L'editoriale di Xavier Jacobelli

Il motore della Dea batte in testa, ma sui torti arbitrali Gasp ha sacrosantamente ragione

Il motore della Dea batte in testa, ma sui torti arbitrali Gasp ha sacrosantamente ragione
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di Xavier Jacobelli

Premessa numero uno: l'Atalanta gioca male e se in casa non vince dal 28 febbraio; se in casa si è aggiudicata soltanto 4 partite su 18; se, come contro il Toro, per la seconda volta in cinque giorni riesce ad agguantare l'avversaria soltanto in extremis, è evidente che il motore della Dea batta in testa.

Premessa numero due: se un anno fa, dopo 35 giornate, l'Atalanta era seconda in classifica con il Milan a 72 punti, in piena zona Champions League e oggi, invece,
è settima, di punti ne conta 56, giocherebbe in Conference e dall'indomita Salernitana di Nicola ha rischiato di essere battuta, l'involuzione del gioco è sotto gli occhi di tutti.

Tutto ciò premesso, Gasperini dice il vero quando parla di disastro arbitrale, di situazioni  assurde, di uso sciagurato del Var e abuso ancora più insopportabile del medesimo strumento, regolato da norme di plastilina, modellato a seconda delle circostanze, troppo spesso sfavorevoli all'Atalanta. Non si tratta né di accampare alibi né di trovare scuse né di arrampicarsi sugli specchi. L'onestà intellettuale è uno dei pregi di Gian Piero, aduso dire ciò che pensa pensando a ciò che dice. Troppi sono stati gli obbrobri arbitrali patiti in questa stagione dalla Dea che, peraltro si ritrova in eccellente compagnia.

Ha detto Mou, dopo Spezia-Lazio e dopo il gol in fuorigioco di Acerbi che ha dato la vittoria ai biancocelesti: «La storia è sempre la stessa: io alleno da 22 anni e non cambio e l'altra cosa che non è cambiata è che 22 anni fa potevi vincere con un gol in fuorigioco, dopo 22 anni puoi ancora vincere con un gol in fuorigioco perché questo è successo». Al che, Rocchi ha deciso di fermare Pairetto e Nasca sino alla fine del campionato: bene, anzi male. Perché la stessa misura il designatore doveva prendere anche a carico degli arbitri e dei varisti che hanno danneggiato platealmente l'Atalanta con le loro sviste e le loro cantonate sesquipedali.

Detto questo, la corsa a un posto in Europa League non è finita sino a quando non è finita. Stringa i denti, la Dea: i conti li facciamo il 22 maggio.

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