terzino sinistro, chi hai tra i tuoi assistiti? Tutto questo si chiama semplicemente interesse, non ci sono trattative, non ci sono operazioni concluse. Solo quando viene fatta una proposta ufficiale alla società proprietaria del cartellino, si può parlare di trattativa: per semplificare, se l’Atalanta incontra l’agente di Messi, non sta trattando con il Barcellona. Se il Napoli manifesta interesse per de Roon, ma non invia un’offerta, non ci sono opzioni morali che tengano. Spesso l’interesse più pesante è quello di un giocatore che vuole andare altrove o restare nella sua squadra, la volontà del diretto interessato è decisiva.
4) Non può essere vero un nome al giorno. Per 60 giorni. Anche qui, armatevi di santa pazienza: non è logicamente possibile né accettabile pensare che siano tutti veri i nomi che vengono sparati senza soluzione di continuità. Se ci fosse un fondo di verità in ogni articolo di giornale, ogni estate le squadre di serie A verrebbero rivoluzionate al 150 percento: capita mai? Oltretutto, quando un nome esce ci sono solo due possibilità: o è un interesse vecchio oppure non è concreto né reale. I nomi buoni spesso arrivano per puro caso e un giornalista capisce che ha per le mani qualcosa di interessante perché a precisa richiesta di verifica (al diretto interessato, alla società o ad alcuni dirigenti) non c’è risposta oppure il riscontro è molto vago. Il lettore si può accorgere di questo quando in un articolo si parla solo di quel giocatore con tanti particolari (non di tanti giocatori con pochi particolari) e magari con riferimenti logici precisi: in quel momento, la pista è buona da seguire. Ma non illudetevi: un bravo cronista ne scopre una su dieci.
5) Fidatevi di pochi giornalisti, mai di chi rilancia solo altre voci. Qui difendiamo la categoria, lo diciamo apertamente. In Italia ci sono tanti bravi giornalisti ma purtroppo c’è anche tanta gente che si diletta a mandare in rete articoli in continuazione. Questi pezzi, in special modo sui social, tra titolo ad effetto e foto intriganti hanno il solo scopo di attirare click degli utenti: più alto è il numero dei click, più alti sono gli introiti pubblicitari. Un buon giornalista ha sempre almeno un paio di fonti, cerca di verificare la notizia confrontandosi con i colleghi di altre testate e sfrutta qualche aggancio in società. Per fare un esempio, se Gasperini è in arrivo a Bergamo si lavora insieme a colleghi liguri per costruire insieme la notizia. Ogni testata giornalistica ormai ha un sito web, scegliete chi vi piace di più e non mollatelo mai: nel medio periodo, le piste da seguire e il modo di costruire la notizia sono garanzia di serietà. Gli addetti ai lavori sono molto difficili da avvicinare, in pochi ci riescono e a Bergamo il numero di chi ha veramente contatti buoni si conta sulle dita di una mano. Tutti gli altri, a più livelli, sono amici degli amici che sentono la voce del cugino del cognato, dello zio di uno che ne sa un sacco. E, soprattutto su Facebook e sui social in generale, ci sono tanti link di calciosotuttoio.eu, hotuttelenotiziedelmondo.com e chi più ne ha più ne metta che fanno sempre e solo copia e incolla: diffidate.
6) L’Atalanta non è un supermercato né una super potenza. Veniamo all’Atalanta e qui casca l’asino. Ogni anno, per ogni giorno, sembra che l’Atalanta venga smembrata. Fateci caso, ci sono sempre almeno 3-4 giocatori di livello che sono pronti a partire stando a quando dichiarato dal procuratore di turno o dall’esperto della bottega sotto casa. Questo accade perché da chi conosce veramente le strategie in entrata, non si riesce a carpire quasi nulla. Dunque la partita delle voci è facile da vincere: chi ha qualcosa da dire, sensato o meno che sia, viene subito ascoltato. La verità è che l’Atalanta non è un supermercato dove basta entrare, spendere e comprare. Qui un giocatore si muove solo se non è nei programmi, se ha un sostituto in rosa oppure se in entrata è già stato individuato un nuovo nome. Tutte le scelte sono ponderate e siccome Percassi non è un arabo con potere economico sconfinato bisogna sempre fare il passo come si ha la gamba. Almeno fino a quando non ci sarà lo stadio di proprietà.
7) Solo le operazioni logiche hanno un fondo di verità. «Cassano interessa all’Atalanta» è l’esempio migliore di come non bisogna mai farsi prendere dall’ansia se si leggono cose prive di logica. Tutto può succedere, ma Cassano a Bergamo nel 3-4-3 dove lo fareste giocare? Gasperini è uno che spreme i suoi giocatori dal punto di vista fisico, ma soprattutto ha un carattere (almeno così si dice) molto forte. Ce lo vedete con Cassano nello spogliatoio? Nel nostro contesto, lui come Balotelli, come possono trovarsi? Il tifoso sogna ed è giusto così, ma l’Atalanta deve scovare 3 de Roon all’anno oppure lanciare 1 giovane cresciuto nel vivaio a campionato, non puntare al grande nome. Borriello di ritorno, De Maio in difesa o Cigarini in uscita sono tutte operazioni che avrebbero più di una logica e infatti tutte hanno un fondo di verità: magari non si concretizzeranno, magari invece sì, ma quello che non bisogna mai dimenticare è che si può capire se una notizia è vera soprattutto usando la logica.
8) A Bergamo il mercato lo fanno in tre. Il mercato dell’Atalanta lo gestiscono il direttore tecnico Giovanni Sartori e l’amministratore delegato Luca Percassi, l’ultima parola spetta sempre al presidente Percassi e sono in pochissimi a conoscere i dettagli delle strategie. Questo dimostra che se un giornalista ha contatti diretti con una (o più di queste tre figure) può approfondire, verificare e cercare spifferi di un certo tipo e di un certo livello. Chi non ha questi contatti, si affida ai procuratori che fanno il bello e il cattivo tempo con le indiscrezioni che rivelano a proprio piacimento. Per carità, ci sono anche operatori di mercato con cui si crea un certo feeling e quindi qualche notizia ogni tanto arriva, ma l’Atalanta, da questo punto di vista, è speciale. Spesso,a richieste di chiarimento o di aiuto per verificare una voce, risponde solo un silenzio assordante e allora bisogna provare a usare la logica mettendo dubitativi un po’ ovunque. Qualche volta ci si prende, altre volte meno ma fa parte del gioco.
9) Le offerte irrinunciabili sono più uniche che rare. Avete presente gli 8 milioni più 2 di bonus che l’Atalanta ha incassato per Benalouane l’anno scorso? Ecco, offerte di quel tipo sono più uniche che rare e arrivano solo dall’estero. Dunque, anche se siete convinti che i giocatori più forti della galassia sono quelli dell’Atalanta state sereni: le trattative le segue uno che qualcosina di mercato (in generale) ne capisce, quindi se vende a 1 c’è un motivo, se vende a 10 c’è un motivo e se vende a 100 c’è un motivo. Non pensate che se un giocatore vale 15 (in base a cosa poi, è da valutare) se ne possono prendere sempre 10 o 7, magari ci si deve accontentare di 4 o 5 più un giocatore su cui puntare per il futuro. Nel mercato italiano non ci sono soldi, qui spendono quasi solo la Juve e il Napoli (ricordate il capolavoro Grassi da cui l’Atalanta ha incassato circa 10 milioni?) e chi come l’Inter adesso avrebbe anche la forza per farlo preferisce andare su nomi internazionali che fanno più figo in giro per il mondo.
10) L’Atalanta non sarà indebolita: la salvezza è troppo importante. Chiudiamo con una certezza: durante il calciomercato (che non esiste), l’Atalanta non sarà indebolita. Restare in serie A è di vitale importanza, gli oltre 30 milioni che si ricavano sono manna dal cielo e, in attesa di ridurre un po’ il monte ingaggi con qualche contratto in scadenza che sta per chiudersi, è bene ricordare anche che la Dea a ottobre inizia la partita per lo stadio. Serviranno soldi freschi, tanti e quasi subito. Quindi non facciamo voli pindarici e sotto a lavorare: da inizio luglio a fine agosto, l’obiettivo è soltanto quello di allestire una rosa competitiva con innesti mirati e di prospettiva e magari fare un po’ di cassa. Per restare in serie A. Sembra banale? Non lo è affatto.