Nuove dichiarazioni

Gasperini al premio Ussi: «Ho detto che non rinnovo, non che andrò via. È diverso»

Il tecnico della Dea ha parlato ancora del suo futuro in diretta a Sky Sport, facendo intendere che la questione è assolutamente aperta

Gasperini al premio Ussi: «Ho detto che non rinnovo, non che andrò via. È diverso»
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di Fabio Gennari

«Non ho mai detto che vado via, ho sempre detto un’altra cosa: che non avrei rinnovato». Gian Piero Gasperini, ieri (28 aprile) a Coverciano, ha ricevuto il premio Ussi (Unione stampa sportiva italiana) come miglior allenatore della passata stagione ed è tornato a parlare del suo futuro a margine dell'evento, ai microfoni di Sky Sport.

Puntualizzando un concetto, spiegando che «non torno mai indietro dalle dichiarazioni, parole che ho maturato nel corso di mesi, forse di un anno» e che adesso «conta chiudere una qualificazione Champions che, anche per i tanti infortuni di cui spesso ci si dimentica, sarebbe ancora più importante di quanto fatto l'anno scorso». Ovvero di quando si è vinta l'Europa League, si è raggiunta la finale di Coppa Italia (poi persa) e il campionato è stato chiuso con il quarto posto finale.

Il nocciolo della questione, nonostante l'ennesimo capitolo di una querelle che, con un pizzico di attenzione in più, si sarebbe potuto tranquillamente gestire a fine stagione, è sempre lo stesso: Gasperini ha un contratto (molto importante, ritoccato verso l'anno la scorsa estate e che ora sfiora i sei milioni) anche per la stagione 2025/26 che non vuole rinnovare. Pensare che resti sulla panchina dell'Atalanta a scadenza di contratto è quanto di più lontano possa esserci rispetto alle strategie di mercato che a Bergamo sono sempre state portate avanti e quindi a fine stagione, nel giro praticamente di un mese, bisognerà prendere una decisione. Con una sola certezza: si sceglierà per il bene dell'Atalanta.

Sicuramente il quinto pass Champions negli ultimi sette anni sarebbe qualcosa di enorme, soprattutto perché dopo una stagione da urlo spesso capita di vedere una flessione complessiva quasi inspiegabile e invece la Dea è rimasta in una delle prime quattro posizioni per 26 delle 34 giornate finora disputate. E mai sotto al terzo posto. I risultati parlano chiaro, il progetto è ormai alle porte del decennale e solo armandosi di tanta pazienza si potrà capire cosa riserverà il futuro.

Commenti
Pippo

Ada che du notra banda ghe mia i percassi chi ta laga fa' chel che ta olet!!

Diego

tegnela mia lönga....o det, o fó.

Diego

Forse perché non hai il coraggio di dimetterti

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