Ora c'è solo il Copenaghen La Roma, scusate, viene dopo

Ora c'è solo il Copenaghen La Roma, scusate, viene dopo
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Tre concetti importanti, tre certezze granitiche, tre avvisi per i naviganti. In questo momento, forse mai come in questo momento, conta solo l’Atalanta. E tutti e tre i pensieri che riportiamo hanno solo e soltanto un comune denominatore: la Dea è padrona del proprio destino e vista la situazione che si è creata in Europa League non ci sono ragionamenti particolari da fare: la partita di ritorno con il Copenaghen è l’unica cosa che conta, l’impegno di Roma è poco più di un impiccio.

 

 

Punto primo: rispetto per la Roma ma ora conta altro. Ovviamente la nostra è una provocazione, una squadra come la Roma merita sempre grande rispetto e quella dell’Olimpico è una partita che nelle ultime stagioni ha sempre regalato grandi sorrisi. Gasperini, con l’Atalanta, ha ottenuto un pareggio per 1-1 e un successo per 2-1 nei suoi due campionati alla guida dei bergamaschi. Quella che si giocherà lunedì sera però è una partita molto diversa e non certo per colpa del calendario o dei capitolini. Roma–Atalanta va inquadrata come una tappa di avvicinamento alla gara di Copenaghen. Nel gruppo c’è voglia di fare bene, la consapevolezza che su ogni campo si deve andare per giocare a calcio non è di colpo svanita, ma ci sono dettagli oggettivi che cambiano di molto la prospettiva. In vista del ritorno di giovedì a Copenhagen non bisogna rischiare nulla, non servono imprevisti a tre giorni dalla sfida che vale l’accesso ai gironi di Europa League e ci sono giocatori da preservare in senso assoluto. Rischiare un pestone al Papu o a un altro dei titolarissimi sarebbe quantomeno illogico e nessuno, in casa Atalanta, vuole correre rischi inutili.

 

 

Punto secondo: ci sono gli uomini per giocarsela. Se sarà turnover totale o parziale lo capiremo solo (forse) nella conferenza della vigilia di Gasperini in programma domenica a Zingonia, ma è chiaro che la squadra orobica ha una serie di giocatori che comunque permettono di mandare in campo una formazione competitiva. I tre maggiori indiziati a giocare dal primo minuto sono l’esterno iracheno Ali Adnan (al posto di Gosens), il laterale offensivo Emiliano Rigoni (al posto di Gomez) e il centravanti Andreas Cornelius (al posto di Barrow e Zapata). Già questi tre cambi sarebbero logici, ma è lecito attendersi anche Mancini insieme a Djimsiti in difesa (fuori almeno uno tra Masiello e Toloi, o entrambi se recupera Palomino) e un minutaggio importante per Castagne a destra e Pessina al centro del campo. Qualcuno dei titolarissimi potrebbe anche giocare (ipotizzare una staffetta de Roon–Freuler non sembra sbagliato) mentre Pasalic e Zapata potrebbero avere altri minuti a disposizione per affinare la condizione. Tutto questo ha solo un obiettivo: arrivare alla sfida di Copenaghen nelle migliori condizioni possibili.

 

 

Punto terzo: le critiche restino lontane. Questo è forse il punto più importante, in condizioni di normale comprensione dell’importanza calcistica di Roma-Atalanta rispetto a Copenaghen-Atalanta non ci sarebbe nemmeno bisogno di spiegarlo, ma i duri di comprendonio sono sempre in agguato e quindi è meglio ribadire il concetto. L’Atalanta e Gasperini non hanno bisogno di lezioni di fair-play da parte di nessuno, l’anno scorso il tecnico della Dea presentò a Torino in campionato una formazione molto rimaneggiata e si scatenarono critiche folli perché era aperta la corsa Scudetto. Pochissimi capirono che con la semifinale di Coppa Italia in programma appena tre giorni dopo sarebbe stato inconcepibile ogni rischio.

Quella gara venne rinviata per neve e le polemiche un po’ si spensero, questa volta mettiamo le mani avanti e ribadiamo: conta solo l’Atalanta e gli undici che andranno in campo cercheranno di fare il massimo. Fossero delle alternative come sopra auspicato, il motivo sarebbe solo e soltanto la gara di ritorno in Europa League e non qualche strana volontà di scansarsi perché c’è la Roma. Solo pensarlo fa venire i brividi, ma siccome qualcuno cui chiarire la situazione c’è, lo diciamo ancora una volta: l’Atalanta con il Copenaghen ha il 66 per cento di possibilità di passare (tutte le vittorie e tutti i pareggi tranne lo 0-0 che porta ai supplementari), fare un gol in Danimarca sarebbe vitale e a noi quello interessa. La Roma e il campionato, in questo momento, vengono dopo. Anche se siamo primi in classifica.

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