I cinque leader silenziosi che guidano questa Atalanta

I cinque leader silenziosi che guidano questa Atalanta
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Ci sono Uomini (con la “U” maiuscola) che non colpiscono per la giocata ad effetto ma su cui un allenatore punta a occhi chiusi e che, alla fine dei conti, sono decisivi. Nel gruppo che lavora con Gasperini, elementi come Andrea Masiello, Rafael Toloi, Remo Freuler e Marten de Roon sono spesso poco "reclamizzati", eppure hanno un peso specifico enorme nello spogliatoio. Se a loro aggiungete Mattia Caldara, uno che è qui a Bergamo con la data di scadenza sulle spalle ma non molla di un centimetro, il quadro dei cinque cardini atalantini è completo.

 

 

Andrea Masiello, il leader della difesa. Senza stare troppo a guardare i numeri, il difensore viareggino è ormai il leader della difesa dell’Atalanta. Schierato da centrale di sinistra, Masiello ha iniziato la sua grande stagione con il gol segnato all’Everton (il primo della Dea 26 anni dopo l’ultima partecipazione) e ha continuato con un livello di rendimento da far spellare le mani. Bravo palla a terra, nell’anticipo di testa e nella lettura delle giocate dal punto di vista tattico, il classe 1986 cresciuto nel vivaio della Juve è sempre pronto a metterci la faccia e non è un caso che nelle ultime due occasioni è stato lui ad andare davanti alle telecamere.

Rafael Toloi, piede fatato e senso dell’anticipo. Piede delicato, approccio tipicamente brasiliano al gioco e una grinta e una ferocia agonistica, invece, molto più europea, Rafael Toloi rappresenta sempre più il prototipo del difensore moderno. Gasperini ha imparato a conoscerlo e le sue doti in fase di impostazione vengono costantemente sollecitate dai compagni, che lo cercano in appoggio all’azione offensiva anche se magari pochi minuti prima gli era toccata una diagonale difensiva profonda e faticosa. Rafael Toloi gioca sempre con la felicità di chi è partito dal Mato Grosso e sta diventando sempre più un grande difensore. È nel pieno della maturità calcistica e attenzione al mercato...

Mattia Caldara, bergamasco dentro. Quando mercoledì a Torino, con la Dea ormai sconfitta per 1-0, si è quasi azzuffato con Mandzukic per una brutta manata che l’avversario gli ha rifilato sulla testa, tanti ci siamo detti: però, che personalità questo giovanotto. Il dettaglio, per nulla secondario, è che tra pochi mesi gli stessi due giocatori saranno compagni di squadra nello spogliatoio bianconero. Ma Caldara, ancora una volta, ha dimostrato di onorare fino in fondo la maglia della sua città. Bergamasco di Scanzorosciate, grazie a una famiglia come nel calcio ce ne vorrebbero sempre, il numero 13 nerazzurro sta confermando partita dopo partita di essere un difensore di grande livello, con la personalità giusta per non fermarsi mai anche se il futuro da sogno è ormai scritto nero su bianco da un anno abbondante. Esempio da seguire.

 

 

Remo Freuler, l’inesauribile. Scherzando con mister Gasperini, in un’intervista di qualche mese fa abbiamo ipotizzato che il numero 11 svizzero abbia qualche valvola montata al contrario. «Più gioca, più recupera». È quasi contro ogni logica, eppure guardando le partite non si notano mai segni di cedimento. Che si giochi con la Juventus o con il Benevento, a Dortmund o a Nicosia, Remo Freuler offre sempre un grande rendimento. Come tutti, sbaglia anche lui: a volte ci sono partite tecnicamente esaltanti, in altre invece perde troppi palloni, ma nel complesso la prestazione non manca mai e dal punto di vista tecnico siamo di fronte a un elemento di caratura ormai internazionale che ai prossimi Mondiali di Russia avrà la possibilità di consacrarsi a livello assoluto.

Marten de Roon, capitan futuro. Ultimo ma non meno importante, ecco l’uomo che dopo un anno sabbatico in Inghilterra è tornato a casa. Marten de Roon non è italiano ma ormai si sente bergamasco, il suo acquisto aveva gasato tutti (operazione da circa 15 milioni di euro per uno che è amatissimo dal pubblico), ma i primi mesi non avevano confermato le attese. Come tutte le cose belle, basta un po’ di tempo per sistemare tutto, e adesso che i giri del suo motore sono quasi al massimo ecco che Gasperini si inventa pure il ruolo di centrocampista avanzato di marcatura e la maturazione continua. Da più parti, per lo spirito e per il suo modo di scendere in campo e porsi verso compagni, avversari e pubblico, viene considerato uno dei pochielementi che indossa “virtualmente“ la fascia di capitano. Adesso che anche la lingua è stata imparata bene, il futuro nerazzurro è da condottiero.

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