Il personaggio

In sette giorni, il mondo di Palomino s'è capovolto. Dalla sospensione al campo da protagonista

L'assoluzione dall'accusa di doping lo ha rimesso a disposizione del Gasp. E lui ha risposto subito alla grande contro l'Inter

In sette giorni, il mondo di Palomino s'è capovolto. Dalla sospensione al campo da protagonista
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di Fabio Gennari

José Luis Palomino, in una settimana, ha visto il suo mondo capovolgersi. Con il Napoli era ancora sospeso per l'accusa di doping; a Lecce è andato in panchina e trovarsi a respirare di nuovo l'aria del calcio di Serie A a distanza di mesi è stato bellissimo; con l'Inter il suo destino è cambiato quando la schiena ha bloccato Toloi. Dentro il "Jefe", difesa a quattro con Demiral al fianco e prestazione di alto livello. Il difensore argentino ha ritrovato in un colpo solo campo e sorriso, tutto è stato quasi perfetto.

La grinta del sudamericano non era minimamente in discussione, in campo però è un'altra cosa e i presupposti per cui le cose potevano andare anche molto male c'erano tutti. Palomino è stato sorpreso da Dzeko sull'1-1, ha segnato l'autogol dell'1-3 e poi, ancora di testa, il definitivo 2-3. È uscito a testa bassa come sempre gli abbiamo visto fare quando le cose non vanno per il verso giusto ma i segnali del suo ritorno sono forti. Quando è entrato Okoli, si pensava che potesse toccare a lui lasciare il campo, invece Gasperini ha richiamato uno sbigottito Demiral.

Il recupero di Palomino è una grande cosa, ci sono da fare i complimenti anche a chi lo ha seguito durante la preparazione individuale perché il ragazzo è rimasto in ottima forma e a gennaio qualche ragionamento importante andrà fatto: con un Palomino così, come gestire gli altri in rosa? Mandare a giocare Okoli in prestito o, se arrivassero offerte, cedere Djimsiti?

Se la rosa va un po' ridotta, anche in difesa ci sono elementi da valutare. Ma "Palo", prestazioni alla mano, merita fiducia.

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