A Caravaggio il ciao a Reja Ad Azzonica la Curva in campo

A Caravaggio il ciao a Reja Ad Azzonica la Curva in campo
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Fine settimana importante per i tifosi dell’Atalanta. Non ci sono acquisti in vista, non ci sono novità particolari sul ritiro precampionato e nemmeno annunci da fare. Però sabato mattina a Caravaggio e domenica ad Azzonica chi vuole bene alla Dea e ai suoi tifosi non può mancare. Basta poco, prima la pacca sulla spalla a un condottiero e poi un piccolo aiuto economico per i bambini del Ruanda: Edy Reja e Rino Berlendis apprezzeranno certamente.

 

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Reja saluta Bergamo in bici. Ne abbiamo parlato anche qualche giorno fa e ormai ci siamo. L’ex tecnico atalantino Edy Reja, terminato un breve periodo di vacanza all’Isola D’Elba, sarà da oggi a Bergamo. Sabato mattina intorno alle 8.30, il mister goriziano partirà dal Santuario di Caravaggio e in compagnia di alcuni amici raggiungerà prima Vicenza e poi Gorizia. In bicicletta. Sembra una follia e invece è tutto vero: l’allenatore friulano è appassionato delle due ruote, in due tappe percorrerà i circa 350 km che separano la cittadina della bassa da casa sua, nonostante i 70 anni suonati. Il tam tam su internet è già partito, la previsione è che tanti tifosi raggiungeranno Caravaggio per salutare Reja e spronarlo alla partenza di questa piccola grande impresa. Risultati a parte, il rapporto del mister con Bergamo, l’Atalanta e i bergamaschi è sempre stato buono e anche chi non riuscirà fisicamente a raggiungere Caravaggio ha già fatto sapere di voler salutare con un grande abbraccio il condottiero nerazzurro dell’ultima stagione e mezza.

 

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Domenica ad Azzonica con la Curva Pisani. Se quello di sabato è un appuntamento per salutare chi si è seduto con onore sulla panchina orobica, domenica c’è l’occasione di fare del bene. Dopo il rinvio per maltempo dello scorso 2 giugno, la Curva Pisani organizza ad Azzonica l’ormai tradizionale appuntamento “Aiutiamoli a Camminare”, giornata di calcio “pane e salame” a sostegno del centro Santa Maria di Rilima in Ruanda. A partire dalle 9, il piccolo campo polveroso della frazione di Sorisole sarà un brulicare di persone che tra una birra, una salamella e un bicchiere di vino parteciperanno ad una festa in favore dei bambini di Rino Berldendis, alpino classe 1937, che da ormai 30 anni fa la spola con l’Africa e ha fondato un centro ortopedico per i piccolo disabili. I ragazzi della Curva e i tanti amici che partecipano raccolgono sempre cifre importanti e la speranza è che anche stavolta vada tutto per il meglio.

Il programma della giornata. Il via ufficiale ad Azzonica è dunque fissato per le 9. Il terreno di gioco è tutt’altro che confortevole, si narra che in zona ci sia sempre tanta polvere e circolino zanzare da competizione, eppure tra le 500 e le 1000 persone, ogni anno, passano per un saluto e per dare il proprio contributo. In passato, arrivarono anche due sposini che la mattina si erano uniti in matrimonio e nel pomeriggio salutarono i presenti. I primi ad arrivare al campo, intorno alle 7, sono gli addetti all’allestimento: gli striscioni richiedono quasi un’ora e mezza per essere esposti mentre cucine e spillatori si preparano.

Si gioca a calcio, quest’anno ci saranno 12 formazioni di amici della Curva al via e il torneo si svolge durante tutto l’arco della giornata. In passato, ad Azzonica sono arrivati anche amici di altre città (Valdagno e Francoforte solo per fare due esempi) e in generale tra le 9 e le 17 si alternano tanti giocatori e un solo, povero, arbitro. Al termine delle gare si procede alle premiazioni e di solito la giornata si chiude verso l’ora di cena. Vicino al campo di gioco ci sono anche le creazioni dei bambini del Ruanda che Rino Berlendis in persona rivende per dare ancora più linfa agli aiuti da spedire in Africa.

 

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Chi è Rino Berlendis. L’impegno dei ragazzi della Curva è totale, in passato sono già stati raccolti circa centomila euro e ogni anno ci si ritrova ad Azzonica (Berlendis è di Sorisole) sullo stesso campo che proprio l’alpino trovò tanti anni fa. Già, ma chi è questo piccolo grande uomo? Alpino di Leva nell’Orobica nel 1959, spostato con Flora e padre di Barbara e Andrea, Berlendis conobbe negli anni ’60 a Zogno una suora di nome Teresa Bella. Quando venne trasferita in Africa in missione, Suor Teresa non smise mai di scrivere a Rino quanto avesse bisogno di aiuto ma lui, impiegato in un’azienda manifatturiera, non sapeva come fare per dare una mano.

Quel Natale del 1978. Si narra che il giorno di Natale del 1978, a casa Berlendis bussò un uomo di colore. La famiglia lo fece accomodare pensando ad un bisognoso, ma dopo qualche difficoltà si capì che quell’ospite era addirittura il vescovo della diocesi africana dove Suor Teresa era stata mandata. Di lì a poco Berlendis si organizzò con il lavoro, accumulò tantissime ore di straordinario accordandosi con la sua azienda per poter spendere 2 mesi all’anno in Africa le sue vacanze. Una vita di sacrifici insieme alla famiglia gli ha permesso di dare vita ad una struttura che accoglie oggi tantissimi bambini con malformazioni ortopediche a Gashora, nel sud del Ruanda. Berlendis è un appassionato della scultura in legno, ha realizzato oltre duemila presepi da ceppi d’ulivo e tutto il ricavato è sempre stato destinato ai suoi bimbi africani. Anche la Curva e tanti atalantini hanno deciso di aiutare quei piccoli a camminare, basta davvero un piccolo contributo.

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