Gasp tra passato, presente e futuro: «Penalizzati fortemente dagli arbitri. Se resto? Bisogna riflettere»
Il mister, incupito per l'ennesima prestazione non al top, parla non solo della partita, ma anche della stagione e delle decisioni da prendere a giugno
Solo qualche battuta di Pierluigi Pardo dagli studi di Dazn riescono a strappare un sorriso a Gasperini dopo l'1-1 con la Salernitana. E il mister lo mette subito in chiaro: «Come sto? Potrebbe andare meglio. Del resto, non c'è limite al peggio e al meglio, no? È un momento difficile, in cui i giocatori, pur impegnandosi al massimo, non riescono a tenere la marcia che ci saremmo aspettati. Però l'impegno c'è, e infatti anche stasera, come a Torino, abbiamo raddrizzato la partita nel finale».
Per i nerazzurri continua la maledizione del Gewiss Stadium. C'è una spiegazione per questi risultati casalinghi deludenti? «Certo che c'è - dice Gasp -, anzi, ce ne siamo dati più di una, ma rimangono tra noi. Ovviamente la disparità dei risultati tra casa e trasferta è evidente».
Difficoltà di fare risultato in casa che si somma alla difficoltà di ribaltare lo svantaggio, cosa che in passato, invece, la Dea riusciva a fare spesso: «In passato avevamo la sicurezza tecnica di creare l'opportunità per ribaltarle - commenta il mister -. Ora non riusciamo più a farlo con la stessa lucidità. Questa è una squadra costruita per fare gol, per questo abbiamo sempre subito gol, siamo sempre stati la sesta o la settima difesa. In questo momento giochiamo sempre in quel modo, ma non riusciamo più a essere incisivi davanti e questo, soprattutto in casa, lo paghiamo di più. Anche un po' per episodi sfortunati».
Episodi sfortunati che il mister ha rimarcato in maniera decisamente più netta ai microfoni di Sky Sport: «Quest'anno è stato un disastro per noi dal punto di vista arbitrale. Io sono mesi che non parlo più di questi aspetti, sono contento che l'ha fatto la società. In questa stagione ci sono stati diversi episodi in cui siamo stati penalizzati. La squadra è stata penalizzata fortemente. Il problema è che ci sono stati tanti episodi male interpretati in questa stagione. Nel calcio, se togli la certezza del regolamento perdi di credibilità. Non c'è più obiettività di giudizio e chi ne risente è il calcio. Non abbiamo la stessa interpretazione su episodi clamorosi».
Tornando al campo (e a Dazn), la domanda che tutti si pongono è una: è finito un ciclo? Come si può allungarlo? «Questo sarà materia di discussione a fine stagione - taglia corto il mister -. In generale, non è un tema solo nostro: negli atleti, purtroppo, il tempo passa, soprattutto per alcuni... Il declino esiste, si può solo provare a spostarlo più in là. Non è facile, ma va affrontato».
Dallo studio arriva una domanda più schietta: Gasperini resterà o meno all'Atalanta? «È una riflessione che si fa, è normale. Io lavoro ogni giorno per l'Atalanta, come ho sempre fatto. Ma queste decisioni non le prendiamo noi allenatore. Spero solo di non perdere altre partite, altrimenti mi cacciano male (ride, ndr). Sembra rilassato? No, ve lo assicuro, ho solo messo una maschera».
Infine, Gasperini fa una riflessione più ampia: «Personalmente ritengo che l'Atalanta, per come è stata fino adesso la situazione anche societaria, come obiettivo massimo può avere la vittoria della Coppa Italia. È difficile immaginare che possa vincere lo scudetto, o la Champions o l'Europa League. È oggettivo. In questi anni abbiamo raggiunto i risultati più alti mai raggiunti da questa società nella sua storia. E io ci metto la firma per ripetere questi risultati in futuro. Però, come ho detto prima, non c'è limite al peggio come al meglio. E ripeto: bisogna riflettere sulle cose e su cosa fare per il futuro».