Dal Ghana non hanno dubbi: «Per Sulemana ultima occasione, ma è nel posto perfetto»
Kamaldeen è il nuovo giocatore dell’Atalanta. Abbiamo chiesto a un esperto di raccontarci meglio pregi e difetti dell’attaccante

di Alessandro Giovanni Pagliarini
Owuraku Ampofo è un volto di spicco nel giornalismo sportivo africano. A soli 28 anni ha rivoluzionato il modo di raccontare il calcio nel suo Paese, combinando analisi statistiche avanzate con una narrazione che sa coinvolgere. Inserito tra i 50 giovani ghanesi più influenti nel 2021, Ampofo è oggi sports anchor di TV3 Ghana e collabora con Opta Analyst.
Nessuno meglio di lui può raccontarci chi è Kamaldeen Sulemana, l’acquisto dell’Atalanta, eterna promessa del panorama calcistico ghanese reduce da un periodo turbolento tra Rennes e Southampton.

Sulemana è nel radar europeo da anni. Come descriverebbe il suo percorso dal Ghana al calcio del Vecchio Continente?
«Per molto tempo, al Ghana sono mancati giocatori di classe che sanno saltare l’uomo. Quando al Nordsjaelland diedero a Sulemana la maglia numero 10 dopo la partenza di Mohammed Kudus, molti ghanesi non credevano a questa fortuna. Tutti si aspettavano che seguisse le orme del suo amico Kudus, ma le cose non sono andate esattamente così. Kamaldeen era considerato uno dei prospetti più brillanti della lega danese, poi è partito per una cifra record ma ha mostrato il suo bagliore solo a sprazzi».
Che tipo di giocatore è? Come lavora?
«È un giocatore estremamente sicuro di sé, che crede fermamente nelle proprie capacità. Ha una personalità forte ed è implacabile, soprattutto quando ha il pallone tra i piedi. Ama il calcio visceralmente e vuole sempre giocare, anche durante la pausa estiva».
Questo amore per il gioco si riflette nelle sue qualità tecniche. Quali sono i suoi punti di forza?
«Velocità e dribbling sono le sue armi principali. Quando vedi Sulemana, pensi a Jeremy Doku: rapido, imprevedibile, forte fisicamente. Da ragazzo, al Nordsjaelland, ha rilasciato un’intervista dove disse: “Vedo l’uno contro uno come cibo per me”. È devastante in questo elemento, perché può andare sul fondo e crossare oppure rientrare e tirare. I numeri lo confermano: in Francia aveva una media di 3,84 dribbling riusciti a partita».
E in fase di costruzione?
«Ha una media di 1,29 occasioni create ogni 90 minuti. Non sono numeri straordinari, ma (...)