Diamanti già carico per la Juve «Mi piacciono le gare cazzute»
Diamanti non è certamente un tipo scontato, e nel suo esordio assoluto come ospite dello Store Atalanta di OrioCenter il numero 23 atalantino ha regalato qualche pillola della sua stravaganza. Polo bianca ufficiale, capelli scompigliati e sguardo deciso, il fantasista di Prato ha dispensato gesti di gentilezza ai tifosi che sono arrivati per incontrarlo: foto, autografi, sorrisi e strette di mano non sono mancati. Anche e soprattutto per i bambini che hanno voluto incontrare il loro idolo: uno è arrivato addirittura alle 16.15 (l’incontro era alle 18) per essere sicuro di portarsi a casa l’agognato autografo.
#AtalantaStore il primo giovane tifoso di Alessandro #Diamanti è arrivato alle 16.15! #ABC1907 #ForzaAtalanta! pic.twitter.com/PW3I1i1YgX
— Atalanta B.C. (@Atalanta_BC) 2 marzo 2016
Buona forma, poi la febbre e i chili persi. Prima di concedersi alle decine di persone in coda, Diamanti alle 17.50 ha incontrato la stampa, un'altra circostanza dove l’ex Fiorentina sa essere particolare, persino nel rispondere «tutto bene, grazie» a chi gli chiede del suo ambientamento a Bergamo. Il piglio è quello del leader, appena le domande si spostano sul campo eccolo più disponibile al dialogo.
«È vero, non giocavo da tanto ma devo dire che contro l’Empoli in casa le sensazioni sono state buonissime. Purtroppo non siamo riusciti a vincere ma ero felice. Poi abbiamo preparato la sfida di Genova con la Sampdoria, ma due ore prima del match mi sono ritrovato con 40 di febbre e ho provato lo stesso a giocare. La settimana successiva ho subito molto l’influenza dal punto di vista fisico, mi sono allenato poco e male, perdendo pure alcuni chili. La situazione è migliorata dopo la gara con la Fiorentina, adesso conta solo recuperare al massimo».
La squadra è in difficoltà, il lavoro pagherà. Spostando il discorso sul momento dell’Atalanta, la personalità di Diamanti viene fuori ancora più marcata. Il fantasista di Reja parla da condottiero, con concetti semplici ma importanti: «Nel calcio non si scende in campo da soli, giocano 11 persone e sono almeno 25 quelle importanti. Non ci dobbiamo nascondere, il momento è di difficoltà ma io vedo un atteggiamento giusto. Lavoriamo tanto e con intensità, serve un po’ di pazienza anche se mi rendo conto che in Italia non esiste. Il gruppo è molto unito, io voglio dare il mio contributo sempre al massimo e spero davvero di aiutare la squadra in questo finale di stagione».
Domenica a Bergamo arriva la Juventus, i bianconeri sono reduci da una super battaglia contro l’Inter nella semifinale di Coppa Italia ma sulla carta sembra non esserci partita. «Sarà durissima, giochiamo contro una squadra di grandissimi, la più forte. Non so cosa succederà, dal punto di vista tattico è al mister che bisogna chiedere cosa e come faremo, ma sono convinto che saremo battaglieri e cercheremo di vincere. La volontà di provarci fino alla fine non mancherà, e prima o poi il risultato che ci premia deve arrivare. Io, poi, sarò anche matto ma in questi momenti particolari, quando servono uomini “cazzuti”, mi piace esserci per provare a raggiungere l’obiettivo che sembra impossibile».
I tatuaggi, il calcio e le emozioni dei bambini. Dopo le incombenze giornalistiche, Diamanti si è concesso a tutti i tifosi presenti dispensando sorrisi e autografi. Con i tatuaggi in bella vista, il giocatore della Dea ha atteso dietro al bancone tutti quelli che si erano messi in fila per incontrarlo. All’interno dello Store gli addetti hanno faticato a organizzare il “traffico”, ma tutto si è svolto nella massima serenità e verso le 19 anche gli ultimi atalantini sono stati accontentati. Il numero dei bambini in fila era decisamente elevato e il numero 23 di Reja ha dimostrato grande felicità per questo. «È bello vedere tanti piccoli tifosi. Il loro sorriso è importantissimo, è bello che credano di poter fare un giorno questo mestiere».