Contratti in scadenza e ingaggi milionari: così il calcio affonda sempre di più (non l'Atalanta)
Nel panorama internazionale si sta assistendo a una serie di movimenti di giocatori a parametro zero come forse non si era mai visto: un problema
di Fabio Gennari
Gli esempi stanno diventando ormai troppi, non si tratta di casi isolati ma di una tendenza che per le casse delle società di calcio non è per nulla positiva. Anzi, se non cambiano le strategia qui si rischia davvero il collasso. Il sistema calcio è in crisi di liquidità, pochissime realtà (tra cui l'Atalanta, forse la miglior espressione di questa filosofia) sono protette da contratti lunghi con i giocatori e da ingaggi sostenibili. Troppi giocatori in questa fase si stanno spostando da una squadra all'altra a parametro zero con massimo profitto per loro e zero introiti per chi li perde.
Donnarumma, Calhanoglu, Depay, Wijnaldum, Aguero e Alaba sono solo alcuni dei giocatori che a livello italiano ed europeo hanno appena cambiato squadra da svincolati. Il giochino è semplice: mi propongono il rinnovo, magari in modo molto tardivo, io non accetto perché voglio più soldi e alla fine con il "cartellino" in mano vado dove mi pagano di più. L'ex portiere del Milan e dell'Italia Donnarumma, ad esempio, a soli 22 anni volerà a Parigi dove prenderà la bellezza di 10 milioni più bonus all'anno per giocare al PSG.
Nulla di scandaloso, è la legge del mercato. Però, con procuratori sempre più potenti e giocatori che tendono a massimizzare i propri interessi andando a giocare nelle squadre più importanti, si innesca un pericoloso meccanismo: per l'Inter, il Barcellona o il PSG di turno costa molto meno promettere ingaggi faraonici senza esborsi per il cartellino, ma le società di provenienza perdono valori importanti senza essersi tutelati per tempo. Questa modalità c'è sempre stata, ma forse mai come quest'anno si stanno verificando casi eclatanti visto il livello dei giocatori coinvolti.
L'Atalanta in questo senso lavora in modo molto diverso. Tutti i contratti sono almeno fino al 2024 (mancano Sportiello e Rossi, ma i rinnovi sono in dirittura d'arrivo), questo permette di non arrivare mai con l'acqua alla gola a fine stagione e di valutare semmai dei ritocchi d'ingaggio ove un calciatore dimostri di meritarlo. Esempio pratico: il Gosens di oggi è legittimo che possa avere delle offerte di stipendio di anche 3-4 volte quello che guadagna a Bergamo, l'Atalanta non farà follie ma pensare ad un premio per quanto ha fatto il tedesco è logico. E a Zingonia, la logica e le operazioni strategicamente valide sono sempre la via maestra.