Il pareggio di Roma vale molto più di un punto: l'Atalanta da battaglia sarà preziosa
Oltre alla capacità di giocare bene e costruire azioni, i nerazzurri hanno dimostrato anche di saper tenere botta nelle gara da battaglia
di Fabio Gennari
Intendiamoci: in passato era già successo tante altre volte di vedere una squadra gagliarda e capace di lottare (e pure vincere) su campi complicati e contro avversari forti. Il pareggio strappato all'Olimpico di Roma contro la squadra di Mourinho, tuttavia, segna una novità importante della stagione che stanno vivendo i bergamaschi: in trasferta, mai era capitato di vedere la Dea ottenere un risultato positivo con una prestazione di grande livello sul piano agonistico e contro un avversario che ha uomini importanti e di qualità.
La manovra e le soluzioni tattiche che Gasperini e i suoi ragazzi propongono sono ormai abbastanza consolidate, ma da Roma è tornata a Bergamo una squadra che è stata capace di soffrire nei momenti giusti senza mai perdere la bussola e senza mai farsi travolgere dall'inerzia della gara.
La Roma in questo momento non ha tante soluzioni e dove non arrivano corsa e tecnica deve arrivare con il cuore. La grinta. La carica agonistica. L'Atalanta ha risposto, tenendo botta con ragazzi giovani che hanno cercato di fare calcio anche quando la partita si è trasformata in una battaglia feroce.
I padroni di casa hanno avuto occasioni, ma anche la Dea non è stata da meno: il destro di De Ketelaere con paratissima di Rui Patricio e il gol annullato a Scamacca sono due esempi. Senza contare che, in altre occasioni, nei finali di gara sono state perse partite che non meritavamo di perdere (Fiorentina, Lazio e Bologna). Questa volta, invece, abbiamo tenuto bene fino al fischio finale. L'ingresso di Hien e Palomino, da questo punto di vista, è un'altra buona notizia: se hai forza, chili e centimetri da opporre all'avversario nei minuti finali delle partite, tutto diventa più gestibile. E i risultati ti premiano.