Dea, tra gol presi e gol fatti ecco dove si può migliorare

Dea, tra gol presi e gol fatti ecco dove si può migliorare
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Dopo quattro giornate di campionato e una di Europa League, il saldo dell’Atalanta è positivo. I punti conquistati sono gli stessi di quelli concessi, i gol realizzati sono di più rispetto a quelli subiti e le gare in cui non si è segnato sono tante quante quelle in cui non è stato concesso gol agli avversari. Detta così, l’avvio di stagione può sembrare in pareggio ma basta ragionare sugli avversari incontrati (Roma, Napoli ed Everton su tutti) e considerare la pressione mentale per il ritorno in Europa che tutto appare più chiaro: l’Atalanta c’è ed è sempre più forte.

 

 

Gol fatti e gol subiti: saldo positivo. Nelle prime cinque sfide ufficiali, l’Atalanta di Gasperini ha segnato sette gol e ne ha subiti sei. Dopo il calcio di punizione del romanista Kolarov alla prima giornata, a Napoli il risultato si è chiuso sul 3-1 per i partenopei mentre contro il Sassuolo (2-1) e il Chievo (1-1) sono arrivati finalmente punti importanti per la classifica. Considerando anche la gara di Europa League contro l’Everton, il parziale passa in positivo e se solo ci fosse stata un po’ più di precisione probabilmente staremmo a parlare nuovamente di favola Atalanta. L’analisi delle reti non è mai banale parlando di calcio, una squadra può giocare bene finché si vuole ma oltre alle tante occasioni da rete (l’Atalanta in campionato ne ha costruite 33 con una media di oltre 8 a gara, mentre in Coppa sono stati 14 i tiri totali) è fondamentale colpire anche il bersaglio grosso. L’aspetto più positivo è che in ogni gara i nerazzurri stanno riuscendo nell’impresa di tenere alto il livello di palle gol costruite e il rifornimento continuo per gli attaccanti risulta decisivo.

 

 

Il neo: troppi gol presi (anche se casuali). In questo avvio di stagione la squadra di Gasperini ha mancato l’appuntamento con il gol solo in una occasione (prima giornata, Atalanta-Roma) lasciando a sua volta inviolata la porta difesa dal duo Berisha-Gollini solo in Europa League contro l’Everton. Nelle altre quattro sfide ufficiali i nerazzurri hanno dovuto sempre piegarsi almeno ad una rete degli avversari e in campionato la squadra bergamasca è una delle compagini che ha sempre subito gol. A dire il vero, ciò che più infastidisce è la casualità delle reti incassate. Con la Roma un errore della barriera, con il Sassuolo un contropiede da dilettanti concesso agli avversari, a Napoli il pareggio strappato con un super tiro da fuori area e in casa del Chievo un altro jolly da lontano: eccezion fatta per il secondo e il terzo gol presi al San Paolo, non ci sono grandi responsabilità dei giocatori orobici o difetti di manovra, i movimenti sono buoni; se l’attenzione cala può succedere qualcosa, ma nel complesso la fase difensiva regala ampie garanzie.

 

 

I gol delle punte: manca solo Ilicic. I bomber di questo avvio di stagione sono due, uno è il solito Gomez (due reti tra campionato e coppa) e l’altro è Cristante (stesso bottino), ma il segnale più positivo è la conferma di come la distribuzione su più elementi delle marcature sia come quella dell’anno scorso. I sette gol sono stati segnati da un difensore (Masiello), un centrocampista (Cristante) e da elementi della zona d’attacco, con i due centravanti Petagna e Cornelius entrambi in gol. Tra tutti gli uomini del reparto avanzato con più minutaggio (Vido e Orsolini non sono giudicabili), l’unico a non aver ancora trovato il bersaglio grosso è lo sloveno Ilicic. In quattro giornate di Serie A, il numero 72 atalantino ha calciato sette volte in porta con tre occasioni da gol complessive, ma se consideriamo anche il gol annullato a Verona è chiaro come ci sia quasi sempre lui nel vivo dell’azione. Contro il Chievo, nonostante qualche voto negativo, Ilicic è entrato in tutte le azioni più importanti e il momento del primo gol ufficiale in maglia orobica sembra sempre più vicino. O almeno è ciò che ci auguriamo.

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