Dal Bologna al Bologna, in 29 gare almeno otto episodi arbitrali pesanti a sfavore
Non è questione di alibi, ma di fatti oggettivi: la Dea è stata, fino a questo momento, molto penalizzata da tanti errori arbitrali
di Fabio Gennari
Il mancato rigore di domenica per la clamorosa gomitata di De Silvestri a Pezzella (fischiato un fallo contro il nerazzurro, che ha rimediato un taglio al labbro e ha perso un dente) è stato parzialmente cancellato dalla vittoria strappata nel finale. Ma gli episodi arbitrali che hanno condizionato la stagione della Dea in campionato sono almeno otto: più di una gara su quattro della formazione atalantina ha lasciato tanti dubbi sulle decisioni prese in campo e questo non è assolutamente un trend accettabile.
Alla seconda giornata, contro il Bologna a Bergamo (0-0), non venne assegnato un calcio di rigore per fallo di mano di De Silvestri a contrasto con Toloi; la terza giornata vide la Fiorentina vincere a Bergamo con due rigori di Vlahovic, ma fu l'Atalanta a recriminare per una rete di Djimsiti annullata sullo 0-0 per fuorigioco considerato attivo di Zapata. A Cagliari, dodicesima giornata, venne tolto dal direttore di gara un calcio di rigore inizialmente concesso senza nessun controllo al monitor (il protocollo non lo permette) mentre in Atalanta-Roma, diciottesima giornata, è successo un po' di tutto.
La Roma è passata in vantaggio con un'azione di Abraham che strattona Djimsiti prima di entrare in possesso del pallone, successivamente il 2-2 dell'Atalanta viene annullato per fuorigioco attivo di Palomino giudicato direttamente dal Var (il protocollo non lo permette, è una valutazione che spetta all'arbitro). La gara è finita 1-4 per i giallorossi. Di nuovo contro il Cagliari, questa volta lo scorso 6 febbraio, ci sono grandi dubbi sul gol di Pereiro (viziato da un fallo di mano) e sull'espulsione di Musso, soprattutto perché la settimana dopo, contro la Juventus, una situazione simile non è stata valutata nello stesso modo.
Prima di Bologna, a Firenze l'Atalanta è stata poi clamorosamente privata del gol del pareggio di Malinovskyi per un fuorigioco considerato attivo di Hateboer e anche in questo caso l'errore è di protocollo oltre che di valutazione, perché una decisione simile non può prenderla da solo il Var. Come in Coppa Italia, quando Bonaventura propiziò la rete di Milenkovic del 2-3 allo scadere partendo da posizione di netto offside. Non si può tornare indietro, ma ricordare questi episodi permette di definire meglio i contorni del gran lavoro che, nonostante tutto, sta facendo la Dea.