Adinolfi e Corona sparano a zero su Scamacca: «Nino D’Angelo delle Baleari: si guardi un po’ Sinner»
Il leader del Popolo della famiglia e l'ex re dei paparazzi non ci vanno leggeri con l'attaccante. Ma in tanti lo difendono, come Fabio Capello: «Criticato più del dovuto: si è trovato troppo isolato»
«Tutti contro Gianluca Scamacca» sarebbe un po' esagerata come frase. Certo è che negli ultimi giorni con il giocatore dell'Atalanta, reo di aver compartecipato alla sconfitta della nostra nazionale ad opera della Svizzera, in molti non ci sono andati mica tanto leggeri. A tirare cannonate sull'attaccante di casa nostra, in particolare, ci hanno pensato Mario Adinolfi - «Dopo l'orrenda figura agli europei se n'è andato a Ibiza» - e Fabrizio Corona: «Ti verrebbe da tirarlo fuori dal campo e prenderlo a mazzate».
Il post di Adinolfi
Ma per capire bene le contestazioni, forse è meglio riavvolgere il nastro. Partiamo da Adinolfi: il leader del Popolo della famiglia, che interviene spesso su varie vicende di interesse nazionale, ha affidato la sua riflessione a un post su Instagram.
«Mentre Pepe a 41 anni piange tra le braccia di Cristiano Ronaldo per essere stato eliminato ai rigori dalla Francia dagli europei, il centravanti della nostra Nazionale ci tiene a far sapere al mondo, con un autoscatto, che sta soffrendo molto per l’orrenda figura che ha umiliato gli italiani, specie quelli emigrati in Germania. Dal dolore è diventato biondo ed è dovuto fuggire rapidamente a Ibiza. Forse si punirà ulteriormente infliggendosi un tatuaggio, ma c’è spazio solo sulle chiappe». Quale disegno si debba tatuare e con quale modalità, il giornalista non lo spiega nel dettaglio e lo lascia all'immaginazione degli utenti.
«Quando sento Caressa dire che i problemi sono le scuole calcio… forse voleva dire le scuole, perché i ragazzi ormai crescono con le pigne in testa, misurano il bene e il male solo con le categorie del denaro e dell’invidia da provocare via social, l’esito è insieme ridicolo e pericoloso. Il calcio una volta era terreno di disciplina e sacrificio, il riscatto arrivava dopo un duro lavoro. Mi ha subito stupito la sera dell’eliminazione con la Svizzera lo sguardo vuoto dei ragazzi sul campo di Berlino, annoiati ma non addolorati. A me è venuto subito in mente il Nino Manfredi di Pane e Cioccolata, film che esattamente mezzo secolo fa a Berlino vinceva l'Orso d’Argento».
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I commenti di Corona
Se questo primo contestatore lo critica tutto sommato usando l'ironia, ci è andato invece molto più pesante Corona, che intervenendo al podcast "Gurulandia" ha preso più volte di mira il calciatore sia per l'aspetto fisico, sia per il modo di giocare. «È uno dei peggiori, una delle persone che ti dà più fastidio - ha spiegato -. Per prima cosa perché si sente figo, ma è letteralmente un mostro: alto, magro, storto... con tutti questi tatuaggi è una roba imbarazzante. In campo cammina, galleggia e poi sorride. Ti verrebbe di tirarlo fuori dal campo e prenderlo a mazzate. È gente che se non si riprende ha finito di giocare».
Nei giorni precedenti, oltre a non risparmiarsi qualche commento sul livello d'intelligenza di Scamacca, ha anche detto «Se non fosse per i tatuaggi appariscenti che ha, sarebbe un pennellone che, a parte gli ultimi quattro mesi con l’Atalanta, non ha fatto nulla di buono nella sua vita». E: «Invitiamo lui, Scamacca, il Nino D’Angelo biondo delle Baleari, a guardarsi un po’ Sinner, la storia di Beckham, di Cantona, a chiedersi come mai lo stesso Zaccagni, che ha una fidanzata bombastica più social di tutte le altre, ha avuto almeno il rispetto di non farsi vedere in condizioni pietose a spendere i soldi che noi, che seguiamo il calcio, gli diamo». Insomma, non proprio carezze e miti consigli dall'ex re dei paparazzi.
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Il bisogno della squadra
Come già considerato in un'analisi della sua prestazione pubblicata su PrimaBergamo, però, il romano anche qui da noi ha avuto bisogno di tempo per crescere e migliorare, dopo le critiche iniziali, andando poi a mostrare il suo lato migliore nell'ultimo periodo con la Dea. Del resto, si tratta di un giovane che ha anche bisogno di avere attorno una squadra che costruisca con lui l'azione, che mostri coesione, una qualità che si è riuscita a costruire nell'Atalanta, ma che evidentemente è andata a mancare negli Azzurri.
Tra l'altro, Scamacca è apparso più volte come smarrito nelle partite in terra tedesca, perché forse aveva necessità che i compagni costruissero insieme a lui le dinamiche di gioco, con palloni in verticale e inserimenti dei suoi colleghi che, in quel match con gli elvetici, sono mancati. Come a dire, sì la nazionale non ha fatto per niente una bella impressione e c'è tanto da lavorare, ma se i suoi componenti devono incassare tutti insieme le critiche, quando si va sul discorso individuale all'attaccante, qualche sconto, glielo si potrebbe tranquillamente concedere.
Infine Fabio Capello, ex-allenatore ed attuale commentatore televisivo, nella sua analisi per La Gazzetta dello Sport, si è espresso in favore di Gianluca Scamacca (così come Lele Adani) nel confronto con Mateo Retegui: «Gianluca è stato criticato a più riprese, anche più del dovuto. La punta ha bisogno del sostegno della squadra e spesso Scamacca si è trovato troppo isolato in queste gare».
Allora forse scamacca doveva evitare di mettere le sue foto da Ibiza ma da qui a incolpare solo lui ce ne vuole... Salvo solo donnarumma agli europei il resto e'stata noia ma dovremmo essere persone educate cari Corona e adinolfi