Dea sulle spalle di Mini-Maxi È il numero 11 il vero gigante

Dea sulle spalle di Mini-Maxi È il numero 11 il vero gigante
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Siamo sulle spalle del più piccolo. Siamo nelle sue mani, nelle sue idee, nei suoi piedi e nella sua grande voglia di essere leader di una squadra in difficoltà. Maxi Moralez è il capocannoniere dell’Atalanta in campionato con 4 gol ma, oltre alle reti segnate, ci sono tanti motivi di fiducia che ad inizio stagione, forse, in pochi prospettavano. Siccome però è sempre il campo a dire la verità, oggi non possiamo nascondere come il piccolo folletto argentino (159 cm di altezza per 55 kg di peso) sia determinante nello scacchiere orobico. Indipendentemente dalla sua posizione in campo.

Inizio difficile. Eppure l’inizio di stagione di Maxi Moralez è stato tutt’altro che emozionante. Nella gara d’esordio giocata il 31 agosto a Bergamo contro il Verona, il numero 11 ha giocato titolare nel 4-4-1-1 a supporto di Denis. Sia lui che il “Tanque” sono stati sostituiti nella ripresa, al suo posto subentrò Richmond Boakye che quasi sulla sirena divorò il gol del vantaggio a pochi passi dalla linea di porta.

La settimana successiva a Cagliari Moralez stette seduto per 98’ minuti in panchina, il successo per 2-1 firmato Estigarribia – Boakye mise in secondo piano la sua esclusione che fece il paio con quella di Atalanta – Fiorentina: alla terza giornata i minuti di Maxi in campionato erano solo i 74 giocati contro il Verona.

Stefano Colantuono, in nome del turnover, lo ripresentò tra i titolari a Milano contro l’Inter nel turno infrasettimanale del 24 settembre ma la prestazione della coppia Moralez – Bianchi non convinse affatto e, dopo poco più di un tempo, lo stesso Frasquito (al pari di D’Alessandro) finì anzitempo sotto la doccia. Contro la Juventus, Moralez seguì tutti i 97 minuti di gara stando seduto in panchina. Le prestazioni non convincevano, voci sul rinnovo di contratto ancora da definire sembravano minare la sua tranquillità e il giocatore sembrava ai margini.

Rinascita ligure. La svolta della stagione di Maxi Moralez è arrivata domenica 5 ottobre sul campo della Sampdoria. Colantuono scelse inizialmente Molina a sinistra ed Estigarribia a destra per il suo 4-4-1-1. Dopo lo svantaggio firmato Gabbiadini, nella ripresa il tecnico tentò il tutto per tutto passando al 4-3-3 con Baselli e Moralez per i due esterni e, nonostante la sconfitta finale, arrivò una di quelle risposte inequivocabili: Moralez c’è e lotta con i compagni.

La prestazione del fantasista stupì tutti per grinta e volontà, nel finale il numero 11 in maglia orange (unico precedente per la terza divisa dalla Dea in questa stagione) arretrò addirittura dalle parti di Sportiello per creare gioco e la prestazione gli valse, di fatto, una conferma (quasi) perenne tra gli undici titolari. In 12 gare successive, Maxi ha giocato dal primo minuto in 11 occasioni con l’unica pausa avuta nel giorno di Torino – Atalanta (2 novembre) quando il tecnico di Anzio scelse il 3-5-2 optando per Boakye prima e Bianchi poi in coppia con Denis.

Il primo gol stagionale arrivò dopo nemmeno un minuto di gioco della gara contro la Roma (numero di Raimondi, cross basso e girata vincente), le altre reti hanno contribuito al successo contro il Cesena (rete del 3-2) e ai pareggi contro Palermo (gol del 2-3) e Genoa (gol dello 0-2). Con un pizzico di cinismo in più, il bottino personale di Maxi Moralez sarebbe potuto essere anche più ampio, ma vista la poca incisività del reparto avanzato i 4 gol stagionali sono grasso che cola.

 

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Con Denis-Pinilla, che posizione? L’arrivo a Bergamo di Pinilla ha, secondo qualcuno, sparigliato le carte dell’attacco orobico. Chi gioca in avanti? Pinilla e Denis? E Maxi? La risposta, come sempre la darà il campo ma, a prescindere da modulo e uomini, il numero 11 argentino gioca. Deve giocare. Non può non giocare. E le motivazioni sono tecniche, tattiche e di personalità.

Dal punto di vista tecnico, Moralez è l’unico giocatore che attualmente può saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Si spinge al cross, forse poco al tiro ma è sempre nel vivo della manovra e le giocate che prova non sono mai banali. Soprattutto, sono sempre orientate al compagno, alla soluzione più giusta e fatte con un piede sicuramente delicato.

Sotto il profilo tattico, i movimenti di Moralez sono imprescindibili. Conosce perfettamente i tempi di gioco, anticipa le seconde palle e legge sempre molto bene sia le traiettorie di passaggio che quelle di sviluppo della manovra. Nonostante il fisico, riesce sempre a mettersi nella condizione di ricevere il pallone libero da avversari e, quindi, crea pericoli. Partendo da sinistra o giocando spalle ad una punta, cambia poco: Pinilla imparerà presto il suo modo di giocare e sarà la mossa vincente.

L’ultima serie di motivazioni è squisitamente temperamentale. E, sotto questo aspetto, ci sono tante sorprese. Mini-Maxi corre e lotta, contro la Roma ha acceso una rissa e sul campo della Samp ha beccato un giallo per un’entrata tosta. Non si tira mai indietro, si presenta a muso duro contro avversari che potrebbero essere la sua matrioska madre. E, in un momento difficile come questo, sapere di poter contare su tanta grinta anche da uno come lui è sicuramente molto importante.

 

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