Gabor l'ungherese matto per l'Atalanta

Gabor l'ungherese matto per l'Atalanta
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Questa è una storia incredibile. Pazzesca. Eppure tremendamente vera, quasi stupefacente da tanto è bella. Semplice. Lineare. Raccontiamo spesso storie di tifosi lontani, tante volte si tratta di bergamaschi partiti per cercare fortuna ma che hanno la Dea nel cuore. Raramente capita di incrociare situazioni nate dal nulla, dalla casualità, da un viaggio organizzato grazie ai voli low-cost. Sentite qui, ora vi parliamo di una storia bellissima.

Lui si chiama Gabor e vive in Ungheria. Non in una grande città ma a circa 200 km da Budapest, in un paesino vicino al confine con la Romania che si chiama Tótkomlós. I 1100 km che separano la sua casa da Bergamo vengono percorsi in aereo, dalla capitale o direttamente dalla Romania. La passione di Gabor per l’Atalanta è abbastanza recente (2009) ma vi basterà leggere questa intervista per capire come si sta parlando di qualcosa di davvero forte e sensazionale.

Gabor, un ungherese sfegatato atalantino. Qual è la tua storia?

Nel 2009 cercavo una bella soluzione per un lungo week-end e grazie ad un biglietto aereo molto conveniente sono finito a Bergamo. Prima di allora, non conoscevo nulla di Bergamo. Sono rimasto in città per 3 giorni e tutto mi è piaciuto tantissimo, quindi mi sono ripromesso di vedere una gara dal vivo allo stadio. Sempre nel 2009 ho visto Atalanta – Roma e da quel giorno sono atalantino. Grazie a Facebook ho trovato molti amici, sono in contatto continuo con Calep e altri dello staff di Atalantini.com oltre ad avere molti amici allo stadio. Quando sono a Bergamo, in Curva Nord, mi sistemo insieme al gruppo “Pirati per la Dea”.

Ma perché l’Atalanta? Bergamo è bellissima ma in Italia ci sono molte squadre famose che sicuramente in Ungheria si conoscono bene.

Mi sono innamorato di Bergamo. Quando ho scoperto che l’Atalanta è la squadra di Bergamo, per me non c’è stato alcun dubbio: la mia squadra è l’Atalanta. In Ungheria molte persone sono amanti di squadre blasonate come Inter, Milan, Juventus, ma io sono orgoglioso di essere atalantino! Ci sono altri ragazzi che tifano Atalanta in Ungheria, io sono però uno dei più sfegatati e la mia collezione di sciarpe è solo un esempio: ne ho 56, credo sia la collezione più grande del mio paese. Non conta la serie A o la serie B, non contano i grandi giocatori, ma conta la maglia. E voglio che chi la indossa lo faccia con onore.

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Quante gare hai visto dal vivo a Bergamo?

Ho visto 15 partite allo stadio e la numero 16, quella con il Cesena, l’ho seguita da fuori con i ragazzi della Curva. Già, 2200 km tra andata e ritorno per stare fuori dallo stadio insieme agli ultras. Ho cercato di dare il mio contributo. Sono stato anche due volte in trasferta a Milano e ho vissuto la magica atmosfera della Festa della Dea in altre due circostanze. I miei viaggi dipendono dalla possibilità economica del momento: quando ho soldi per partire, mi organizzo e vengo a Bergamo. A volte vengo con amici, con mio fratello o con la mia fidanzata. I match più belli che ho visto sono Atalanta – Lazio 3-0 del 2010 e Atalanta – Milan 2-1 dello scorso campionato, la gara del gol di Brienza.

Gli ultras della curva sono fuori dallo stadio: cosa pensi di questa situazione?

È una questione complicata. La Curva Nord è una parte della famiglia atalantina, ma nelle ultime due gare con Cesena e Palermo gli ultras sono rimasti fuori. Questo non è normale. Tutti i tifosi devono protestare per favorire il ritorno degli ultras dentro l’impianto. A tutti piacciono le coreografie che organizzano gli ultras, tantissimi tifosi condividono su Facebook immagini e video e poi scrivono “siamo atalantini”. Ma adesso che gli ultras sono banditi, dove sono tutti? Solo 1000 persone sono rimaste fuori, dove sono tutti gli altri? La squadra ha bisogno del supporto della parte calda del tifo, senza ultras il clima non è lo stesso. E credo davvero che gli ultras non siano dei criminali. Uno non può vedere la gara perché non ha la “Tessera del Tifoso”? Assurdo.

Torniamo al campo, cosa pensi del momento difficile che attraversa la squadra?

Sono molto sorpreso, non mi aspettavo che l'Atalanta potesse vivere una stagione così difficile. Non abbiamo peso davanti, il gioco è noioso e manca un vero leader. Spero che il 2015 porti cambiamenti importanti e buon gioco, in questo modo la salvezza arriverà senza nessun problema.

Gabor, l’Atalanta si salverà?

Io ci credo, sicuro. E penso sia incredibile, impensabile per un tifoso dell’Atalanta non credere alla salvezza. Forza ragazzi!

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