Professionista esemplare. Fisico da granatiere, corsa e polmoni, ma soprattutto uno spirito di abnegazione che lo porta a dare sempre il massimo, anche se gioca pochi minuti. Insomma, uno di quei giocatori che ogni allenatore vorrebbe sempre avere a disposizione per il modo di stare in campo e la capacità di fare gruppo. Senza mai andare sopra le righe, accettando il suo ruolo e cercando di cambiare le gerarchie anche quando sembrano definite.
Marco Brescianini nelle ultime due partite ha dato segnali molto importanti al gruppo, al mister e a tutto l’ambiente. Il gol di Cremona ha portato un punto, la prestazione contro il Milan è stata altrettanto positiva, soprattutto se si considera che è arrivata con il subentro al posto di de Roon, infortunatosi al 20′ circa.
Certo, all’ex Frosinone manca ancora, in questa stagione, la maglia da titolare (unico giocatore di movimento insieme a Kolasinac, che è appena tornato, a non averla mai indossata), ma è un dettaglio nel suo percorso.
In estate si è parlato per giorni della possibilità di una sua partenza: legittimo che a 25 anni si punti a un ruolo da protagonista, anche a costo di andare dove si gioca ancor meno (Napoli) o abbassando il livello delle competizioni che si affrontano. Alla fine, però, il giocatore è rimasto a Bergamo (la cessione è stata quella di Sulemana al Bologna) e Juric ha più volte parlato di lui come di un ragazzo che affronta il lavoro quotidiano andando sempre al massimo e cercando di farsi trovare pronto nel momento della chiamata. Così si fa.