Se la Dea vince anche così...

Con la Lazio una grande prova! Uno in meno, subito in gol e poi strenua difesa nel finale

Quell'abbraccio, appena dopo il fischio finale, dice un sacco di cose. La squadra scintillante vista in tante occasioni è capace di soffrire e vince anche in inferiorità

Con la Lazio una grande prova! Uno in meno, subito in gol e poi strenua difesa nel finale
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di Fabio Gennari

Con il successo per 3-2 contro la Lazio, Gian Piero Gasperini è arrivato a 113 vittorie in 215 partite sulla panchina della Dea. Mai, tuttavia, era capitato di vedere un'Atalanta vincere segnando la rete del vantaggio stando in inferiorità numerica e resistendo fino alla fine della partita con una tenuta difensiva di tale livello. La considerazione più diffusa, in queste ore, è questa: se iniziamo a vincere anche in questo modo, son dolori per tutti.

Dopo un primo tempo equilibrato, l'Atalanta ha subito l'espulsione di Palomino e anche in questo caso si tratta di una rarità: l'ultimo cartellino rosso subito dalla Dea arrivò sul campo di Genova contro la Sampdoria il 10 novembre 2019 (toccò a Malinovskyi). In questi momenti, contro una squadra forte come la Lazio, la possibilità di cadere è dietro l'angolo, eppure la squadra nerazzurra ha trovato la forza addirittura di andare a fare gol.

Con l'uomo in meno e la squadra schierata con un 4-4-1, Romero si è sostituito al Pessina di turno e ha rubato un pallone decisivo al povero Hoedt, innescando Miranchuk per il gol del 3-2. Non contenti, i nerazzurri (con de Roon e Zapata in campo) hanno costruito l'azione da cui è nato il rigore (fallito da Zapata) del possibile 4-2. Da quel momento, con quasi mezz'ora da giocare, è iniziata una nuova partita fatta di sofferenza, spirito di sacrificio e grande coesione di gruppo.

Il Valo, uno dei tanti tifosi che hanno seguito la partita da casa, subito dopo il fischio finale ha mandato un messaggio denso di significato. «Le vittorie sofferte... quelle più belle. In uno in meno per 40' minuti. A correre anche per il compagno in difficoltà. A mordere le caviglie. A spazzare, rincorrere, raddoppiare, stringere i denti e soffrire... Tutti insieme. Grazie ragazzi!». Difficile commentare in modo più efficace una grande impresa che l'Atalanta ha raggiunto giocando, nel finale, con la stessa umiltà di chi lotta per non retrocedere.

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