Atalanta, obiettivo 70 punti Ma l'Europa non è assicurata

Atalanta, obiettivo 70 punti Ma l'Europa non è assicurata
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Servono almeno 70 punti. La strada per l’Europa passa per una quota mai così alta negli ultimi dieci campionati di Serie A disputati, ma nonostante questo i nerazzurri hanno tutte le possibilità di rendere questa stagione molto più che storica, semplicemente leggendaria. Proviamo a capirci qualcosa in più e diciamo subito una grande verità: anche i pareggi, da qui alla fine, possono essere determinanti.

 

 

In passato con 70 punti si andava in Champions. Analizzando gli ultimi dieci campionati di Serie A, si scopre che l’Atalanta di Gasperini è pure sfortunata. L’anno scorso l’Inter arrivò quarta con 67 punti mentre al Sassuolo (sesto) ne bastarono 61; il campionato 2014-2015 si chiuse addirittura con la Roma a quota 70 punti dietro la Juventus: un bottino valido per il secondo posto. Il campionato 2013-2014 vide la Fiorentina arrivare quarta con 65 punti e il Parma (poi estromesso per problemi di licenza) sesto a 57, nel 2012-2013 i 70 punti della Fiorentina e i 66 dell’Udinese valsero il quarto e il quinto posto, mentre nel 2011-2012, quanto l’Atalanta partì con una penalizzazione di sei punti, i 70 sarebbero bastati per andare in Champions come terza: Lazio (62), Napoli (61) e Inter (58) si qualificarono per l’Europa League. Scorrendo ancora all’indietro, si trovano quasi sempre ottimi piazzamenti a quota 70 punti: nel 2010-2011 il Napoli arrivò terzo, nel 2009-2010 toccò al Milan piazzarsi sul gradino più basso del podio, mentre nel 2008-2009 la Fiorentina riuscì con 68 punti a conquistare il quarto posto con lo stesso bottino del Genoa di Gasperini. Nel 2007-2008 e nel 2006-2007, stagioni nelle quali ben quattro squadre andavano in Champions League, 70 punti avrebbero significato terzo o quarto posto. Quindi un incredibile piazzamento tra le primissime della classe.

 

 

Dove può arrivare l’Atalanta? Con 55 punti già conquistati e altri 27 a disposizione, la classifica può davvero diventare leggendaria. Senza stare troppo a fare la corsa su questa o quell’avversaria, Gasperini dopo la partita con il Pescara si è trovato per la prima volta davanti alla domanda sui 70 punti. Basteranno? Il tecnico non si è sbilanciato ma è ovvio che lui, come un po’ tutti, qualche ragionamento prettamente matematico lo sta facendo. Per arrivare a quota 70 bisogna fare 15 punti in 9 partite: 1,66 a gara. La media in campionato fino a questo momento è di 1,89 (proiezione 72) e sale a 2,16 (proiezione 74) se consideriamo solo le 24 partite dal Crotone all’andata in avanti. Le avversarie ancora da incontrare sono Sassuolo, Bologna, Juventus, Milan e Chievo in casa, oltre a Genoa, Udinese, Roma ed Empoli in trasferta: per conquistare 15 punti servono 5 vittorie oppure 4 vittorie e 3 pareggi. Giocando un po’ con le tabelle possiamo dire che le gare con Sassuolo, Bologna e Chievo a Bergamo sono da vincere ed anche la trasferta in casa dell’Empoli non pare impossibile visto che alla penultima i toscani saranno già ampiamente salvi. Restano cinque gare in cui fare altri tre punti: pareggiando a Genova, a Udine e in casa con il Milan e dando per scontato che contro Roma (in trasferta) e Juventus (in casa) potrebbe anche arrivare la sconfitta, la quota di 70 punti sembra ampiamente alla portata.

 

 

Conta la testa: in campo sempre per vincere. Giochini, previsioni e tabelle a parte, il grandissimo vantaggio che l’Atalanta ha in questa corsa finale è tutto nella testa dei giocatori, del mister e dell’ambiente. Delle prime sette in classifica, la Dea è l’unica a non avere problemi di alcun tipo dal punto di vista ambientale, di rapporti giocatori-mister o cose simili. La Juventus vive momenti di grande tensione con mister Allegri e ha la Champions sullo sfondo; lo stesso si può dire di Spalletti a Roma, mentre per Sarri e i suoi giocatori ci sono sbalzi di umore decisamente preoccupanti: prendersela con gli anticipi delle 12.30 è quasi ridicolo. L’Inter se non arriva alla Champions è probabile che molli pure l’Europa League e lo stesso discorso vale per il Milan, che ha pure il problema closing: pensate, se una delle due milanesi arrivasse sesta, salterebbe una tournèe in Cina che a livello di sponsor garantisce molti più introiti rispetto alla partecipazione ai preliminari di Europa League. La Lazio sembra quella più tranquilla ma il derby di ritorno di Coppa Italia mette una pressione particolare ad un gruppo che sembra già spremuto quasi al massimo. La Dea giocherà spesso in casa anche sfide molto importanti, ha un ambiente euforico alle spalle e i giocatori sono con la mente sgombra lanciati verso la storia. Lo spirito deve essere sempre quello di una banda di indemoniati che pensano solo a vincere, il momento di gestirsi non è ancora arrivato. Dentro i 90 minuti, invece, sarà importante avere equilibrio e cercare di ascoltare Gasperini: il tecnico è troppo preparato per non sapere che anche i pareggi saranno determinanti, ma da qui alla fine sarà fondamentale stare sempre sul pezzo.

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