Maledetti infortuni

Il crociato di Kolasinac è il sesto intervento in meno in un anno: essere terzi è clamoroso

Pazzesca la serie di problemi anche molto gravi che hanno condizionato il gruppo nerazzurro in questa stagione

Il crociato di Kolasinac è il sesto intervento in meno in un anno: essere terzi è clamoroso
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di Fabio Gennari

Scalvini si è rotto il crociato a giugno 2024, Scamacca ad agosto e Kolasinac ad aprile 2025. Poi ci sono i due interventi per la rottura dei tendini muscolari di Kossounou a gennaio 2025 e ancora Scamacca a febbraio 2025. Infine, la spalla di Scalvini, ancora a febbraio 2025.

Nel giro di dieci mesi, sei interventi chirurgici che hanno inciso praticamente tutti sulla stessa stagione e due di questi arrivati a ridosso del gong finale del mercato di gennaio. Qualcosa di semplicemente incredibile.

Qui non si tratta di commentare lesioni di primo o secondo grado, cioè normale amministrazione per tutte le squadre del nostro campionato e non solo. Il livello di sfortuna, si trattasse di un videogioco, è praticamente "pro": più di così, oggettivamente, era impossibile da pensare. Invece l'Atalanta sta affrontando una concomitanza di eventi gravi che stanno dipingendo contorni apocalittici di una stagione che, classifica alla mano, sta confermando un rendimento da urlo. Per nulla scontato e, a questo punto, quasi eroico.

I conti sono presto fatti: con la conferma del terzo posto di questa settimana grazie al 2-0 sul Bologna, sono 24 giornate su 32 che la Dea occupa il primo, il secondo o il terzo posto. Mai il quarto, dettaglio che rende tutto ancora più prezioso. E considerando gli infortuni gravi, ortopedicamente legati a interventi chirurgici anche pesanti, è doveroso considerare quello che sta facendo la formazione nerazzurra come qualcosa di ancora più incredibile. Di valore assoluto.