Che spettacolo!

"Atalanta. Una vita da Dea" è un film pieno di facce, di occhi, di emozioni. Da vedere

All'anteprima del docufilm che racconta le gesta dei nerazzurri che hanno vinto l'Europa League a Dublino (e non solo) tantissime emozioni

"Atalanta. Una vita da Dea" è un film pieno di facce, di occhi, di emozioni. Da vedere
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di Fabio Gennari

Non sono un esperto cinema, non ho l'occhio abbastanza allenato per poter dire qualcosa di sensato sul lavoro che è stato fatto. Però ho visto un film che mi ha permesso di ripercorrere momenti, dell'anno scorso (e non solo) che ho vissuto dal vivo. Merito di quelle interviste che il regista Beppe Manzi ha realizzato e inserito in Atalanta. Una vita da Dea, docufilm la cui anteprima è andata in scena ieri sera (3 aprile) a Oriocenter.

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Sinceramente? Un film da vedere. E rivedere. Poco meno di due ore intrise di storia, piene di volti e pure di qualche silenzio rotto solo dalle lacrime. Dalla commozione. Di chi sta dentro al film e di chi era in sala.

La storia è un interessante parallelo tra la settimana che ha visto la Dea giocare la finale di Coppa Italia con la Juventus, poi a Lecce e poi a Dublino e altri momenti chiave della storia recente atalantina. Tanti gli argomenti toccati, diverse le interviste e le immagini del passato che vengono proposte, ma la vera chiave emozionale del film sono i volti dei protagonisti. Che siano giocatori, l'allenatore, opinionisti o dirigenti. Si sente addosso la bellezza di quanto hanno vissuto. Anche grazie ai loro silenzi.

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La vittoria dell'Europa League l'abbiamo bene in mente (e nel cuore) tutti. Le tappe, le difficoltà, le imprese e la gloria. Quello che torna spesso durante il film sono momenti particolari legati a sguardi e volti speciali. Non ci sono interviste ai tifosi, ma si vedono un sacco di facce diverse. Contente. Felici. Con il volto rigato dalle lacrime. Le parole dei protagonisti ti arrivano perché sono messe lì con sincerità, una in fila all'altra, per trasferirti la gioia e la soddisfazione del trionfo.

Alcuni protagonisti sorprendono, altri si confermano e altri ancora raccontano dettagli che ti lasciano sulla poltrona con poco da dire. E un fazzoletto stretto tra le mani che ti viene spesso in soccorso. Sì, Atalanta. Una vita da Dea merita di essere visto. Vissuto. Goduto. Scoperto. A Dublino s'è vinta la coppa, ma è l'Atalanta, il legame con la sua gente e la bellezza che esprimono le parole di chi la vive a essere qualcosa di speciale. E dal 14 aprile tutti potranno capire queste parole vedendo il film, che sarà proiettato in oltre cento sale di tutta Italia.

Commenti
Luca C.'70

Quando viene scritta la storia risulta poi più facile anche per chi Per sua natura dimostra una incompetenza cronica vedere la realtà che nel caso della Atalanta 1907B.C e aver avuto dal Destino un dono: Giampiero Gasperini Il condottiero che supportato dalla società dalla famiglia percassi e da qualche anno dall'investitore americano ha saputo regalare a tutti noi storici tifosi sensazioni e dimensioni che mai avremmo potuto anche solo immaginare e soltanto grazie alla sua profonda competenza tecnica, capacità di tradurre teoria in pratica che in questi otto anni passati tra Europa League Champions League tre finali Coppa Italia una coppa in bacheca e quando è andata male il settimo posto finale non può che come una defecazione andare così a coprire coloro che per ignoranza e pleonasticità esistenziale non hanno avuto nemmeno la capacità, di certo stimolata da tutte queste vittorie che hanno riempito i campionati passati, di riuscire almeno a comprendere che quello che vedono è oro e non stagno come purtroppo, sempre per quella già indicata vita inutile, loro percepiscono

Giuseppe Francesco

Per carità... speriamo almeno che la serata sia servita a dare una scossa ai giocatori intorpiditi a Firenze.

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