Oggi la gara impossibile (cioè servirà un'impresa)

Oggi la gara impossibile (cioè servirà un'impresa)
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Juventus–Atalanta, per tutti, è una gara impossibile. La Juve è la Juve, l’Atalanta è senza otto giocatori che tra squalifiche e infortuni sono fermi ai box. Messa così, non ci sarebbe nemmeno da provare a sperare un pochino che possa accadere l’incredibile. Però gli atalantini sanno benissimo che tutto può succedere: in questo periodo sembra tutto nero, sembra che tutto remi contro. Non ne va bene una. Per questi motivi, se dovesse arrivare un’impresa o anche solo un risultato positivo ecco che d’un colpo l’umore si ribalterebbe. Dal nero al bianco.

Senza Moralez e tanti altri. Prima di provare a sognare un po’, vediamo come Stefano Colantuono potrà affrontare la Juventus. Rosa alla mano, le alternative a disposizione per il tecnico non sono moltissime. In difesa mancheranno Benalouane squalificato, Biava infortunato, Cherubin che è in recupero e Dramè che al massimo andrà in panchina. Scaloni è l’unica alternativa possibile e ci si aspetta la convocazione di un Primavera come Kresic, che al Viareggio ha fatto molto bene. Con la prima squadra si allena da un paio di settimane anche il giovanissimo ivoriano Kessie (classe 1996), il suo tesseramento deve ancora essere completato per questioni burocratiche, ma non è da escludere nemmeno una sua chiamata in extremis per completare la panchina.

A centrocampo, senza Carmona, squalificato, non bisogna dimenticare che c’è pure Cigarini in diffida, ma le alternative non ci sono. Migliaccio dovrebbe tornare dal primo minuto dopo alcuni mesi passati a dare una mano durante la settimana senza essere chiamato in causa la domenica, mentre Baselli è come sempre sulla porta che divide campo e panchina. D’Alessandro non pare tra le opzioni più gettonate dal mister, l’infortunio di Maxi leva di fatto dalla rosa dei papabili Papu Gomez che serve in attacco. Estigarribia dovrebbe rivedere la luce a fine marzo, per Raimondi siamo ancora molto indietro.

Proprio davanti, senza Pinilla, anch'egli appiedato dal giudice sportivo, ancora una volta la Dea si deve affidare a Denis anche se Bianchi e Boakye scalpitano. Il numero 19 è in palese difficoltà ma in questo momento serve stringere i denti e dare a tutti una mano. Sperando in qualcosa che, oggettivamente parlando, sembra davvero complicatissimo.

Il modulo sarà 4-4-1-1 oppure una sorpresa? Se gli uomini sono contati, mister Colantuono avrebbe la possibilità di stupire tutti con una scelta estemporanea dal punto di vista tattico. Sportiello dovrebbe essere protetto da una difesa a quattro formata da Masiello, Bellini, Stendardo e Del Grosso, ma attenzione alla variabile che nessuno si aspetta. In questa stagione, proprio all’ombra della Mole contro il Torino di Ventura, Colantuono scelse un inedito 3-5-2: dall’inizio, fu l’unica volta. E se anche contro la Juventus venisse riproposto? Masiello, Bellini e Stendardo andrebbero a fare i centrali, Zappacosta ed Emanuelson agirebbero sulle corsie esterne con un centrocampo più folto composto da Migliaccio, Cigarini e Baselli.

Messa così, l’Atalanta potrebbe giocare a specchio dei campioni d’Italia, serrare i ranghi davanti al portiere e lasciare a Gomez e Denis (o Bianchi) l’onere di provare a tenere qualche pallone in avanti. Certo, le condizioni di Emanuelson sono un’incognita, ma in casa della Juve in una partita sulla carta impossibile qualcosa ci si deve inventare per sovvertire il pronostico. Dovesse essere riproposto il 4-4-1-1, Del Grosso giocherebbe terzino mentre al centro sarebbero impiegati due tra Cigarini, Baselli e Migliaccio. Alternative reali non ce ne sono, in difesa e a centrocampo gli uomini sono contati con il solo Grassi possibile alternativa a gara in corso.

La grandissima impresa a Napoli del 2012. Quello che servirebbe alla Dea per sognare davvero sarebbe una serata magica come quella vissuta al San Paolo l’11 aprile del 2012. La Dea scendeva in campo per l’ultimo turno infrasettimanale della stagione, si giocava in notturna contro i partenopei e i risultati delle ultime due gare erano pessimi.

Il 1 aprile di quell’anno l’Atalanta perse per 2-0 a Cagliari sotto i colpi di Conti e di Pinilla, sei giorni più tardi tutti si aspettavano una bella risposta in casa contro il Siena, ma una rete di Destro al novantunesimo regalò tre punti ai toscani e mandò in crisi il pubblico bergamasco (di Schelotto e Larrondo le altre due reti nel 2-1 ospite). A Napoli Stefano Colantuono dovette rinunciare a Cigarini e Manfredini, dall’inizio giocò Riccardo Cazzola e durante la sfida si ricorse addirittura a Mutarelli che giocò gli ultimi 15 minuti e si beccò pure un giallo. L’Atalanta, contro ogni pronostico, vinse per 3-1 grazie alle reti di Bonaventura al 10’, Bellini in mezza rovesciata al 58’ e Carlos Carmona al 68’: la rete di Lavezzi al 13’ non riuscì ad arginare la voglia di vincere degli orobici.

 

 

Quella notte, verso le 2, circa un centinaio di tifosi entusiasti attese l’arrivo della squadra da Napoli tra canti, cori e striscioni all’aeroporto di Orio Al Serio: la serata fu magica, la notte di euforia chiuse nel migliore dei modi un’impresa che rappresentò un pezzo importantissimo di salvezza. Il bus con i giocatori lasciò lo scalo cittadino dopo una scarica di fuochi artificiali. Chissà che non ne arrivino anche domani sera allo Juventus Stadium, nerazzurri ovviamente.

 

 

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