Castagne, Gosens e Cornelius I nuovi sorrisi dei nerazzurri

Timothy Castagne, Robin Gosens e Andreas Cornelius sono stati i tre protagonisti forse più importanti della partita vinta dall’Atalanta a Napoli. Certamente le prestazioni di gente come Gomez e Freuler, piuttosto che de Roon, meritano applausi, ma il significato che sta dietro alla prova dei tre giovani stranieri acquistati in estate dalla società orobica è molto, molto importante. Di Palomino, altro volto nuovo ormai diventato un punto di forza della difesa, abbiamo già detto e scritto, mentre degli altri si parlava poco fino alle 20.45 di un martedì sera di Coppa. Oggi, Gasperini e l’Atalanta hanno tante certezze in più e il merito è da dividere equamente tra i ragazzi, chi li ha portati a Bergamo e chi li sta facendo diventare grandi.
Timothy Castagne, il belga arrivato quasi per caso. La storia di Timothy “Borole” Castagne a Bergamo è iniziata quasi per caso. Gli osservatori nerazzurri lo hanno ovviamente seguito molto, ma non va dimenticato che il suo approdo a Bergamo si è concretizzato per l’anomalia cardiaca che era stata diagnosticata all’altro belga Thomas Foket durante le visite mediche. Ricordate? Era il giorno della presentazione a Bergamo della partnership tra Atalanta e Ubi Banca, qualche rumors iniziò a circolare sulle difficoltà fisiche del ragazzo e improvvisamente spuntò il nome dell’esterno del Genk. Nei giorni successivi venne ingaggiato questo ragazzo dal viso timido con già una decina di presenze nelle coppe e tutti hanno subito pensato all’ennesima “sartorata”. L’eredità di Conti e la presenza di Hateboer lo hanno costretto ad alcuni mesi di ambientamento, con più minuti sui campi di Zingonia che in partite ufficiali, ma i 650' minuti in campionato, le tre presenze in Europa League e quelle in Coppa Italia consegnano ora a Gasperini una preziosa freccia, buona sia per la fascia destra (quella preferita) che per quella sinistra. Castagne, nel 2018, punta a confermarsi come uno dei titolari che servono ad una squadra di livello come l’Atalanta e le premesse sono molto buone.
Robin Gosens, il tedesco più atteso. Con Spinazzola ormai destinato alla Juventus e Dramè da mesi fuori dalle rotazioni, l’Atalanta ha puntato su questo ragazzo tedesco classe 1994 (quindi un anno più giovane di Spinazzola) per il presente (come vice) e anche per il futuro. Ovviamente, vista la proprietà del cartellino da parte della società bianconera e gli antipatici mal di pancia che Spinazzola e il suo agente Davide Lippi hanno mostrato ad agosto inoltrato, la pressione su Gosens è stata subito molto forte e il “rischio” del paragone si è subito palesato. Il primo impatto del ragazzo nato a Emmerich am Rhein con l’ambiente orobico avvenne il 27 maggio scorso, il giorno di Atalanta-Chievo. Quel giorno, in mezzo alla festa per la riconquista dell’Europa, il ragazzo era in Tribuna con il papà e il suo agente e ha osservato con ammirazione la passione del popolo bergamasco. In ritiro, Gosens ha iniziato la sua conoscenza del mondo gasperiniano e, complice l’infortunio a Spinazzola con la maglia della Nazionale in Spagna, l’avvio di stagione gli ha spesso regalato una maglia da titolare. Tra le perle della sua stagione, certamente la più preziosa resta il gol a Goodisoon Park contro l’Everton dello scorso 23 novembre.
Andreas Cornelius, il vichingo dei Mondiali. Ultimo ma non meno importante, il vichingo numero 9 che all’anagrafe è conosciuto col nome di Andreas Cornelius. L’ingaggio di questo lungagnone danese già nel giro della Nazionale ha spiazzato un po’ tutti, i 3,5 milioni spesi la scorsa primavera per portarlo a Bergamo sembravano tanti ma più passano le partite più le prestazioni del ragazzo classe 1993 convincono anche i più scettici. Molto diverso da Petagna sotto il profilo tattico, l’ex Copenaghen cerca sempre la porta e non a caso è l’unico atalantino insieme a Gomez ad essere andato in gol in tutte e tre le competizioni ufficiali. Con due gol in campionato, altrettanti in Europa League e uno in Coppa Italia, Cornelius ha raggiunto quota cinque reti ufficiali in 17 presenze e se pensiamo che si tratta di un giovane al primo impatto con un campionato complicato come quello italiano non c’è di che lamentarsi. Anzi. La prova contro il Napoli e Koulibaly (uno dei difensori attualmente più forti del campionato, e non solo) è stata ottima anche sotto il profilo tattico e in prospettiva Mondiali (Cornelius sarà tra i convocati della Danimarca per la rassegna di giugno in Russia) il suo rendimento (così come gli stimoli) è destinato ad aumentare.