I "cafeteros" sono tornati! In pochi giorni l'Atalanta ha ritrovato due armi micidiali
Negli ultimi 180' minuti, i centravanti di Gasperini hanno segnato reti importanti per il cammino della squadra nerazzurra in vetta
di Fabio Gennari
Abbracciati. Felici. Non spumeggianti come nei giorni migliori, ma comunque insieme. Sul terreno verde e con una palla appena messa in porta. Stavolta da Muriel, pochi giorni fa a Torino da Zapata.
Due gol da 6 punti, un sogno europeo che continua e che sta assumendo i contorni di una clamorosa impresa, mentre loro, i due colombiani classe 1991 dell'Atalanta, si sono improvvisamente ritrovati protagonisti pur senza brillare (non entrambi, almeno). Travolgenti come una volta.
Luis Muriel con lo Spezia non ha giocato bene. Ma in questo momento giocare bene non conta. Servono i punti, per farli servono i gol e per segnare è necessario che i più abili a farlo siano in palla. Non ci sono particolari ragioni che possano spiegare, capire, aiutare a comprendere. È il calcio. E allora quel destro a chiudere sul primo palo dopo l'appoggio di Djimsiti è importante e conta più di tutto: Lucho non stava facendo cose buone, però alla fine ha segnato un gol pesantissimo.
Zapata, invece, ha fatto ancora una volta a botte (calcisticamente parlando) con tutti. Ancora una volta, nell'angolo sotto la Pisani, il colombiano ha fatto vedere che ha grinta da vendere. Ha creato occasioni, ha cercato qualche tiro, ma stavolta ci hanno pensato i compagni a fare gol, quasi a voler bilanciare la straordinaria marcatura del 2-1 sul campo Grande Torino. Magari contro la Juventus arriverà il gol di Zapata del record in Serie A con la Dea (69 reti per Doni, Duvan è a 68), o forse no. L'importante? Che la Dea continui la sua marcia.