Il coraggio di costruire e la strada del rinnovamento: il progetto è sempre più chiaro
Tutti vorrebbero costruire le rose con velocità, ma ci sono tante variabili di cui tener conto. L'Atalanta sta lavorando forte verso una direzione
di Fabio Gennari
Premessa: l'unico giudice che potrà decretare se le scelte di mercato saranno o meno quelle giuste è il campo. Si cercano profili, si fanno investimenti con l'obiettivo di migliorare la squadra e grazie al lavoro del tecnico si prova a crescere. In attesa di conoscere, partita dopo partita, le risposte del gruppo, si possono tuttavia già fare delle considerazioni importanti su come l'Atalanta si stia muovendo in entrata e i tratti del progetto tecnico che a Zingonia si sta portando avanti sono molto chiari.
Il gruppo nerazzurro, oltre alla conferma di Demiral (classe 1998), è stato implementato con Ederson (1999), Lookman (1998), Soppy (2002) e Hojlund (2003), per il quale manca solo l'annuncio ufficiale. Sono invece partiti (oltre ai ragazzi più giovani) Pessina (1997), Freuler (1992) e Miranchuk (1995), mentre lo stop di Palomino (1990) è coinciso con la scalata nelle gerarchie gasperiniane di Okoli (2001) e in rosa sono rimasti, per il momento, sia Scalvini (2003, incedibile) che Ruggeri (2002) e Zortea (1999). A gennaio, intanto, era arrivato pure Boga (1998).
Insomma, c'è in atto un ricambio nel gruppo abbastanza evidente, il fatto che ci siano diversi elementi del vivaio e che da fuori arrivino giovani (anche molto giovani) che però hanno già esperienza di calcio vero (massima serie nel campionato di provenienza) fa pensare a una Dea che sta cercando di costruire il futuro con coraggio, mescolando le certezze del gruppo con profili su cui Gasperini e il suo staff possano replicare il lavoro fatto già in passato con un'altra nidiata di ragazzi interessanti formata da Caldara, Conti, Gagliardini, Kessie e Petagna.
I tempi del mercato sono sempre incerti, la filosofia dell'Atalanta è quella di prendere sempre e solo giocatori di proprietà su cui mantenere il completo controllo e anche in questo senso la Dea è unica nel suo genere: delle prime otto squadre arrivate ai vertici nello scorso campionato, quasi nessuno è così rigoroso nelle scelte. Certo, non è detto che sia sempre la strada migliore (Tavares, proprio a causa di questo approccio, è andato altrove) ma la forza della scelta va riconosciuta. Ora c'è da costruire con coraggio la squadra in campo e quello è lavoro del Gasp, che ha ampiamente dimostrato di saperlo fare.