I giochi di luce al Gewiss Stadium dividono: la Curva Nord si oppone alla novità
Striscione critico del tifo organizzato esposto durante la partita contro il Verona: «Nel nostro stadio solo sciarpe, bandiere e tifo alla vecchia maniera»
Sabato 26 ottobre, prima del fischio d'inizio della partita tra Atalanta e Verona, il Gewiss Stadium si è illuminato con un suggestivo spettacolo di luci. Un’iniziativa fortemente voluta dalla società nerazzurra per rendere l’esperienza allo stadio più coinvolgente e spettacolare, allineandosi agli standard visivi dei più moderni impianti europei.
Tuttavia, il debutto della nuova illuminazione dinamica ha incontrato una forte opposizione tra le fila della Curva Nord, dove i gruppi organizzati, da sempre portavoce del tifo "vecchia scuola" e del cosiddetto "pensiero ultras", hanno espresso il loro disappunto.
Nel corso del match, il settore più caldo del tifo atalantino ha esposto uno striscione emblematico: «No ai giochi di luce come in fiera. Nel nostro stadio solo sciarpe, bandiere e tifo alla vecchia maniera». Una dichiarazione che lascia poco spazio alle interpretazioni, contro un tipo di spettacolo percepito come estraneo all'identità del tifo atalantino, almeno secondo gli ultras (o chi ama considerarsi tale).
L’intento della società era quello di creare un’atmosfera capace di coinvolgere e intrattenere, soprattutto i più giovani, rendendo l'atmosfera dello stadio più accattivante prima dell'inizio della gara. Questo tipo di spettacolo visivo, però, fatica a essere accettato da una tifoseria fortemente legata alla tradizione e alla cultura del tifo e che da anni intona cori di protesta contro il cosiddetto "calcio moderno".
Specifichiamo… un gruppo della nord. Non tutta la nord.